Bersani: destra non tocchi la Costituzione, gli italiani non lo permetteranno

Francesco Rigatelli, La Stampa

La democrazia non sta solo nelle elezioni e nei giochi parlamentari. L’Italia è un Paese maturo con una società civile forte. Una maggioranza non può decidere tutto. Non ho dubbi su questo. Ce li ho magari sulla tenuta dei diritti civili, quando vedo per esempio che girano come avvoltoi sulla legge 194, anche se non siamo in Ungheria. Nel profondo del Paese non c’è un’ondata di destra, ma la legge elettorale può favorirli più dei voti reali in cui non saranno maggioranza. Di quei tre poi una ha fatto correre l’idea di provare anche lei. In realtà però li abbiamo già provati tutti e io dico attenti a dove mettere la croce se no poi in croce rischia di finirci l’elettore. La destra al governo ha già fatto saltare l’equilibrio di finanza pubblica.

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Reddito: Guerra, il taglio del reddito colpirà i minori e le donne

Roberto Ciccarelli, Il manifesto

La povertà nella stragrande maggioranza dei casi è il prodotto di circostanze economiche e sociali ed è molto grave nel caso dei minori. Quelle di Meloni sono indicazioni vaghe che si basano sul pregiudizio che il «reddito» sia stato pensato per permettere a una persona di non lavorare. Invece dura 18 mesi rinnovabili e prevede la decadenza del sussidio in caso di un secondo rifiuto di un’offerta di lavoro. La sua lettura non corrisponde alla realtà perché il 26% dei percettori del reddito sono minorenni, il 20 per cento lavorano ma non guadagnano abbastanza per garantirsi un reddito decoroso. Tra questi il 60 per cento ha un contratto a tempo determinato. Questo significa che la povertà riguarda anche chi lavora e non è legata solo alle basse retribuzioni, ma anche al basso tempo di occupazione. È un problema che colpisce i giovani e le donne. Queste persone non sono nemmeno considerate da Meloni e rischiano di essere travolte.

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Speranza: subito la verità sui soldi di Mosca. Il voto è un referendum

Raffaele Marmo, Quotidiano nazionale

Il centrodestra ha coltivato relazioni pericolose in passato, il Copasir chiarisca. La sfida elettorale è aperta, il clima sta cambiando. Il Paese è di fronte a una scelta netta e io sono ottimista. Penso che ci sia uno spazio enorme di recupero da parte nostra. E questo sta avvenendo: ci sono segnali che vanno in questa direzione. Larga parte delle persone, quasi un italiano su due, non ha deciso per chi votare o non vuole andare a votare. Possiamo convincere queste persone. Votare per noi significa fare l’interesse dell’Italia e mettere in sicurezza il Paese. Insomma, dobbiamo dire chi siamo e, se lo faremo, sono convinto che gli italiani capiranno le differenze.

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Speranza: fondi, diritti e salute. Blindiamo l’agenda Sud

Lorenzo Calò, Il Mattino

Con flat tax e autonomia la destra guarda al Nord. Sulla Sanità risorse ordinarie incrementate in Campania fino a 19,8miliardi in tre anni. De Luca? Io non ho mai fatto polemica con nessuno. Il mio obiettivo è asciugare l’area dell’astensione e della sfiducia ed evitare che vinca una destra che invece porterà il Paese e il Mezzogiorno a sbattere. Meloni si tinge di nuovo ma è stata ministro per oltre tre anni con Berlusconi, con loro al governo c’era Tremonti che oggi è candidato proprio con la Meloni. Sappiamo tutti com’è andata a finire.

