Articolo Uno Sicilia: rispetto per sentenza trattativa ma restano ombre

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Sono le 17,30 di un pomeriggio di settembre quando il presidente della Corte di Assise di Appello del Tribunale di Palermo legge il dispositivo di sentenza che pone fine alla fase di merito di uno dei procedimenti penali più dolorosi della storia del nostro paese e della nostra terra.
È reato che la mafia provi a trattare con lo Stato, ma non è reato che pezzi dello Stato abbiano accettato di farsi portavoce con le istituzioni pur di instaurare una tregua con i mafiosi: questo sembra dirci questa sentenza.
“Le sentenze si rispettano – dicono il segretario regionale di Articolo Uno, Pippo Zappulla e l’onorevole Maria Flavia Timbro, responsabile nazionale legalità e lotta alle mafie dello stesso partito – Attenderemo con interesse di leggere le motivazioni sulla base delle quali i magistrati di Palermo hanno assunto questa decisione, ma non possiamo fare a meno di constatare, da cittadini prima di tutto, che una decisione come questa rischia di lasciare ombre inquietanti su un periodo recente e doloroso per la storia del nostro paese.
Un periodo nel quale uomini dello Stato come Falcone e Borsellino hanno perso la vita per affermare il principio che lo Stato, in nessun caso e a nessun titolo può avviare un’interlocuzione con la mafia, perché nella nostra idea di stato per le richieste della mafia non c’è posto.
Attendiamo di leggere le motivazioni nella sentenza – concludono Pippo Zappulla e Maria Flavia Timbro -, certi che però nel nostro agire civile e politico mai arretreremo da questo principio e mai si dovrà smettere  di cercare la verità su quella che era e resta una delle vicende più oscure della storia del nostro paese”.