Articolo Uno Rai: il nominificio non chiude mai, urge riforma radicale

Politica

Una cosa questo vertice aziendale porta avanti con infaticabile determinazione: la nomina come una ragione di esistere, come una missione. Mai applicarsi alla missione del servizio pubblico, mai pensare al pubblico, alle esigenze multiformi della sua umanità. Mai pensare al proprio dovere sociale nel condurre una istituzione così importante per un paese intero, soprattutto in questo momento così difficile.

Sarà un limite manageriale di questa dirigenza o un limite strutturale del sistema di servizio pubblico così tante volte offeso, depredato, tradito.

Anche per questo Articolo Uno Rai accoglie con entusiasmo la presa di posizione dell’on. Fedeli sulla necessità e l’urgenza di una nuova legge di riforma della Rai. Il nostro gruppo sulle questioni cruciali dell’azienda non si è mai risparmiato e ne ha sempre puntualmente messo in evidenza sia i difetti strutturali che quelli legati alle inadeguatezze dei vertici.

Una nuova legge non è più rinviabile anche nel pieno della crisi Covid, anzi a questo punto s’impone.

Qualcuno potrà dire che in questo momento ci sono ben altre esigenze. Tuttavia le proposte che negli anni si sono accumulate nei cassetti di Camera e Senato, sono talmente tante da avere solo l’imbarazzo della scelta. Compresa quella che ci appare la più convincente presentata da Federico Fornaro che propone un sistema duale con due organismi uno di indirizzo e l’altro di controllo, giacché l’attuale sistema si presta ad una infiltrazione della politica non più tollerabile.