Giovedì 28 novembre, è stato annunciato dal Ministro dell’economia Roberto Gualtieri con un tweet, il taglio della cosiddetta “Tampon Tax”: si tratta dell’abbassamento dell’IVA sugli assorbenti, che passerebbe così dall’attuale 22% al 5%.
Finalmente un passo in avanti in questa battaglia di civiltà, si dirà. Finalmente una prima risposta al problema, una soluzione sostenibile per l’ambiente in linea con gli altri provvedimenti green che questo Governo dichiara di voler portare avanti.
Un risultato importante, se non fosse per un particolare. Se dobbiamo prendere per ufficiale il tweet del Ministro l’abbassamento dell’IVA è previsto solamente per gli assorbenti compostabili e biodegradabili.
Detto ciò, potremmo tutti provare a fare un semplice test, in ufficio, in famiglia o altrove. Dovremmo porre alle donne presenti la seguente domanda: “Quante di voi sono a conoscenza dell’esistenza in commercio sul mercato italiano di assorbenti compostabili e biodegradabili?” E in caso di risposta affermativa, capire in quante ne comprano abitualmente.
Le risposte renderanno assai semplice comprendere il problema: pochissime. La maggioranza delle donne italiane compra abitualmente assorbenti “normali” con un costo che oscilla a confezione tra i 2€ per le versioni più economiche e i 3/4€ per i prodotti più ricercati. Chiariamo subito che la scelta del modello più adatto deriva da necessità fisiche, non modaiole. Le stime parlano di circa 5 assorbenti utilizzati per ogni giorno di ciclo fino a 11.500 assorbenti o tamponi utilizzati da ogni donna nell’arco della vita. In molte, negli ultimi anni, hanno scelto per ragioni ambientali, problemi di allergie o altro di utilizzare le coppette mestruali o gli assorbenti lavabili, prodotti che, nonostante la loro maggiore sostenibilità ambientale, rimarranno con IVA invariata al 22%.
In Italia, attualmente, reperire assorbenti compostabili e biodegradabili è veramente difficile. Facendo delle ricerche si scopre che alcuni supermercati hanno tra i loro scaffali assorbenti “eco compatibili”, ma che di eco compatibile hanno solo l’involucro e ad una ispezione più attenta leggiamo sulle confezioni l’indicazione di smaltire l’assorbente nel “secco/indifferenziato”. Per trovare qualcosa che si avvicini alla definizione “compostabile e biodegradabile” bisogna armarsi di carta di credito e andare sui grandi portali di e-commerce, dove è presente un’offerta più o meno ampia di prodotti che rientrano nella definizione, con costi più alti dei normali assorbenti da supermercato e una reperibilità minore. Prodotti fatti di cotone biologico 100% e privi di sostanze chimiche tossiche, per i quali però, scorrendo le domande dei clienti e le relative risposte, non è chiara la procedura corretta di smaltimento.
Sarebbe il caso, quindi, di spiegare più correttamente su quali prodotti verrà ridotta l’IVA, solo così potremo spiegare quanto sarà il beneficio per la popolazione femminile e soprattutto se di reale beneficio si tratterà.
Sarebbe anche importante chiarire cosa esattamente si intende per assorbenti compostabili e biodegradabili, così da chiarire anche quale sarà il beneficio per l’ambiente.
In Italia, in provincia di Treviso, c’è il primo impianto che tramite un vero e proprio processo di riciclo, fa sì che anche i prodotti assorbenti per la persona già utilizzati che prima finivano in discarica o in un inceneritore, possano tornare a nuova vita ed essere trasformati in stampelle, mollette, sedie di plastica, in cartoni da imballaggio industriali o anche in nuovi prodotti assorbenti. Queste sono buone pratiche da sostenere per garantire un futuro alla nostra Terra. Scontare la tassazione per alcune tipologie di assorbenti il cui beneficio ecologico non è chiaro, è un passo troppo timido.
La strada intrapresa favorirà davvero un percorso virtuoso verso scelte collettive più sostenibili per l’ambiente? Ad oggi sembra più una suggestione, mentre il conto economico a cui annualmente ogni donna deve far fronte è molto concreto. La scelta di un assorbente deriva da diversi fattori, per molte, oggi, purtroppo, anche da motivi economici e non solo di comodità. Cogliamo questa occasione per far passare un principio, non un aiuto caritatevole. Rischiamo con queste scelte di ottenere risultati per poche e non per tutte. Dire che abbassiamo l’IVA sugli assorbenti significa farlo su tutte le tipologie di assorbenti e coppette mestruali.
Confidiamo che le donne che hanno alzato la voce su questo tema, che l’hanno portato in parlamento vadano oltre e si impegnino per estendere l’agevolazione a tutti gli assorbenti. Per tutte e non per poche.