“Le proiezioni che noi abbiamo sull’andamento dell’economia in scenari che possono diventare ancora più tragici in relazione alla durata della guerra ci fanno capire che ci sarà una contrazione del Pil e un aumento dell’inflazione che ovviamente danneggeranno tutti. Ma l’attenzione particolare che noi dobbiamo porre è capire che questi fenomeni – il danno economico e sociale – non sono uguali per tutti. E questo deve indirizzare le nostre scelte”. Lo ha detto la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra (Leu) intervenendo a #OnePeopleOnePlanet la maratona organizzata da Earth Day Italia a Roma per celebrare la 52a Giornata mondiale della Terra delle Nazioni Unite. “Nel campo delle imprese ci sono veramente dei settori che sono particolarmente colpiti e sono quelli più bisognosi di energia: metallurgia, ceramica, abbigliamento, agricoltura, cartiere – ha proseguito la sottosegretaria -. E quindi i nostri interventi debbono essere particolarmente diretti a questi settori. E mi riferisco anche a particolari aree geografiche che soffriranno crisi occupazionali che già si riflettono in un aumento della cassa integrazione. Al tempo stesso non possiamo non ricordare che l’aumento del prezzo dell’energia non colpisce le famiglie allo stesso modo: noi sappiamo che il peso del costo dell’energia nel 20% delle famiglie più ricche è del 4% e passerà al 5%, mentre invece per il 20% delle famiglie più povere aveva un’incidenza dell’8% e passerà al 14%. Sono costi particolarmente insostenibili e rendono più preoccupante quel tema di cui non ci occupiamo che è quello della povertà energetica. Che non è solo un tema di povertà di reddito ma è anche legato ai problemi strutturali delle abitazioni. Per fare un esempio perdite dal tetto, umidità che sono una causa di grave deprivazione abitativa e che interessano secondo l’Istat il 19,6% della popolazione”. Guerra ha poi concluso: “Molto spesso – anche in termini di aiuti – noi non differenziamo e diamo soldi anche a soggetti che non hanno la stessa emergente necessità. Non possiamo scaricare politiche corrette di transizione ecologica sulle spalle dei più deboli”.