D’Alema: ortodossia o alternativa, il bivio della socialdemocrazia europea

Massimo D’Alema, Italianieuropei

Il voto tedesco ci racconta del lento logoramento subìto da forze che per troppo tempo hanno condiviso la responsabilità del governo di Grande coalizione. Oggi la socialdemocrazia europea si trova di fronte a un bivio: stare sul terreno dell’ortodossia e formare coalizioni in cui normalmente porsi come junior partner dei conservatori, oppure giocare la carta dell’alternativa, puntando a costruire un rapporto con forze nuove che, pur se spurie e con alcuni tratti di populismo ed elementi di critica radica­le, stanno crescendo nella società e si caratterizzano non tanto per un generico e intransigen­te antieuropeismo, quanto per le circostanziate critiche che riservano all’attuale modus operandi dell’UE. Di fronte alla scelta tra queste due alternative tendo a preferire la seconda, quella che si adope­ra per la ricostruzione della sinistra, per la crea­zione di una vasta area progressista, che impone di misurarsi con nuovi elementi di radicalità nel campo ambientalista o della critica femminista, e che soprattutto richiede uno sforzo comune per sviluppare un progetto di radicale rinnova­mento e rilancio del processo europeo.

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Bersani: l’Emilia vale più di un governo. I 5 Stelle da soli? Idea balzana

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

C’è chi, come di Maio, coltiva questa balzana idea che si possa fare da soli, restando ciascuno a casa sua. Invece bisogna creare una novità che faccia dire “non sono il Pd, la sinistra e il M5S di prima”. Una fase costituente che consenta, senza abiure, di aggregare forze e costruire una piattaforma nuova, che dica dei sì su lavoro, ambiente, fisco. Su quella base incrociare il M5S, che a sua volta deve creare un meccanismo di partecipazione vero. Dalle mie parti si sarebbe chiamato congresso, loro lo chiamino come vogliono. Sempre che non preferiscano restare attaccati alle decisioni verticalizzate di un capo che ha un peso sulle spalle sproporzionato. L’elettorato grillino ha in mano una bella responsabilità. È indecente che una regione che vale più di un governo venga presa in ostaggio per una resa dei conti nazionale. Non ne voglio neanche parlare di cosa sarebbe chiudere bottega di una delle sale macchina del riformismo. La sinistra deve ricordare che i risultati innegabili di quella regione sono il frutto di una specializzazione nel coraggio del cambiamento, che persino la destra ci riconosce.

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Speranza: sanità, più accesso alle cure. Finita la stagione dei tagli

Viviana Daloiso, Avvenire

Il nostro sistema sanitario universale è tra i più significativi modelli del mondo e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Certamente, si può e si deve lavorare ogni giorno per migliorarlo a partire dal grande tema della riduzione delle disuguaglianze. Ed è questa una delle ragioni dell’abolizione del superticket, una vera e propria tassa sulla salute. Dieci euro in meno sulle visite specialistiche a partire dal primo settembre del 2020 che permetteranno a tanti, che oggi non possono permettersi di accedere alle cure, di curarsi come dovrebbero. I nostri padri costituenti ci hanno trasmesso un’eredità straordinaria per quanto riguarda la salute. L’articolo 32 della Costituzione, al primo comma così recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Sono parole luminose che delineano, da sole, una visione oltre che un orizzonte programmatico. Noi lavoreremo tutti i giorni affinché la realtà vissuta quotidianamente dai cittadini sia quanto più vicina possibile all’enunciato della nostra carta fondamentale. E quest’anno al fondo sanitario nazionale andranno ben due miliardi in più rispetto al 2019, oltre ai due miliardi già stanziati per l’edilizia sanitaria (con l’obiettivo del rinnovamento delle infrastrutture) e per le nuove tecnologie. Il Patto per la salute è il prossimo passo che servirà al nostro ssn per affrontare le sfide del futuro, a partire dalla carenza di personale.

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Speranza: ragazzi, più politica: non siamo un governo tecnico

Alessandro De Angelis, l’Huffington Post

Capisco la preoccupazione di Di Maio, ma per me bisogna trasformare l’intesa in Parlamento in un chiaro progetto per il paese. Governare non è cosa che si può fare con un piede dentro e uno fuori. Non scherziamo col fuoco. Diamoci subito una rotta: modifiche al decreto sicurezza, ius soli, e rivediamo profondamente il memorandum con la Libia. Il governo tra Movimento Cinque stelle e centrosinistra serve ad affrontare un tema di fondo: la destra è forte in Italia e nel mondo perché ci ha sfilato la questione sociale. È riuscita ad interpretare la domanda di protezione che si è alzata dai ceti medi impoveriti dalla crisi e dai ceti più deboli. Per questo dico che l’intesa giallorossa non è un incidente della storia o una semplice parentesi casuale, ma un orizzonte politico su cui costruire l’alternativa alla destra a partire dalla centralità della questione sociale e dalla lotta alle diseguaglianze come premessa per la crescita di tutto il Paese. È un occasione storica anche per la sinistra per correggere gli errori fatti e recuperare la nostra visione della società.

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Guerra: diritto alla privacy non vuol dire diritto di evadere

Mario Sensini, Il Corriere della Sera

Per aggradire l’evasione non ci affidiamo a uno strumento miracoloso, ma a una strategia articolata. Uno degli obiettivi è usare meglio l’enorme quantità di dati che vengono raccolti. Il diritto alla privacy non vuol dire avere diritto a evadere o a nascondere la propria ricchezza a chi ha il dovere di verificare. Abbiamo cercato di scrivere una normativa coerente con la direttiva dell’Unione europea. Chiudiamo la stagione dei condoni. Niente disincentivi sull’uso del contante, ma meccanismi premiali per chi utilizza pagamenti tracciabili. Puntiamo a ridurre la commissione sui pagamenti con carte di credito, ma anche a introdurre sanzioni per chi non si dota di un pos per i pagamenti digitali.

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Scotto: l’operazione Fonte di pace è un rischioso punto di non ritorno

Arturo Scotto, HuffingtonPost

L’operazione “Fonte di Pace” condotta dalla Turchia non è solamente un imbroglio linguistico, ma un rischioso punto di non ritorno. Per le conseguenze che essa avrà innanzitutto nella stabilità di quell’area e del mondo intero. Ma anche e soprattutto per la coscienza di qualsiasi persona che si dichiari democratica. I curdi sono un avamposto laico in un pezzo di Medio Oriente che sta scivolando verso il Medio Evo della regressione fondamentalista, delle dittature, delle guerre permanenti. Non possiamo abbandonarli. Altrimenti non avremo più il diritto di parlare di libertà delle donne, multiculturalismo, difesa delle minoranze etniche. Quello straordinario modello di autogoverno che porta il nome di confederalismo democratico va difeso senza ambiguità.

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Gotor: la scuola è un luogo di resistenza civile, ha bisogno di stabilità

Libero Tassella, tecnicadellascuola.it

Il finanziamento pubblico della scuola non è una spesa ma un investimento sul futuro dell’Italia. La “Buona scuola” errore che il Pd ha pagato caro: già allora se ne aveva la consapevolezza ma il gruppo dirigente renziano volle proseguire per testardaggine e per ribadire una logica di disarticolazione del rapporto con i sindacati. C’è stato un incredibile deficit di ascolto. Ecco come le cose ora possono cambiare: più risorse e meno “riformite”. Gli insegnanti svolgono un ruolo fondamentale e spesso non riconosciuto.

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