Accoglienza, Rossi: “Lo Stato non sia complice dei populisti e delle mafie”

Mondo

Enrico Rossi, Huffington Post

Nelle scorse settimane le ipotesi di un magistrato senza prove sui presunti legami delle Ong con trafficanti di esseri umani hanno scatenato scandalo e indignazione di molti esponenti politici e importanti giornali, campagne d’odio e bufale.

Il ministro Alfano, per esempio, ha dichiarato con disinvoltura: “Io do cento per cento ragione al procuratore Zuccaro, perché ha posto una questione vera”. La procura di Catanzaro ha eseguito ieri oltre sessanta arresti evidenziando gli interessi e gli illeciti di una potente cosca calabrese e di alcuni esponenti del clero e della Misericordia locale nella gestione del più grande centro d’accoglienza richiedenti asilo del Paese: il Cara di Isola Capo Rizzuto.

Sul caso del Cara di Isola Capo Rizzuto populisti, xenofobi e esperti di larghe intese si sono ben guardati dal prendere posizione con altrettanta nettezza. Lo stesso Alfano si è limitato a dichiarazioni di circostanza, senza cenni al groviglio mafioso.

Non intendo accusare nessuno, ma denuncio la responsabilità politica di chi ha perpetutato un sistema dell’accoglienza che da anni non affronta le sue enormi disfunzioni e contraddizioni; un sistema che ho da sempre criticato opponendomi come ho potuto e che ho contrastato apertamente nella mia Regione.

Ho scritto molte lettere all’allora ministro degli Interni, sollecitando una cabina di regia comune nella gestione dell’accoglienza e proponendo la buona pratica dell’esperienza toscana e di altre regioni che rifiutano le grandi concentrazioni e costruiscono con gli enti locali e le prefetture un’accoglienza diffusa.

Non ho mai ricevuto alcuna risposta. In questo modo l’accoglienza e l’asilo sono diventati un affare per guadagni facili senza regole e con enormi violazioni dei diritti umani. Centri come i Cara di Mineo, Foggia e Isola Capo Rizzuto, invece che luoghi di assistenza per richiedenti asilo, sono diventati depositi umani; disponibili per il lavoro nero, il caporalato e per uno schiavismo sostenuto con danaro pubblico e appaltato persino a organizzazioni criminali.

Non riesco a immaginare dove conduce questo abisso. Si può ipotizzare che siamo davanti a un enorme intreccio affaristrico e politico, una macchina del consenso e dell’intermediazione illegale cinica e disumana, disposta a somministrare cibo per maiali a donne e uomini che fuggono da guerre, sconvolgimenti climatici e miseria perdendo casa, patria e radici.

Questo immane crimine ci svela profondamente qual è la condizione dell’uomo nel nostro tempo. Il populismo e la xenofobia sono ideologie complici. Mentre nuovi partiti e leader politici costruiscono le loro fortune sostenendo che l’Italia è al colmo della sua capacità e che gli immigrati sono causa di insicurezza e delinquenza, imprese mafiose costruiscono le loro ricchezze sfruttando la cosidetta emergenza.

Lo Stato deve scegliere da che parte stare. Se dalla parte di amministratori e sindaci che hanno dato vita a esperienze di governo razionali ed efficienti o dalla parte di un oscuro mercato della paura e del malaffare.