Dopo il taglio del 25 per cento delle retribuzioni, il gestore aeroportuale SAVE, società capofila di Triveneto Sicurezza, che assicura i servizi di presidio e security presso gli aeroporti “Marco Polo” di Venezia e “Canova” di Treviso, ha comunicato ai rappresentanti sindacali che non corrisponderà il supplemento economico di 12 settimane previsto per la cassa covid-19.
Inoltre, la stessa SAVE fa sapere che non provvederà all’anticipo della cassa integrazione spettante all’INPS. Ad onta di tutto ciò, il presidente di SAVE ha annunciato pochi giorni fa l’approvazione del master plan di ampliamento dell’aeroporto Canova, mentre poche settimane fa trionfalisticamente confermava gli investimenti sul Marco Polo di Venezia.
E’ chiaro ormai che SAVE non solo sta facendo pagare le conseguenze della crisi pandemica ai lavoratori (sono oltre 600 quelli interessati, tra lavoratori a tempo indeterminato e stagionali), ma sta altresì usando della crisi per ristrutturare al ribasso il costo del lavoro esponendo centinaia di famiglie alla precarizzazione.
Una scelta sciagurata e ingiustificabile, figlia di una concezione retriva e padronale delle relazioni sindacali. Tanto più inaccettabile, se pensiamo che SAVE è un gestore di un servizio pubblico che agisce in forza di una concessione statale, che ha potuto giovare sulla straordinaria rendita di posizione derivante dell’attrattività delle località turistiche del Veneto.
Condividiamo e condivideremo tutte le iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali per tutelare la loro posizione, e crediamo indispensabile a questo punto intervenire, se SAVE perseguirà in queste politiche, perché si valuti la revoca della concessione aeroportuale.
Il segretario Regionale
Articolo Uno Veneto
Gabriele Scaramuzza
Il segretario metropolitano
Articolo Uno Venezia Gianluca Trabucco |
Il segretario provinciale
Articolo Uno Treviso Michele Seno |