Articolo Uno Sicilia: 53 anni dai fatti di Avola, una lezione per la democrazia

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“In quelle ore e giorni due braccianti di Avola in provincia di Siracusa, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, persero la vita perché stavano lottando per il riconoscimento di sacrosanti diritti e per combattere le gabbie salariali”: a dichiaralo è Pippo Zappulla, segretario regionale di Articolo Uno.

“Abbiamo tutto il dovere del ricordo – prosegue affermando Zappulla – per riaffermare sempre che i diritti nel lavoro sono condizione di civiltà di un intero Paese. Se nei luoghi di lavoro i diritti contrattuali e legali vengono disattesi, se non calpestati, insieme alla dignità delle lavoratrici e dei lavoratori è la stessa democrazia di un Paese che arretra”.

“Ricordare per consegnare alle nuove generazioni quelle lotte, quei fatti e rendere onore oltre che a loro – dichiara Zappulla – ad un’intera generazione di donne e uomini lavoratrici e lavoratori della terra, oggi anziani e pensionati, che in Italia hanno scritto la storia del movimento sindacale e delle conquiste nel lavoro dal dopoguerra ad oggi”.

“In quel giorno ad Avola si consumò una tragedia e un dramma per due lavoratori che persero la vita, per altri 48 che furono feriti e per le loro famiglie e compagni che hanno avuto segnato in modo indelebile il loro destino e la loro crescita. Celebrare e ricordare anche per dire che non bisogna mai abbassare la guardia – afferma Pippo Zappulla per ArticoloUno – perché forte e incisiva deve essere la lotta al caporalato e allo sfruttamento selvaggio purtroppo ancora diffuso e presente in molte aree e zone del Paese”.

“Molto è stato fatto ma tantissimo resta ancora da fare – conclude il segretario regionale di Articolo Uno – affinché lo sfruttamento, utilizzando anche i diversi colori della pelle, continua a comprimere e mortificare in molte realtà i diritti fondamentali e la dignità dei lavoratori e del lavoro”.