Montesi: la maggioranza attuale divenga politica e non solo numerica

Luca Cavallero, Politicanews.it

Nelle Marche abbiamo voluto dare un netto segnale di discontinuità rispetto al passato. I 5 Stelle hanno rifiutato ma le nostre porte sono aperte. Come Articolo Uno ci siamo fatti promotori per primi della riproposizione della coalizione di governo nazionale anche sui territori. Il Pd sembra aver colto la necessità di affrontare il centrodestra con il massimo delle forze possibili. I 5 Stelle non completamente. L’Italia sta per disporre di una notevole quantità di fondi e improvvisamente alcune parti dell’establishment del nostro paese – Confindustria in primis – invoca un cambio dell’esecutivo, al fine – probabilmente – di poter mettere mano alle risorse che giungeranno. Non bisogna ripetere gli errori degli ultimi sette anni, abbiamo visto dove ci hanno portato i vari governi istituzionali o di larghe intese che abbiamo avuto… È giunto, piuttosto, il momento che questa maggioranza assuma una connotazione politica e non solo numerica in parlamento.

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Epifani: su Aspi non si poteva fare altro. Un’Authority vigili sulle concessioni

Rocco Vazzana, Il Dubbio

Arrivati a questo punto non si poteva trovare un compromesso migliore. La situazione era diventata troppo imbarazzante, era impossibile trovare una via d’uscita differente che potesse rispondere al principio di buonsenso. Avrei forzato la trattativa prima, anche se ciò non è stato possibile soprattutto per colpa di Atlantia, che ha deciso di sottrarsi al confronto. Secondo me i Benetton stessi avrebbero dovuto prendere l’iniziativa, assumendosi delle responsabilità ed evitando di finire sulla graticola. Credo che questa operazione dia maggiore forza a tutto il governo, compreso, ovviamente, il presidente del Consiglio. Berlusconi? Si può far finta di nulla e ignorare le divisioni interne al governo e i numeri risicati al Senato oppure interrogarsi sulla possibilità di un confronto parlamentare con Fi sulle singole questioni.

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Visco: decisioni Garante impediscono uso Big data nella lotta all’evasione

Vincenzo Visco, Inpiu.net

Una mia critica  – radicale in verità –  nei confronti della delibera dell’Autorità di tutela della Privacy che ostacola l’utilizzo da parte dell’Agenzia delle Entrate dei dati ricavabili dalla fatturazione elettronica, mi è valsa una batteria di insulti da parte del Garante che mi accusa alla fine di vetero (o cripto) comunismo, mostrando con ciò una totale inconsapevolezza della mia storia personale. Con questa decisione si pretende di disapplicare una norma in vigore votata dal Parlamento, che quindi viene ritenuto subordinato al Garante nella gerarchia delle fonti. Ciò non ha nulla a che vedere con la libertà individuale e il liberalismo che al contrario prevede e prescrive che lo Stato debba garantire l’applicazione della legge nei confronti di tutti i cittadini. A ben vedere, la posizione del Garante postula invece che i cittadini debbano essere prioritariamente protetti e difesi dall’ingerenza del Governo, e non, per esempio, dagli abusi delle multinazionali del web, secondo un un’approccio anarchico-libertario proprio di certi settori della destra americana.

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Speranza: fare della crisi un’opportunità, anche con i soldi del Mes

Claudio Cerasa, Il Foglio

La nuova dimensione della pandemia, il vaccino entro l’anno, il sì a una legge che tuteli i medici e i progetti per utilizzare bene i fondi (cercansi 32 miliardi) per rafforzare la sanità. Berlusconi? Ho molto apprezzato l’atteggiamento politico e umano che ha avuto in questi mesi. Al governo? Non vedo i presupposti, destra e sinistra esistono ancora. Ma rispetto ai grandi progetti per la ripartenza si deve cercare la più ampia convergenza e non si può guardare alle tessere di partito. La politica del futuro? Penso che la credibilità valga di più dell’essere una celebrità. E che nel giro di un anno l’Italia abbia capito che differenza c’è tra una politica strutturata sul modello Papeete e una strutturata sul modello riflettete.

