Alle elezioni presidenziali in Romania del novembre 2019 ha vinto Klaus Iohannis. Contrariamente ad altri paesi europei, in Romania il sovranismo non era rappresentato dalla destra conservatrice ma era camuffato da sinistra social democratica.
Gli elettori hanno capito, e quello che hanno punito è la corruzione e la mancanza di coraggio nel fare un rinnovamento dei candidati basandosi su requisiti quali: onesta, capacità e merito.
Quello che i cittadini rumeni ci insegnano è che gli elettori non guardano più alle sigle di partito, ma alla coerenza tra candidato e programma elettorale.
Il sogno di far parte di una Europa comune è ormai una realtà, come dimostra il grande numero di rumeni che hanno votato all’estero.
Non si può tornare indietro, ma solo proseguire per rendere più stabili i diritti dei cittadini della Diaspora.
Solo cambiare il meccanismo di voto ha permesso a un numero maggiore di aventi diritto di poter votare, solo in Italia sono stati più di 190.000, e quasi un milione in tutta la Diaspora.
Per il futuro la sfida ha due parole d’ordine: rinnovamento e trasparenza. Speriamo che anche in Italia sappiano cogliere le forze, gli spunti di riflessione che porta questo risultato.
