Massimo D’Alema, Italianieuropei
Il voto tedesco ci racconta del lento logoramento subìto da forze che per troppo tempo hanno condiviso la responsabilità del governo di Grande coalizione. Oggi la socialdemocrazia europea si trova di fronte a un bivio: stare sul terreno dell’ortodossia e formare coalizioni in cui normalmente porsi come junior partner dei conservatori, oppure giocare la carta dell’alternativa, puntando a costruire un rapporto con forze nuove che, pur se spurie e con alcuni tratti di populismo ed elementi di critica radicale, stanno crescendo nella società e si caratterizzano non tanto per un generico e intransigente antieuropeismo, quanto per le circostanziate critiche che riservano all’attuale modus operandi dell’UE. Di fronte alla scelta tra queste due alternative tendo a preferire la seconda, quella che si adopera per la ricostruzione della sinistra, per la creazione di una vasta area progressista, che impone di misurarsi con nuovi elementi di radicalità nel campo ambientalista o della critica femminista, e che soprattutto richiede uno sforzo comune per sviluppare un progetto di radicale rinnovamento e rilancio del processo europeo.
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