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Speranza: l’astensionista stavolta è di sinistra, 15 giorni per convincerlo

Stefano Cappellini, la Repubblica

La partita è davvero aperta, la stragrande maggioranza degli elettori non ha deciso e non sento ancora in giro la consapevolezza della posta in gioco. Si è un po’ disperso e va rilanciato il senso di questa lista aperta, inclusiva, che non è un Pd allargato e che deve essere la base per la costruzione di una forza nuova capace di essere trainante del campo di centrosinistra. Le ricette della destra colpiscono i più deboli, la flat tax favorisce chi guadagna di più. La campagna di vaccinazione è un patrimonio del Paese, ma Salvini e Meloni guardano ai No vax. Dove ci porterebbe la destra sulla crisi ucraina è chiaro: a essere allineati a Le Pen e Orbàn.

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Fornaro: gli elettori intermittenti hanno reso il voto sempre più incerto

Federico Fornaro, Domani

Pochi giorni e sapremo se e come gli intermittenti saranno stati nuovamente l’ago della bilancia. Il risultato finale delle elezioni è sempre più determinato dalla scelta di voto (o di astensione) degli elettori che decidono se votare e per chi votare negli ultimi dieci giorni, facendo impazzire i modelli matematici dei sondaggisti. Ad oggi si può prevedere una scomposizione dell’universo del 40 per cento di elettori intermittenti in un 15 per cento che non andrà a votare e un 25 per ceno che invece si recherà ai seggi. Premieranno la novità rappresentata da Giorgia Meloni, o determineranno un astensionismo record? Oppure la paura di un ritorno indietro sul tema dei diritti e dell’ambiente spingerà i giovani e le donne intermittenti a votare in massa il centrosinistra a guida Pd Italia democratica e progressista?

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Oggionni: usciamo dalla guerra e dalla sua logica

Simone Oggionni, Domani

Se non abbassiamo le armi da entrambe le parti, quelle militari e quelle economiche, non solo continueremo ad avere una guerra raccapricciante nel cuore del nostro Continente. Ma da ottobre ci troveremo ovunque a fronteggiare, e in Italia più che in altri Paesi europei, anche problemi drammatici in termini di inflazione, ulteriori aumenti delle bollette per famiglie e imprese, disastri nelle catene di approvvigionamento e conseguenti pesanti contraccolpi sul terreno occupazionale. Di fronte a questioni fondamentali per il nostro futuro occorre lucidità e onestà intellettuale.

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Scotto: il M5S non è di sinistra. L’agenda progressista è quella del Pd

Gianluca De Rosa, Il Foglio

Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni per tirare i 5 stelle fuori dall’ambiguità del ‘oltre la destra e oltre la sinistra’ è stato importante, non lo rinneghiamo: i 5 stelle adesso non sono di destra, ma la sinistra è un’altra cosa. L’unico programma di sinistra lo abbiamo noi: dalla progressività fiscale, con la legge d’impianto tedesco, e il ripristino della tassa di successione, non mi pare che queste proposte siano nel programma di Conte e dei 5 stelle, nonostante quella tassa, abolita da Berlusconi, abbia aumentato le diseguaglianze nel nostro paese. Unione popolare rappresenta legittimamente una forza politica di sinistra, ma non ha mai preso in considerazione il tema del governo, hanno un’impostazione sideralmente distante alla nostra cultura politica.

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Guerra: dal taglio del cuneo a una rivoluzione nel fisco

Viola Contursi, Public policy

Agire subito, in legge di Bilancio, con un taglio strutturale del cuneo, attraverso una riforma profonda del nostro sistema fiscale che riordini i prelievi in senso redistributivo e fortifichi realmente la lotta all’evasione fiscale, dicendo addio alla stagione dei condoni. E poi intervenire su quella che è considerata una vera emergenza nel nostro Paese, ovvero il mercato del lavoro: con il salario minimo sì, ma anche e soprattutto con una legge sulla rappresentanza (per contrastare i contratti pirata) e, nell’immediato di questa crisi, la riflessione su una cassa integrazione non onerosa per le aziende lì dove ce n’è bisogno. Senza dimenticare il fondamentale passaggio alle fonti rinnovabili, con una proposta tra tutte che è quella di differenziare il prezzo dell’energia ottenuta con il gas, da quella ottenuta da fotovoltaico ed eolico.

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