Il 24 aprile prossimo, lunedì, si aprirà finalmente il processo a Venezia in cui sono parte lesa per l’aggressione neofascista subita nel capodanno di ormai tre anni fa.
Gli imputati sono due, entrambi militanti di Casapound: Tommaso Bellavite e Rocco Travaglia. Quella sera a Piazza San Marco un gruppo di ragazzi, tra cui i protagonisti materiali dell’aggressione nei miei confronti, gridavano cori contro Anna Frank e frasi elogiative del Duce. Intervenni, insieme a mia moglie, per chiedere che la smettessero immediatamente. La risposta fu invece una raffica di cazzotti in faccia che mi provocarono una frattura composta al naso e venti giorni di prognosi. Infatti tra i capi di imputazione c’è il reato di “lesioni personali aggravate dal numero di persone e dai motivi abietti”.
Accanto a me trovai un giovane di origine moldava, Bogdan Vladislav, che mi venne in soccorso, anche lui aggredito e pestato. Non ho mai dimenticato quella notte e nemmeno la solidarietà enorme che arrivò da tutto il mondo politico e sindacale e da tante realtà associative, dalla comunità ebraica all’Anpi.
Scelsi subito di denunciare i fatti di Venezia: troppe volte episodi come questi sono derubricati a semplici ragazzate. E invece oggi i neofascisti hanno rialzato la testa e si sentono impuniti: penso agli attacchi alle sedi sindacali, agli striscioni negli stadi, alle ronde anti immigrati e a tanto altro.
Seguirò il processo con attenzione: quello che mi interessa è innanzitutto capire la matrice di questo odio, perché dei giovani possano negare l’Olocausto e inneggiare a un regime sanguinario. E soprattutto perché lo fanno attraverso la violenza. Ringrazio la magistratura e le forze dell’ordine per il lavoro di indagine seria e approfondita di questi mesi. Hanno portato alla luce molto di più di un semplice episodio di cronaca, ma una vera e propria rete politica ed economica di matrice neofascista – quella di Casapound – che prova a condizionare ancora oggi la democrazia italiana.
Lo scrive su Facebook Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno e deputato Pd-Idp.
Qui l’atto della Procura con la citazione in giudizio.