Buon 2020 ai ragazzi che hanno manifestato ogni venerdì per i figli che non hanno ancora avuto, mentre i loro genitori si giravano i pollici e consumavano negli anni tutto quello che potevano. Come non ci fosse un domani.
Buon 2020 a chi ci dimostra che la domanda di democrazia e libertà non esiste solo in Occidente. Guardiamo a cosa accade in paesi come il Libano, la Palestina, l’Iraq, il Cile e facciamoci le domande giuste. Nonostante i carrarmati che tornano per strada, la polizia che reprime, tortura e incarcera e i governi che abbassano le saracinesche impauriti dalle novità, continuano a resistere e riempire le piazze. Perché la sete di giustizia non ha confini.
Buon 2020 al popolo curdo, umiliato e abbandonato da un voltafaccia senza precedenti. Li elogiano nei convegni, ma li isolano sul campo. Ipocriti che prima hanno fabbricato in vitro l’Isis ed ora scaricano chi l’ha combattuto a testa alta.
Buon 2020 a Lula perché non si possono imprigionare le idee attraverso un golpe voluto da una magistratura connivente con l’estrema destra. Un metalmeccanico può tornare a fare il Presidente di un grande paese dell’America Latina.
Buon 2020 alla Gran Bretagna: hanno scelto la Brexit che è una scorciatoia pericolosa. Una decisione che pagheranno i più deboli perché ogni volta che si allarga il canale della Manica finisce così. C’è chi si inventerà un paradiso fiscale e chi subirà gli effetti delle delocalizzazioni. Rimpiangerete Corbyn.
Buon 2020 agli Stati Uniti d’America perché si possano liberare di quella cappa di muri, dazi, corruzione e pregiudizi che hanno accompagnato la presidenza Trump. Ci sono energie giovanili, libertarie, neosocialiste oltreoceano che faranno la differenza. Io tifo per il vecchio Bernie.
Buon 2020 alla vecchia Europa perché non può continuare così: o svolta o muore. L’austerity ha mandato sul lastrico milioni di persone, distrutto il ceto medio, dimezzato la classe operaia, favorito gli estremismi e i sovranismi. Forse sarebbe l’ora di finirla, rilanciare gli investimenti pubblici, far respirare l’economia, salvare un modello sociale che ha garantito salute, diritto allo studio e benessere per tanti.
Buon 2020 a Papa Francesco perché parla anche a chi non crede, non sale sul piedistallo di un magistero millenario e non esita a mettere le mani nelle contraddizioni di un capitalismo che uccide il pianeta. Un rivoluzionario in un mondo di timidi abatini.
Buon 2020 a chi guadagna mille volte quello che gli servirebbe per vivere. E si lamenta persino delle tasse troppo alte. Chi ha di più deve dare di più altrimenti viene meno il senso di una comunità solidale. I giganti del web si preparino finalmente ad aprire il portafoglio.
Buon 2020 per chi lavora da precario, in nero, a cottimo, a chiamata, a part-time involontario e chi più ne ha più ne metta. Perché tutti abbiano un lavoro senza aggettivi, vero, stabile e con una gamma di diritti insindacabili. Bye bye jobsact.
Buon 2020 a Napoli. Bella addormentata nel suo folclore autoconsolatorio, drogata di turismo impulsivo, incapace di ritrovare una vocazione produttiva. Si è svuotata di giovani, che sono scappati per trovare un motivo per vivere, crescere, sviluppare le proprie idee. Una capitale non può consentirsi di essere decapitata di un’intera generazione. Non dura a lungo il suo splendore senza che finisca per morire di depressione e di radicamento. Dobbiamo farli tornare a casa.
Buon 2020 a Matteo Salvini. L’ha fatta grossa chiedendo i pieni poteri, calpestando la Costituzione antifascista, sequestrando innocenti su una nave mentre provavano a sbarcare su un territorio sicuro. Nulla di personale, ma impegniamoci davvero perché la dieta dal potere duri quanto più a lungo possibile.
Buon 2020 al Governo Conte perché questo sia un anno di svolta. Passare dalla resistenza al progetto è una scelta necessaria. Non si può andare avanti solo per impedire agli altri di vincere le elezioni. Serve una visione comune, un disegno di società, un blocco sociale di riferimento. Un governo che sostiene chi vive del proprio lavoro, che scommette sull’uguaglianza e la giustizia, che difende e allarga lo stato sociale. Che sia la volta buona.
Buon 2020 alla sinistra. Divisa, indebolita, spaventata. La vorrei più combattiva, più padrona di se stessa, più convinta delle ragioni per cui sta al mondo. Senza complessi di inferiorità e ansia di legittimazione. Una sinistra compiutamente socialista ed ecologista. Inutile continuare a camuffarsi: di moderati, benpensanti e destrorsi ce ne sono già tanti, troppi in circolazione.