Articolo Uno Liguria: per il futuro centrosinistra serve un percorso dal basso

Liguria

Nel 2015 si consumò in Liguria la prima di una serie di pesanti sconfitte del centro sinistra, culminato con lo spostamento a destra delle politiche del 2018.
All’origine vi furono allora, come in seguito, scelte politiche sbagliate, in primo luogo l’abbandono dell’unità che per dieci anni aveva sostenuto il governo regionale dal 2005 al 2015.
La rottura del centro sinistra ha contribuito a spostare quote amplissime di elettorato verso altre formazioni, M5S, e verso il disimpegno.
Da allora lo smarrimento dei temi del lavoro, il distacco dalla sofferenza sociale, l’indifferenza ideale hanno segnato l’ elettorato smarrito del centro sinistra, che fatica a ritrovare la fiducia.
La Liguria ha sperimentato in questi quattro anni il boato comunicativo di Toti, cui sottende una realtà sempre più problematica nella vita del mondo del lavoro, nell’esodo dei giovani che il lavoro lo cercano, nella fragilità ambientale.
In questo ambito la Giunta regionale è vissuta di rendita con l’inaugurazione e la valorizzazione di quanto era già stato fatto, ma si sta vedendo con i problemi delle spiagge che alla prima vera prova tutta sua si palesa l’inefficienza.
E poi la totale inadeguatezza ad affrontare un momento delicato per la sanità, dove Toti si è limitato alla formuletta tutta ideologica del più privato, mentre ormai il modello lombardo si è tradotto nel quotidiano corteo di liguri verso gli ospedali lombardi.
Le politiche sociali sono scomparse, scaricando sulle famiglie di disabili ed anziani il peso del sostegno e dell’assistenza.
Su tutto questo il centro destra sfugge ai confronti, fino agli abbandoni delle aule consiliari, con uno patetica parodia di Salvini, che peraltro sulle scelte politiche generali è sempre più il riferimento di Toti.
E’ in tale contesto che il centro sinistra deve ritrovare le ragioni della propria unità.
Per sconfiggere una destra inconcludente e dannosa per i liguri.
Per trovare nei tratti valoriali comuni il segno dei contenuti della necessaria e prioritaria elaborazione programmatica.
Si sta muovendo dalla sanità, ma è indispensabile allargare a tutte le problematiche di governo.
Il PD sta dando, con molti sui esponenti, un buon segnale di apertura rinunciando ad avanzare candidature di partito, ma è opportuno partire dai problemi, dalla critica all’operato del centro destra e dalla costruzione di una forte ed articolata proposta unitaria, da far crescere in un dibattito aperto con la società.
Anche da lì, con un percorso dal basso, potrà maturare la scelta di chi dovrà nei prossimi guidare una campagna molto difficile, ma che come altre volte, questa volta positivamente farà partire dalla Liguria un’aria nuova.