Speranza: una nuova Resistenza per fermare Salvini

Roberto Speranza, Huffington Post

Lettera ai segretari del centrosinistra. Il governo gialloverde è al capolinea, costruiamo una nuova stagione per l’Italia. Dobbiamo impegnarci con ogni energia perché il suo principale protagonista, Matteo Salvini, non diventi definitivamente il dominus della politica italiana. La sua cinica spregiudicatezza si è palesata in tutta evidenza nelle ultime ore in cui ha deciso di anteporre i suoi interessi di parte a qualsiasi interesse della nazione, spingendo il Paese verso l’inedita avventura delle elezioni politiche durante la sessione di bilancio. È la vecchia idea dell’uomo forte che pensa di “prendersi tutto” contro cui è doveroso organizzare una Nuova Resistenza.

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Oggionni e Folena: le ragioni dell’Europa banco di prova della sinistra

Simone Oggionni e Pietro Folena, Il manifesto

È l’Europa a essere in crisi e a mettere in crisi il mondo, invecchiata, incapace di audacia, di ritessere un discorso pubblico in grado di affrontare l’età nuova. Non è sufficiente l’evocazione di un disegno federalista e neppure l’invocazione della forza spirituale della Chiesa. Occorre qui e ora il punto di vista autonomo della sinistra, occorrono le ragioni dell’eguaglianza e del lavoro. Una sinistra che ponga almeno le basi di una riflessione virtuosa, sincera. Che si confronti con le difficoltà tattiche e strategiche che impediscono oggi all’Ue di essere quel progetto di sovranità federale cui ambiamo. Un programma di governo su scala europea, sia chiaro. Ma con il contributo di ciascuna sinistra nazionale. In Italia davvero vi è chi pensi che può farlo questo Partito democratico, in balia di nodi irrisolti che si trascinano sin dalla sua fondazione? O le piccole organizzazioni politiche a sinistra del Pd, ciascuna figlia di un diverso fallimento?

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Guerra: autonomia differenziata, il testo esca dalle segrete stanze

Maria Cecilia Guerra, Huffington Post

“Dall’autonomia differenziata non vogliamo un euro in più di quello che già oggi lo Stato spende sul nostro territorio”. Questo ribadiscono con forza i presidenti di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. È legittimo dubitarne, perché negli unici documenti ufficiali di cui sino ad ora si dispone c’è scritto ben altro. I “residui fiscali” (e cioè la differenza, negativa, fra la spesa pubblica che arriva sul territorio di una regione e il gettito fiscale prelevato sui residenti in quel medesimo territorio), bocciati dalla Corte costituzionale come criterio per il finanziamento regionale, escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Può darsi che il testo del 15 maggio sia già superato. Ma non sarebbe meglio potere discutere in modo trasparente di tutta questa questione, che rischia di minare l’unità del paese, invece di farne oggetto di proclami pubblici e contrattazioni private nelle segrete stanze dei rapporti fra esecutivi, per poi mettere Parlamento e paese di fronte al fatto compiuto?

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Scotto: l’affare Metropol ci riporta al tema del finanziamento della politica

Arturo Scotto, Huffington Post

Il nuovo quadro di alleanze tra sovranisti e la grande madre Russia ci consegna un dettaglio da cui nessuno può sfuggire più: come si finanzia la politica. Perché non esiste alcuna democrazia che possa reggersi in piedi senza un rapporto trasparente con le risorse. La politica costa. La democrazia costa. E se non vogliamo uscire con meno democrazia e meno politica da questa crisi drammatica il tema del finanziamento pubblico ai partiti deve tornare prepotentemente all’ordine del giorno. O pensiamo che sia normale che una potenza straniera possa intervenire economicamente nella dinamica del consenso del nostro paese? Per questo la vicenda Savoini non va banalizzata. Ne va dell’autonomia del nostro paese e l’autonomia passa anche per una politica forte. Che non dipende da nessuno per le risorse che le servono per funzionare, né’ dagli appalti, né dalle multinazionali, né dalle mafie, né dalle potenze straniere. La politica è più forte se non ha padroni.

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D’Alema: dopo il voto in Ue grillini autonomi, la sinistra raccolga il segnale

Goffredo De Marchis, la Repubblica

Trovo molto significativo il fatto che i 5 stelle si siano smarcati così clamorosamente dalla Lega per votare questa von der Leyen che poi non è la fine del mondo. È un voto che pesa, è stato determinante e quindi a maggior ragione vengono a galla le difficoltà dell’alleanza di governo. Hanno compensato persino i contorcimenti di una sinistra che come si vede non è in difficoltà solo in Italia. Quel voto ci dice che il Movimento 5 stelle si può cominciare a muovere in autonomia. Infatti Salvini lo ha capito e ha contestato duramente il voto dei grillini. Lui sembra essersi accorto del senso di quella votazione. Molto più di altri.

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Fornaro: simulazione, con taglio parlamentari trionfo della destra salviniana

Federico Fornaro, Il Fatto quotidiano

Non è un puro esercizio teorico provare a simulare il risultato in termini di seggi attribuiti alle coalizioni e ai partiti dopo l’entrata in vigore della riforma che taglia il numero dei parlamentari, prendendo come punto di riferimento l’andamento delle elezioni europee del maggio scorso. Il “dimagrimento” alla Camera (il 37% circa) non ha effetti distorsivi, perché l’attribuzione dei seggi avviene su base nazionale e quindi si riduce proporzionalmente per tutti. Al Senato, invece, i seggi sono distribuiti a livello regionale, con la conseguenza di un innalzamento in molte regioni della soglia di sbarramento implicita, a vantaggio dei partiti maggiori. A pagare il prezzo più salato è, quasi per paradosso, il Movimento 5 Stelle, strenuo sostenitore della riforma costituzionale per la riduzione del numero di parlamentari, che passerebbe al Senato da 111 senatori a 28 e alla Camera da 227 deputati a 54. Più contenuta, ma pur sempre significativa, la contrazione di seggi in casa Pd e alleati (40 senatori contro 69 e 78 deputati contro 119). C’è quindi più di un motivo di riflessione per la definizione delle strategie di breve e medio periodo per tutti i principali attori della scena politica italiana (nessuno escluso). 

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