I dati delle elezioni tedesche vedono due vincitori: la Spd, primo partito con il 25,7% (+ 5,2% rispetto al 2017 e identico dato del 2013) e dei Verdi con il 14,8% (+ 5,9% in quattro anni e + 6,3% rispetto al 2013). Il grande sconfitto è il raggruppamento CDU-CSU che si ferma al 24,1% contro il 33,0% del 2017 e il 41,5% del 2013.
Assai negativo il risultato della Linke che con il 4,9% quasi dimezza il 9,2% del 2017 (- 3,6% sul 2013) ed entra nel Bundestag per la vittoria in tre collegi uninominali e non per aver superato la soglia di sbarramento. La Linke non potrà però costituire un gruppo parlamentare autonomo.
I liberali della FDP crescono dello 0,8% (dal 10,7% del 2017 all’11,5% del 2021) e con 92 deputati potrebbero diventare l’ago della bilancia nella complessa costruzione di un’alleanza di governo, mentre nel 2013 con il 4,8% erano rimasti fuori dal Bundestag. La destra radical-populista di AFD frena attestandosi al 10,3% rispetto al boom del 12,6% del 2017 (+ 5,6% invece sul 2013).
Buona infine la partecipazione elettorale con una percentuale di votanti del 76,6% in crescita rispetto al 76,2% (2017) e 71,5% (2013).
Il risultato delle elezioni tedesche conferma che ai primi posti di una nuova agenda politica progressista alternativa alla destra sovranista devono esserci il lavoro e le tematiche ambientali ormai intrinsecamente collegate tra loro in un nuovo modello di sviluppo sostenibile.
Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.