Manovra: Fornaro, serve più equità, per uscire dalla crisi lavoro lungo

Politica
Sulla manovra si è concentrato tutto il dibattito dell’opinione pubblica sul taglio dell’Irpef per 8 miliardi, anche se in realtà la manovra è espansiva per circa 34 miliardi. Una manovra percepita da una parte del Paese come iniqua proprio per questo intervento. Da parte nostra nessun atteggiamento punitivo sui redditi alti, ma come dice la Costituzione chi ha di più deve dare di più. Il presidente Draghi aveva proposto una soluzione bocciata dalla miopia del centrodestra. Un segnale minimo che avrebbe invertito la percezione del Paese dell’intera manovra. Anche l’emendamento governativo su superamento del tetto dei 240mila euro in questa fase poteva essere evitato. Rimangono sullo sfondo il tema delle disuguaglianze e dell’equità su cui si deve fare di più e meglio.
Lo afferma in Aula il capogruppo di LeU Federico Fornaro intervenendo sulla legge di bilancio.
Tutti ci siamo concentrati sull’aumento del PIL, ma se questo aumento non diventa aumento dell’occupazione, di quella buona e stabile, la percezione è che alla fine questo aumento finisca nelle tasche di pochi, prosegue Fornaro. La ricchezza prodotta va redistribuita per esempio nella lotta al lavoro precario. Occorre investire sulle risorse umane, i lavoratori non sono solo un costo. Come per esempio abbiamo concentrato una serie di interventi sulle case di proprietà dimenticando di chi sta in affitto e fa fatica. Occorre un grande piano di edilizia pubblica residenziale. Per fortuna ci sono tante cose che vanno anche nella direzione giusta, ma il lavoro per far uscire il Paese dalla crisi economica dovuta alla pandemia è ancora lungo, conclude Fornaro.