Noi non ci rassegniamo all’egemonia della destra e ci batteremo con tutte le nostre energie per costruire l’alternativa. Insieme sono sicuro che ce la faremo.
LEGGI L'ARTICOLOAssemblea nazionale, qui la diretta streaming di Diventare l’alternativa
A questo link diretta streaming di Diventare l’alternativa, l’Assemblea nazionale di Articolo Uno in corso all’hotel Radisson. #Uno #diventarelalternativa
LEGGI L'ARTICOLOConte: contro questa autonomia un intergruppo di parlamentari del sud
Francesco Pacifico, Il Mattino
Per difendere il Sud dovremmo anche creare un intergruppo di eletti al Sud. Per il Mezzogiorno quest’autonomia è come il cappio per l’impiccato. Soprattutto se i trasferimenti si calcoleranno in base alla ricchezza media, le Regioni più povere avranno soltanto meno servizi e meno risorse. Ma non c’è soltanto la questione del Mezzogiorno: con questo modello salterebbero i servizi comunali, che oggi i sindaci finanziano con i loro tributi locali. Sull’autonomia non ci sono pregiudiziali da parte nostra. Ma soltanto se si andrà verso una riforma complessiva della nostra architettura costituzionale. Pensiamo alle Province, che il governo precedente ha provato a cancellare, ma sono ancora previste dalla Carta. E il Pd prenda una posizione netta e non più balbettante: una forza che vuole essere alternativa alla Lega, non può appiattirsi sui desiderata del Carroccio
LEGGI L'ARTICOLOOggionni e Urbinati: appello a Zingaretti, il Pd deve cambiare passo
Simone Oggionni e Nadia Urbinati, l’Espresso
Fare opposizione non è lo stessa cosa che stare all’opposizione. Fare opposizione è una funzione politica decisiva nella democrazia; una delle condizioni che legittimano il governo della maggioranza. A confronto degli altri, il nostro Paese mostra un’insufficienza dei gruppi dirigenti e una pochezza di proposta politica. Le forze che si ispirano alla sinistra appaiono incapaci di rappresentare il malessere delle classi popolari, di proporre politiche unitarie che si occupino efficacemente di contrastare la disoccupazione, fermare l’erosione dei ceti medi e l’impoverimento dei lavoratori, degli impiegati, dei pensionati. Incapaci di offrire alternative praticabili e dignitose a una generazione di giovani che è costretta a scegliere la via dell’emigrazione. L’attuale classe dirigente della sinistra sembra priva di strumenti concettuali e valoriali che orientino nella conoscenza e nell’interpretazione del mondo, paralizzata di fronte alla politica dell’audience che questo governo incarna così prepotentemente. Pensiamo che il Pd debba cambiare passo, ridefinire la propria identità, attrezzarsi di un linguaggio e di programmi che diano vigore all’opposizione e alla sinistra tutta. Rilanciare, riconfigurare e rafforzare il campo della sinistra italiana è oggi più che mai nell’interesse della democrazia.
LEGGI L'ARTICOLODocumenti: il testo della mozione Conte sull’autonomia differenziata
A chi dice che il regionalismo differenziato andrebbe a vantaggio del Mezzogiorno rispondo che alle condizioni date sarebbe come la corda per l’impiccato.
LEGGI L'ARTICOLOQuestione sociale, migratoria e morale: sabato l’assemblea di Articolo Uno
Si avvicina l’appuntamento con “Diventare l’alternativa”, la nostra assemblea nazionale di sabato prossimo 13 luglio a Roma, hotel Radisson blu a Termini
LEGGI L'ARTICOLOVisco: ridurre le tasse? Il problema è farle pagare a chi evade
Rosaria Amato, la Repubblica
Non è vero che il carico fiscale è eccessivo nel suo complesso, lo è invece per chi paga le tasse. Il problema di fondo rimane l’evasione di massa, quei 100,150 miliardi che mancano all’appello. Se non si risolve questo problema, è chiaro che il fisco rimarrà sempre un terreno di conflitto. Se vogliamo finanziare un sistema di welfare, le tasse sono necessarie. La riforma della destra, una flat tax con un’unica aliquota, al massimo due per tutti i redditi, non è una risposta adeguata, finirebbe per farci perdere ulteriore gettito, ed è regressiva, quindi penalizza i poveri e premia i ricchi.
LEGGI L'ARTICOLOVisco: il governo faccia come Google, big data contro chi evade
Luciano Cerasa, Il Fatto quotidiano
Dobbiamo decidere quale società vogliamo, se si vuole uno Stato in cui a ciascuno viene dato il suo si deve fare in modo di ridurre le tasse a chi è tartassato e di farle pagare a chi non le paga, creando nel Paese un clima in cui la giustizia si possa toccare con mano. Una misura risolutiva per combattere l’evasione sarebbe l’introduzione di ritenute alla fonte per tutti, anche per i redditi d’impresa, alla quale andrebbe aggiunto l’uso sistematico delle ínformazioni bancarie e finanziarie e altre misure minori, con l’applicazione della tecnologia dei big data l’evasione può sparire del tutto. In realtà la flat tax è un regime forfettario per imprese e professionisti con redditi medio-alti che non ha giustificazione. Ha creato non solo disparità di trattamento ma anche una nuova possibilità di evasione dell’Iva perché i forfettari sono diventati consumatori finali. Il limite di 65 mila euro di fatturato include la quasi totalità dei professionisti italiani e nessuno è in grado di verificarlo, insomma se la cantano e se la suonano. E quando Di Maio controbatte dicendo che la Flat tax deve andare solo a vantaggio dei ceti medi è un ossimoro: l’imposta piatta a parità di gettito va a incidere proprio sui ceti medi, rispetto ai ricchi e ai poveri.
LEGGI L'ARTICOLODiventare l’alternativa. Assemblea di Articolo Uno il 13 luglio a Roma
DIVENTARE L’ALTERNATIVA, Assemblea nazionale di Articolo Uno a Roma il 13 luglio (Radisson blu Hotel – Termini, via Turati 171) dalle ore 10 alle 16 circa
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