Articolo Uno Rai: un’azienda che batte cassa senza offrire nulla

Politica

Tutto fa pensare che i nuovi vertici Rai, Carlo Fuortes e Marinella Soldi, percepiscano l’azienda come un problema meramente contabile e che il loro mandato sia quello di aggiustare i conti e poco più. Almeno questo si capisce anche da ciò che hanno detto in Commissione Parlamentare di Vigilanza. 

Rimane da capire la logica per cui siano stati cancellati i 5 Stelle dall’abbuffata di nomine e sia stata ulteriormente marginalizzata la sinistra, che tuttavia non sembra ne sia rimasta particolarmente indignata. Ma questo resterà un mistero che in commissione non è stato chiarito.

Eppure, il sostegno della buona politica servirebbe eccome.

Non ci sono quattrini, neanche per tirare avanti. E quindi quei quattrini da qualche parte vanno trovati. Di sicuro non si possono chiedere allo Stato se non a fronte di un miglioramento reale dell’offerta. Ci saremmo aspettati che la Rai con una mano chiedesse ma con l’altra offrisse qualcosa al paese.

Magari progettando servizi nuovi all’altezza delle sfide che la modernità pretende da un servizio pubblico. Come si fa a dire che in tutti questi anni non siano state trovate competenze digitali adeguate? Che invece ci sono ma che non si sono colpevolmente cercate né dentro né fuori dall’azienda. 

Ci saremmo aspettati proposte concrete per aumentare l’offerta di servizi ai cittadini, circostanza questa che potrebbe giustificare un aiuto pubblico, in qualsiasi forma, dalla riduzione del prelievo sul canone, a contributi diretti, all’aumento del canone come finora richiesto (senza contropartite). Sperimentando soluzioni (magari interattive) di informazione di prossimità e di promozione della cultura e dello spettacolo di cui c’è un gran bisogno. Uno sforzo creativo che coinvolgesse tutti quei lavoratori che loro neanche conoscono e che non sembrano davvero in grado di motivare.  

O magari, gettando il cuore oltre l’ostacolo, offrendosi di condividere, con la enorme esperienza ideativa e produttiva dell’azienda, gli spazi che si offriranno con la rete unica per la banda larga, per cui il precedente amministratore delegato Salini aveva annunciato una apposita commissione di studio. 

Non è successo nulla. Adesso l’indignazione per le nomine decanterà, il servizio pubblico diventerà sempre più marginale, l’informazione ricalcherà ancora l’assetto tripartito della vecchia prima Repubblica, e l’azienda continuerà a battere cassa senza offrire nulla in cambio.