Leonilde, chiamata Nilde, aveva solo quattordici anni quando perse il padre, ferroviere socialista che aveva pagato con la perdita del lavoro il proprio impegno politico e sindacale e dovette arrangiarsi da sola per proseguire gli studi conquistandosi borse di studio che le permisero di arrivare sino alla laurea in lettere conseguita nel 1942 all’Università Cattolica di Milano.
Staffetta partigiana prima e poi grande protagonista delle battaglie femminili, nel 1946 Presidente dell’Unione Donne Italiane, con perseveranza e rigore nel dopoguerra rafforzò e continuò il suo impegno politico da consigliere comunale del PCI a Reggio Emilia, la sua città natale, sino ad arrivare, prima donna, a ricoprire per ben tre legislature la carica di Presidente della Camera.
Nilde fu una delle madri costituenti e spese la sua vita nell’impegno parlamentare ricoprendo diversi incarichi; presiedette tra il 1993 e il 1994 la commissione affari costituzionali e fece parte dal 1969 al 1979, quando si tennero le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento Europeo, della delegazione italiana presso il Consiglio Europeo.
Dirigente comunista e donna delle istituzioni trasversalmente riconosciuta sino ad essere incaricata nel 1987 dal Presidente della Repubblica Cossiga di un mandato esplorativo per la costituzione del Governo ed essere nel 1992, prima donna, candidata della sinistra alla Presidenza della Repubblica.
Una madre della Costituzione e della nostra Repubblica democratica, un esempio limpido di unione dell’impegno politico con il ruolo di garante delle istituzioni; rigore morale e passione politica furono i caratteri e le linee guida della sua vita sino alle dimissioni da deputata che volle presentare nel novembre del 1999 dato che le sue condizioni di salute non le permettevano di essere presente in aula.
Di lì a poco, il 4 dicembre del 1999, si spense nella clinica dove era ricoverata.
Oggi a vent’anni dalla sua scomparsa è impossibile non ricordarla, non sentire nel suo esempio lo sprone per continuare con determinazione le battaglie e il lavoro che oggi si debbono affrontare, non è possibile non inviarle un grande grazie per tutto quello che ha fatto e che ha rappresentato.