È iniziato finalmente, come scrive il Corriere della Sera, “il più grande piano di rigenerazione urbana d’Europa che farà dell’ex area siderurgica Falck la città del futuro” e mi piace dirlo soprattutto alla mia nipotina appena nata.
Cara Elena, è giusto che tu sappia che correva l’anno 1996 quando la Falck ha spento definitivamente l’ultimo altoforno. C’erano ancora circa 900 operai da ricollocare e grazie al contributo dei sindacati, la giunta Penati è riuscita a a trovare una degna occupazione a tutti senza causare drammi sociali. Da quella data, e per molto tempo, abbiamo passato serate a discutere e immaginare il futuro di quell’area fino a concordare su un progetto a firma Renzo Piano così disegnato:
– una stazione ferroviaria nuova, a scavalco dei binari, pensata come un ponte che collegava la nuova città con la “vecchia”;
– la nuova sede dell’Istituto dei tumori e del Besta, una funzione di assoluta eccellenza dedicata alla cura e alla ricerca delle malattie,
– circondati da un grande parco, come in un tenero abbraccio per creare un’area-silenzio;
– i grandi manufatti industriali che resteranno a futura memoria della storia della città del lavoro, con funzioni prevalentemente culturali e in un territorio perfettamente bonificato.
E questo progetto, cara Elena, è patrimonio esclusivo delle amministrazioni di sinistra, delle giunte Chittò, Oldrini, Penati e del contributo importante di Fiorenza Bassoli anche lei ex-sindaco della nostra città.
È un progetto che abbiamo discusso con i diversi imprenditori che si sono succeduti in questi 25 anni, un progetto che abbiamo difeso contro tutte le obiezioni, spesso strumentali, della precedente opposizione dei partiti di destra ora al governo della città e che senza vergogna si attribuiscono meriti che non hanno.
È un progetto che abbiamo fortemente voluto perché avevamo e abbiamo a cuore il tuo futuro, cara Elena e siamo disposti tuttora ad approfondire con gli attuali costruttori partecipando alla sua realizzazione con le nostre idee, come dice Mario Abbadessa nella sua intervista.
Quindi, cara la mia piccola Elena, non so dove sarai tu fra venti anni, ma se tu capita di passare per Sesto e visiterai le aree ex-Falck, sappi che anche tuo nonno, nel suo piccolo, ha dato il suo contributo a questa “Città del futuro”.
Tanti auguri.