Articolo Uno Grugliasco: appello alle forze progressiste, il documento

Piemonte

Articolo Uno di Grugliasco intende lanciare un appello accorato a tutte le componenti politiche che si possano riconoscere nei valori fondativi della Repubblica, dalla centralità del lavoro al ripudio della guerra e dei vecchi e nuovi fascismi, dal ruolo strategico dell’istruzione pubblica alla cura del territorio. Pensiamo che siano maturi i tempi affinché si apra una discussione franca e approfondita, finora soltanto evocata da più parti e mai davvero avviata, utile a porre i presupposti per la creazione di un Campo di ispirazione ed orientamento progressista, aperto al contributo ed alla partecipazione delle forze sociali, del lavoro e liberaldemocratiche. Questa determinazione deriva dalla consapevolezza dell’urgenza di una forte discontinuità rispetto al consolidato modello liberista che, nella sostanziale inadeguatezza delle risposte alle innumerevoli e stringenti questioni emerse tutte contemporaneamente a seguito della pandemia, ha messo in evidenza il suo logoramento e la sua incapacità di risposte efficaci e risolutive. Il domani di tutti noi, se non pensato e programmato con attenzione, sarà denso di gravissimi pericoli per la democrazia e la coesione sociale in questo Paese, in Europa e nel mondo. E’ il momento, da parte di tutte le persone responsabili, nella loro individualità così come nelle loro espressioni organizzate, di uno scatto capace di porre i presupposti per una società più giusta ed equa, sottratta alla dittatura globalizzata delle regole del mercato e consegnata a logiche di redistribuzione della ricchezza, di giustizia e pace sociale, di sviluppo sostenibile e di tutela dell’ambiente. A questo passo in avanti ne devono corrispondere molti altri all’indietro, con l’abbandono delle comode rendite di posizione, dei patetici risentimenti personali e di tutto l’obsoleto armamentario di una politica che, se non saprà adeguarsi, imploderà consegnando i destini della società nelle mani di avventuristi, mestatori e forze regressive la cui azione, potenziata dalla pratica del populismo, avrà un effetto disgregante sulla comunità democratica, favorendo soluzioni autoritarie. Articolo Uno di Grugliasco sottopone a tutte le forze che si riconoscano in una prospettiva di progresso, in ferma contrapposizione ad una destra che non riesce a emendarsi dalla sua natura eversiva, alcuni temi che possano costituire la base sulla quale costruire il confronto, iniziando da cinque punti: 1) Ripristino della centralità della funzione pubblica (sanità, scuola, trasporti) a tutela della collettività. 2) Fiscalità generale e progressiva (massimo ampliamento delle spese scaricabili dalle persone fisiche, contrasto al dumping fiscale in Europa e disincentivi alle aziende che ne fruiscono, inasprimento delle sanzioni penali per l’evasione fiscale) 3) Tutela dei lavoratori (salario minimo, contratti collettivi per categorie di lavoratori, emersione del lavoro nero) 4) Integrazione e regolamento dei flussi migratori (ius culturae, regolarizzazione dei lavoratori immigrati presenti sul territorio nazionale, razionalizzazione degli ingressi tramite identificazione e reperibilità dei soggetti) 5) Massiccio piano di investimenti, anche parcellizzati, per l’ambiente (utilizzo fondi europei) rendendo prioritaria la messa in sicurezza del territorio. Non c’è tempo da perdere. Il re è nudo e continuare ad ignorarlo, traccheggiando nella gestione dell’esistente, potrebbe portare a un punto di non ritorno. Un segnale forte e convinto in senso unitario, in un momento come questo può costituire, fra l’altro, un efficace strumento di aggregazione del consenso, incrinando l’inerzia che ha favorito le destre, alle quali è stato consentito da troppo tempo di scandire sostanzialmente l’agenda del discorso pubblico. La politica deve tornare ad assumere le proprie responsabilità di orientamento e guida della società, mettendo da parte i troppi compromessi degli ultimi decenni. Ognuno se ne faccia carico e iniziamo a progettare insieme un futuro di progresso per noi e i nostri figli.