Abbiamo assistito basiti alla repressione di ieri sera a Roma. Gli studenti scesi in piazza andrebbero invece ascoltati.
Soprattutto quando commemorano un loro coetaneo, un ragazzo di 18 anni morto in un cantiere a Udine.
Soprattutto quando, dopo questa tragedia, pongono al Paese, al Governo, alla politica, domande chiare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla precarietà, sul rapporto tra la scuola e il lavoro, sul senso dell’alternanza scuola-lavoro.
Le domande che pongono, l’inquietudine che esprimono, è la nostra. Solidarietà alle studentesse e agli studenti, la cui mobilitazione è ossigeno per la nostra società.
Lo ha dichiarato Simone Oggionni, responsabile Scuola, Università e ricerca di Articolo Uno.