Reddito di cittadinanza: Fornaro, bene Orlando, no alla guerra tra poveri

Politica
Ha ragione il ministro Orlando. Per risolvere un problema complesso sono necessarie soluzioni complesse. Il reddito di cittadinanza per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora è strumento ibrido: metà ricerca lavoro e metà per combattere la povertà. Oggi purtroppo è in atto una campagna da parte di alcuni leader politici che alimenta una guerra tra poveri, che tende a criminalizzare una serie di comportamenti. Definire il reddito di cittadinanza come il reddito di criminalità non aiuta la discussione, anzi. Ha fatto bene Orlando a ricordare che questo è lo strumento che ha i maggiori controlli. Se oggi qualcuno dice che ci sono state le truffe è proprio perché esiste un sistema di controllo. Ma nessuno si indigna con uguale forza mediatica sull’evasione fiscale, nessuno si indigna se allo Stato ogni anno mancano 130 miliardi di evasione fiscale.
Lo afferma in Aula il capogruppo di LeU Federico Fornaro intervenendo sull’informativa del ministro del lavoro Andrea Orlando sul reddito di Cittadinanza.
Dietro i numeri imponenti del reddito di cittadinanza ci sono le persone in carne e ossa, ci sono drammi e ci sono anche i furbetti, per fortuna pochi, prosegue Fornaro. Ma nella stragrande maggioranza dei percettori ci sono persone che durante la loro vita hanno avuto dei problemi e lo Stato deve rimanere al fianco di queste persone.
In Italia, dove le retribuzioni sono ferme da almeno dieci anni, da qualche anno c’è una novità: la figura del lavoratore povero. Il 25% di lavoratori che percepiscono un reddito tutti i mesi sono poveri. Una gigantesca questione sociale che va affrontata il prima possibile.
Sullo strumento per combattere la povertà si vada avanti, si migliorino le cose da fare ma non si butti a mare quanto fatto sino ad ora. Usciamo da una logica di guerra tra poveri che non serve a nessuno tantomeno all’Italia.