La riforma della Pubblica amministrazione è uno dei nodi essenziali da affrontare per modernizzare il paese. Stupisce che pochi ne parlino, quasi fosse un problema secondario, quando invece insieme a messa in sicurezza del territorio, politiche industriali all’insegna della sostenibilità sociale e ambientale e un piano per il mezzogiorno, rappresenta uno dei punti sui quali la politica dovrebbe concentrarsi e porre tutte le attenzioni.
Da un esame attento dei dati appare chiaro che sulle tasche degli italiani gravano più gli sprechi nella Pubblica Amministrazione che l’evasione fiscale.
L’ufficio studi della Cgia di Mestre, pochi mesi fa, ha raccolto alcuni dati forniti dalle istituzioni pubbliche e li ha comparati con le stime del Ministero dell’Economia sull’ammontare del mancato pagamento delle tasse. Risultato: l’evasione fiscale raggiunge i 110 miliardi di euro mentre il costo che cittadini e imprese sopportano a causa di sprechi e sperperi nella PA è stimato in circa 200 miliardi.
In una classifica dell’impatto economico che le inefficienze pubbliche hanno sugli italiani, al primo posto c’è la burocrazia:
burocrazia: 57 miliardi;
debiti commerciali della Pubblica Amministrazione: 53 miliardi;
infrastrutture: 40 miliardi;
giustizia: 40 miliardi;
spesa pubblica: 24 miliardi;
sanità: 23,5 miliardi;
trasporto pubblico locale: 12,5 miliardi.
Causa di danni economici a cittadini e imprese oltre agli sprechi e inefficienze è anche il mancato rispetto da parte della P.A. di norme e regolamenti vigenti. Secondo l’associazione dei piccoli imprenditori e artigiani di Mestre “il record di infrazioni europee subite dal nostro Paese fino a oggi dimostra che le nostre istituzioni pubbliche devono migliorare tantissimo”.
L’Italia purtroppo conta una lunga lista di procedure di infrazione in corso (addirittura 71), aventi a oggetto tra le altre: la pessima qualità dell’aria presente in molte città, la presenza di arsenico nell’acqua potabile, il mancato rispetto dei tempi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione e i livelli di inquinamento presenti nell’area dell’ex Ilva di Taranto.
Lotta all’evasione e legalità sono i due capisaldi sui quali dovrebbe poggiare un’azione tesa a ridurre i costi gravanti sulle tasche dei cittadini. La lotta all’evasione deve essere portata avanti con rigore: chi evade è giusto che paghi. Discorso a parte farei per la piccola evasione di sopravvivenza perché cittadini e istituzioni devono formare una comunità, e una comunità si regge sulla reciproca fiducia; è quindi giusto che tutti contribuiscano ma deve esserci una mano tesa nei confronti di chi oggettivamente non ce la fa. Rigore contro chi può e non fa, mano tesa a chi non ce la fa. La legalità deve essere rispettata da tutti: sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati, perchè l’inosservanza della legalità di norme e leggi produce effetti negativi sulle tasche e sulla qualità della vita dei cittadini sia che venga da parte privata e ancor più, come dimostrato, se viene da parte pubblica.
L’abbassamento dei costi della pubblica amministrazione permetterebbe un allentamento della pressione fiscale e una sostanziosa riduzione del debito pubblico. Questi risultati possono essere ottenuti solo attraverso una vera riforma della pubblica amministrazione. Fino ad oggi non si è mai intervenuti con un disegno unitario che riguardi insieme la struttura della pubblica amministrazione, la sua organizzazione, la disciplina dei comportamenti, i servizi che offre e gli interessi che tutela. Per compiere questa “impresa titanica” ma quanto mai necessaria per l’ammodernamento del paese servirebbe però un governo di continuità, magari di legislatura, che abbia volontà e competenze per metter mano a questa riforma.