Articolo Uno Toscana a Giani: basta attacchi a Speranza e al governo

Toscana

La recente presa di posizione del Presidente Giani, di evidente contestazione dell’operato del Governo ed in particolar modo del Ministro Speranza, francamente non l’abbiamo capita, soprattutto alla luce dell’appello all’unità istituzionale formulata dal Presidente Mattarella.
Non si tratta di bon ton nei confronti di chi, come Speranza, è venuto mettendoci la faccia e la sua grande credibilità conquistata sul campo, a sostegno dell’elezione di Giani e del centro-sinistra toscano, bensì qualcosa di diverso ed ancora più importante come si evince dalle ultime affermazioni dell’intervista rilasciata a “Il Tirreno” dove il Presidente Giani chiede una sorta di “pieni poteri” in merito alla gestione della pandemia.
Serve a poco dichiararsi uomo delle istituzioni quando di fatto si mina, con tale affermazione l’unità costituzionale del Paese, andando inconsapevolmente ad alimentare quella strategia secessionista, alimentata dalla destra, alla ricerca di consensi corporativi, incurante dell’interesse generale.
Vi è un cinico uso politico, ormai evidente, della pandemia contro il Governo e le sue politiche volte alla tutela dell’interesse generale. Poteri forti alla caccia delle risorse europee, usando anche il disagio oggettivo di settori sociali particolarmente colpiti e tentati da logiche particolaristiche e settori trasversali di potere politico, a partire dalla destra sovranista, sono ormai lanciati in un attacco frontale in nome dei loro privatissimi interessi.
In questo quadro la tragedia della pandemia rischia di tramutarsi in farsa, si veda l’argomento dei criteri per la zonizzazione, quando i cosidetti “Governatori” si pongono come un potere autonomo insidiando la stessa legittimità del Parlamento, unico depositario della rappresentanza della Nazione.
Verrà il tempo, finita la pandemia, che tutto questo dovrà trovare lo spazio di una profonda riflessione. Per l’intanto dove sta la Toscana? Che ha eletto le proprie rappresentanze proprio contro questa logica. La Toscana non può dunque che unirsi, dialetticamente quanto si vuole, all’attuale Governo proteso ad affrontare l’emergenza con un’impostazione riformatrice ed universalistica, sostenendo i suoi rappresentanti più esposti, senza prestarsi, vogliamo pensare inconsapevolmente, a proditori attacchi, e raccogliere in tal modo l’appello e monito del Presidente Mattarella.
Crediamo che su questo tutta la Toscana democratica possa e debba ritrovarsi unita, senza lasciarsi distrarre da giochetti politici carnevaleschi, ma concentrandosi sulle risposte da dare ai propri concittadini, che vivono con angoscia e sofferenza il tempo che viviamo. Quando tutto questo sarà finito, occorrerà forse ripensare anche al modello di elezione diretta dei Presidenti di Regione, che in questa fase drammatica ha mostrato tutta la sua criticità.

Segreteria Regionale
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