C’è un senso nei risultati delle amministrative francesi, nel successo delle liste ecologiste, nel rinnovo del mandato alla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, socialista che ha fatto dello sviluppo ecologista della sua città la sua bandiera, l’asse portante della sua amministrazione. C’è un senso nella crescente sensibilizzazione in merito alla questione ambientale e non può che essere il senso stesso, oggi, dell’esistenza delle forze progressiste: il senso dell’impossibilità di scindere le battaglie per il progresso sociale da quelle per la sostenibilità ambientale, per la difesa del nostro martoriato pianeta.
Non sono battaglie parallele, sono la stessa battaglia con obiettivi univoci di liberazione dai sistemi che sfruttando l’umanità sfruttano e impoveriscono il pianeta.
Oggi l’attenzione ecologista non è un “settore”, è parte strategica della lotta di emancipazione, di riconversione dei sistemi produttivi, di cambiamento del vivere quotidiano, di nuove e futuribili visioni del mondo, di costruzione di una prospettiva nuova che non può attendere oltre.
Oggi il pensiero socialista o è ecologista o non è.
Oggi la critica al capitalismo finanziario, al capitalismo selvaggio passa necessariamente attraverso una battaglia per stroncare lo sfruttamento di questo pianeta esausto, oggi se non si ha una visione nuova, diversa della società che vorremmo costruire non ci si può definire socialisti.
L’ecosocialismo su cui è nato Articolo Uno non è una moneta con due facce, su una l’emancipazione sociale e sull’altra la sostenibilità ambientale, è una moneta che sulla stessa faccia ha entrambe le questioni, imprescindibili, legate a catena l’una all’altra; la stessa faccia.
Sono tanti i temi da sviluppare, da studiare, discutere, da approfondire con forza perché il tempo che il pianeta ha a disposizione non è tanto e l’umanità non può attendere tempi biblici su questo versante, è ora, davvero, di agire con fermezza e risoluzione, di rivedere il modello con il quale ci siamo accompagnati nel secolo precedente e nell’avvio di questo.
Oggi essere socialisti e pensare alla salvaguardia e alla ricostruzione dell’ambiente è un’unica cosa, lavorare per costruire una forza di sinistra capace di elaborare visioni del futuro nuove significa impegnarsi in una lotta non facile, ma ineludibile, contro un capitalismo selvaggio che del pianeta sta facendo un deserto.
È la sfida di questo secolo, ecosocialismo.
Per questo vogliamo essere generatori di una cultura nuova rivolta al presente e proiettata nel futuro, per questo vogliamo essere generatori di ecosocialismo .