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Epifani: con Forza Italia c’è dialogo, Berlusconi è liberaldemocratico

Carmelo Caruso, Il Foglio

Non serve ricordare chi sono e quali sono stati i miei rapporti, a volte aspri, con Berlusconi. In Europa fa parte della prestigiosa famiglia dei Popolari, in Italia è costretto a seguire i sovranisti. La sua difficoltà non potrà che accentuarsi con il semestre della cancelliera. A Berlusconi non sfugge questa doppiezza, tanto che ha aperto un confronto vero, autentico con la maggioranza. È evidente che Conte abbia più che mai bisogno, in questo momento, della Merkel. Ma pure la Merkel ha bisogno dell’Italia. E alla fine Berlusconi non può allontanarsi dalla Merkel. Noi dobbiamo rinsaldare il rapporto tra i partiti di governo. Abbiamo fatto bene, penso alla sanità. È vero tuttavia che sono stati commessi errori.

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Speranza: una stretta su chi rifiuta le cure. E a scuola faremo i test

Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica

Lavoriamo ogni giorno perché non si torni mai più al livello di sofferenza di marzo. Per questo, su ogni atto, seguo il principio della massima prudenza. La mia proposta è ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità, una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole. Sul Mes è giusto che decida il parlamento, no a scelte ideologiche. Io mi batterò, da ministro della salute, perché nuove ingenti risorse arrivino alla sanità. Conte ha le carte in regola, ma il governo non può restare bloccato dai veti di fronte a una situazione sociale esplosiva. In questi mesi è cambiato il mondo, è tempo che anche i partiti cambino. Al Pd e ai progressisti chiedo una stagione che rimetta al centro i beni comuni.

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Visco: fisco, una riforma organica per un sistema delegittimato

Vincenzo Visco, Il Sole 24 Ore

Negli ultimi venti anni dall’ultima revisione organica, il sistema tributario è stato vittima di interventi episodici e abusi. È giunto il momento per una revisione complessiva. Questo è quanto sarebbe necessario oggi per riformare in modo equo e razionale un sistema fiscale che ha perso ogni logica economica e legittimità. Speriamo almeno che eventuali singoli interventi siano coerenti con un quadro logico di riferimento accettabile. 

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Visco: l’approccio assistenziale non diventi perpetuo. Produrre per ripartire

Pietro Senaldi, Libero

Il taglio delle tasse ha un moltiplicatore dello 0,7-0,8 nei momenti in cui l’economia lira, oggi sarebbe dello 0,5. Non può essere la leva principale per il rilancio. Diciamolo: con tutte le spese che dobbiamo affrontare in tema di sanità, istruzione e ammortizzatori sociali, ipotizzare oggi una riduzione delle tasse non sta né in cielo né in terra. Perché la gente spenda bisogna instaurare un clima di fiducia nel futuro. Nei mesi della pandemia i conti in banca sono cresciuti di oltre 100 miliardi: le persone hanno paura della ripresa del virus e di perdere il lavoro, quindi non consumano anche se si trovano con una maggiore disponibilità. A parte spostare maggiormente il prelievo dal lavoro ai patrimoni, bisogna risolvere a livello europeo il problema delle multinazionali: non possiamo accettare che i nostri partner Ue ci facciano concorrenza tributaria. E poi è ora che le multinazionali americane paghino in Italia per i profitti che realizzano sul nostro territorio. Serve un’azione diplomatica forte. Si possono far pagare le tasse senza essere Dracula. Dando l’impressione che il fisco sia presente, e si fa anche semplificandolo, ovverosia eliminando l’attuale pletora di detrazioni, bonus e tasse preferenziali.

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