Le sfide in campo, a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica, sono sicuramente molto avvincenti per chi segue i destini della sinistra e la sua capacità di incidere nelle scelte di governo.
Le opportunità di determinare il Paese del futuro grazie agli ingenti investimenti ottenuti dall’Europa e le modalità con le quali intenderemo affrontare il gravoso onere della restituzione dei contributi e prestiti ricevuti, oltre ai debiti già conclamati, sono argomenti davvero pregnanti.
L’esigenza di recuperare nel contempo qualità della vita, ridurre le diseguaglianze, offrire garanzie sul lavoro e nel lavoro, difendere la sanità e l’istruzione pubblica, investire sul futuro, recuperando diritti persi durante la crisi economica, sono sfide che per una proposta di governo riformista di sinistra impongono l’onere di un ampio confronto.
Vi è una sostanziale modifica degli strumenti di lavoro e di comunicazione, l’economia si fonda su nuove articolazioni, la socialità richiede soluzioni innovative.
Le crisi economica e sanitaria, infatti, hanno scavato un solco con la fase politica a cavallo fra i due millenni, ove la convinzione era che il progresso fosse in ogni caso ineludibile e che il mantra strategico si fondasse sulla necessità unica del vincere, a prescindere.
Lo strumento per perseguire gli obiettivi di una società più giusta dentro l’odierno conflitto diviene un tema di primaria importanza; le lacerazioni degli ultimi decenni, i rancori, i veti incrociati che favoriscono il consolidarsi di personalismi e rendite di posizione e male si conciliano con l’esigenza di una alternativa innovativa, coesa e preparata ad affrontare non più un nemico interno bensì l’avversario politico, devono ora più che mai lasciare il passo ad una nuova fase politica.
Siano i temi e le proposte a dominare la scena politica. Infatti, serve una condivisa visione della società, della comunità, delle regole e dell’ambiente che vogliamo per i nostri figli.
Per affrontare una nuova fase servono strumenti adeguati, serve un campo politico largo ed inclusivo: vi è la necessità di guardare al futuro e di chiudere con un passato a volte positivo, certo, ma spesso inadeguato.
Il comune sentire della sinistra riformista deve trovare un luogo ove confrontarsi, studiare, elaborare proposte e nel contempo formare classi dirigenti adeguate.
Col nuovo anno dovremo pertanto dedicarci a questa sfida, compatibilmente con la emergenza sanitaria dalla quale stiamo faticosamente cercando di uscire grazie al buon senso comune e alle stesse scelte del Governo.
Molto ricadrà sulle spalle, larghe, del principale partito del centro sinistra. Lodevole il tentativo del segretario Letta di avviare le Agorà quale elemento inclusivo ma lo scarso sostegno di cui sembrano godere proprio nell’ambito del Pd, rende esplicita l’esistenza di diverse spinte che si frappongono, fra l’accogliere la volontà dell’elettorato di sinistra che chiede unitarietà di intenti, politiche concrete, serietà, sobrietà e le necessità individuali di chi crede in una fantomatica rendita di posizione.
Confido, in ogni caso, sul fatto che la forza del riformismo saprà prevalere e si dia avvio a quel percorso tanto necessario al Paese e anche al nostro Friuli Venezia Giulia.