E’ inaccettabile la scelta della multinazionale svizzera Ronal, proprietaria dello stabilimento Speedline di Santa Maria di Sala, di delocalizzare entro il 2022 la produzione in Polonia, mettendo oltre 600 lavoratori di fronte alla possibilità concreta di perdere il proprio posto di lavoro.
Vergognosa, perché a pagare il prezzo della delocalizzazione sarebbero 600 famiglie della città metropolitana di Venezia e delle provincie di Padova e Treviso. Una scelta, inoltre, che impoverirebbe il tessuto produttivo e industriale del territorio, con potenziali conseguenze anche su imprese dell’indotto.
Paghiamo ancora una volta la scelta di un capitalismo di rapina, che si serve dei territori e dei lavoratori, pronto a fuggire solo per massimizzare i propri utili, anziché condividere con RSU, sindacati e istituzioni un piano di rilancio industriale in grado di dare continuità all’impresa.
Dovrebbe preoccupare questa scelta le istituzioni metropolitana e regionale, perché è un altro tassello della progressiva deindustrializzazione della nostra regione, e ci attendiamo pertanto una presa di posizione forte e senza tentennamenti.
Condividendo le azioni già poste in essere dal sindacato, chiederemo nelle prossime ore l’immediata attivazione del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero del Lavoro, perché la proprietà sia immediatamente convocata per chiedere conto della sua scelta, intollerabile e irricevibile. A tal fine presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare, perché questo caso divenga priorità per il governo.
Gianluca Trabucco, segretario metropolitano di Articolo Uno Venezia
Gabriele Scaramuzza, segretario regionale Articolo Uno Veneto