Articolo Uno Rai: il tragico tramonto di un vertice inadeguato

Politica

Non bastava la riprovazione generale per il progetto di cancellazione di Rai sport e l’accorpamento di Rai storia e rai 5, (con 30 mila firme per scongiurarlo) l’Amministratore Delegato e il Consiglio di amministrazione dovevano ancora sorprendere per la loro inadeguatezza al ruolo: da una parte dicono di voler tagliare le spese e dall’altra continuano con le nomine.  Un vertice aziendale dedito solo alla bassa cucina, senza nessuna capacità di progettare l’adeguamento dell’offerta di servizio pubblico che il paese chiede nella drammatica situazione in cui si trova. Una inadeguatezza che le circostanze rendono ancor più evidente e pericolosa.

Non sono stati in grado di varare il piano industriale ma nemmeno “l’emendamento” a quel piano che cancellerebbe Rai sport e Rai storia: entrambi fatti abortire per manifesta inutilità e irrealizzabilità. Quali altri danni devono fare perché il sistema politico di maggioranza decida di cambiare? Ma le nomine quelle non si toccano anche a costo di apparire incoerenti rispetto alla grave crisi finanziaria in cui versa l’azienda.

Nell’ultimo cda il consigliere Riccardo Laganà, quello che rappresenta i lavoratori e l’unico ad essere stato eletto, esasperato dall’ennesima nomina, ispirata dalla destra e senza che ne fosse giustificata la scelta, ha abbandonato i lavori.

Significa che i lavoratori dell’azienda non credono più in chi li deve dirigere, (ammesso che ci abbiano mai creduto), di fatto una sfiducia chiara e netta.

Nel cda, rimasto sorprendentemente di centrodestra, comunque qualcosa non torna lo stesso, se è vero che la consigliera di nomina 5 stelle ha votato a favore, mentre quella PD Rita Borioni, ha votato contro. Una situazione di marasma dove si stenta a cogliere una logica.

Sfiduciata dal pubblico, sfiduciata dai lavoratori, sfiduciata dalla maggioranza politica, diventa davvero difficile per questa dirigenza continuare imperterrita per i mesi che rimangono fino alla fine del mandato, prima che per la Rai sia troppo tardi. Sarebbe una responsabilità enorme portare alla rovina uno dei capisaldi della nostra società, della nostra cultura: l’archivio storico e iconografico di un secolo di vita nazionale.

Lo ha dichiarato Articolo Uno Sezione Rai.