Poi capita, che in un freddo giorno di febbraio se ne vada uno come Franco Marini, portato via anche lui dal maledetto virus, poi capita che si pensi a quando chi come lui è sempre stato dalla parte dei lavoratori non abbia mai mollato quell’impegno di fondo, quella visione dei diritti di chi produce il bene comune di cui non si può fare a meno.
Capita, come sempre, in questi casi che vi sia una valanga di “coccodrilli”, non sempre del tutto sinceri, ma capita com’è giusto che ci sia che anche chi non sempre si è trovato in accordo con lui, ma magari ha in ogni caso con lui condiviso un pezzo della storia di questo Paese esprima sincero dolore e un ricordo affettuoso e deferente, quello che senza dubbio merita una persona che ha dedicato la sua vita al riscatto e all’emancipazione delle classi lavoratrici, da uomo di punta del Partito Popolare e suo segretario, prima da segretario nazionale della Cisl succedendo a Pierre Carniti, poi tra i fondatori del Partito Democratico, parlamentare, Presidente del Senato, candidato in pectore Presidente della Repubblica sacrificato sugli altari, insieme poi a Romano Prodi, all’arroganza distruttrice di Matteo Renzi.
Capita di rimpiangere già l’assenza di un uomo che ha dedicato la vita al suo Paese, capita di salutarlo e di ringraziarlo perché anche se non sempre siamo stati in perfetta sintonia, abbiamo sempre saputo di essere dalla stessa parte.
Ciao Franco, ci mancherai.