Articolo Uno Rai: un “non è mai troppo tardi” dell’alfabetizzazione digitale

Politica

Mai come in questo periodo si percepisce una nuova emergenza, persino più allarmante del Covid. Di continuo la cronaca nera ci mette davanti ad una regressione dei comportamenti, ad istinti primordiali di sopraffazione, che riportano ad un deficit di civiltà, ad un abisso di vuoto intellettuale, culturale e di umanità. Crimini violenti compiuti senza motivo o solo per il piacere di far male.

Forse ci eravamo illusi che una certa uniformità dei livelli di consapevolezza sarebbe andata di pari passo con una maturazione che portasse ad un livello minimo accettabile di civiltà collettiva. Non è stato così e spiegarsene i motivi è un esercizio utile ma complesso.

Sta di fatto che insieme a tutte le emergenze che dobbiamo affrontare se ne aggiunge una che forse c’è sempre stata ma di cui adesso avvertiamo l’urgenza: la necessità di un nuovo umanesimo, di una civilizzazione più capillare, di una alfabetizzazione alla convivenza; tutte necessità a cui ci richiamano le migliori menti.

Un’impresa difficile che necessita di uno sforzo enorme di cui solo lo Stato può farsi carico con la scuola certamente, ma anche con le piattaforme multimediali, e questa dovrebbe diventare la prima grande missione del servizio pubblico e quindi della Rai.

Per questo insistiamo perché l’azienda radiotelevisiva pubblica entri nella rete unica e assuma la duplice funzione di garantire la connettività come diritto universale, e di fornire contenuti educativi finalizzati a favorire l’ingresso nell’era del moderno umanesimo, dell’umanesimo 2.0. Tutto pensato con le garanzie di pluralismo, di una formazione a monte della politica che fornisca i fondamentali della civile convivenza.

Un “non è mai troppo tardi” sia dell’alfabetizzazione digitale che di quella comportamentale. Bisogna fare un ripasso di quei valori su cui si fonda la nostra repubblica e il vivere civile. Altro che prorogare il consiglio di amministrazione, bisogna rifondare l’azienda e strutturarla per essere un sistema educativo efficiente, perché di questo c’è bisogno più che mai.

Così un comunicato di Articolo Uno Rai.