Scotto: da Draghi segnale sui temi sociali. Caro Conte evitiamo la rottura

Andrea Carugati, Il manifesto

Dopo la piattaforma di Conte, l’incontro coi sindacati e con l’impegno del ministro Orlando c’è l’occasione di portare a casa risultati su lavoro e salari. L’alleanza tra noi continuerà. Il premier ha ragione: non è possibile un governo senza la forza che ha vinto le elezioni. C’è un coro mediatico che vorrebbe i 5 Stelle fuori perché li considera un’anomalia da cancellare. Ma se qualcuno mi vuole buttare fuori io resto fino alla fine e provo a combattere.

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D’Attorre: la legislatura è agli sgoccioli e si chiude con Draghi

Alfredo D’Attorre, Huffington Post

Fa bene Enrico Letta a ricordare che quello Draghi sarà l’ultimo governo della legislatura, ma non è difficile prevedere che questo governo, anche se privato dell’appoggio del M5S, dovrà comunque garantire l’approvazione della legge di bilancio. Al gesto della responsabilità, che ai dirigenti del centrosinistra italiano scatta ormai quasi automaticamente, dovrebbe però congiungersi anche il coraggio del cambiamento, per indicare al Paese un orizzonte credibile in vista di elezioni sempre più vicine.

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Guerra: ecco come questo Paese ipoteca il futuro dei giovani

Maria Cecilia Guerra, La Stampa

Sui giovani stiamo sbagliando. I dati del rapporto annuale dell’Istat ci raccontano di un Paese sordo alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni. Occorre intervenire sulla qualità dell’accesso al mercato del lavoro (con politiche dirette a ridurre l’incidenza dei lavori caratterizzati da bassa intensità di lavoro e basse retribuzioni) e investire su politiche per la casa e di edilizia pubblica non tanto per favorire l’acquisto, quanto il più banale e necessario pagamento dell’affitto.

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Guerra: sul reddito di cittadinanza un intervento vergognoso

Roberto Ciccarelli, Il manifesto

Perde il sussidio chi rifiuta un’offerta di lavoro? Quella introdotta è una norma inapplicabile e vergognosa, lo specchio dell’idea infondata che le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza non hanno voglia di lavorare, e che le imprese non trovano lavoratori perché c’è troppa gente col reddito: non c’è nessuna evidenza empirica di questo. Va cambiata, non sarà facile. Il taglio del cuneo fiscale non gravi sul debito pubblico, lo si finanzi con la lotta all’evasione.

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Speranza: Letta guidi il nuovo Ulivo per battere la destra

Annalisa Cuzzocrea, La Stampa

Il nuovo Ulivo può funzionare solo se è trainato da un soggetto centrale, che metta al centro la questione sociale e la difesa dei beni pubblici fondamentali. Creiamo col Pd una forza progressista che prenda di petto la questione sociale. I 5 Stelle sono un alleato importante. Nel 2023 non faremo un altro governo di unità nazionale. C’è uno iato sempre più grande tra gli enormi problemi del paese e la fragilità del sistema politico, l’astensionismo è un sintomo di questa fragilità.

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Guerra: proventi dalla lotta all’evasione per mettere più soldi in busta paga

Giovanna Vitale, la Repubblica

L’inflazione è la tassa più ingiusta che c’è perché non colpisce tutti allo stesso modo, il rincaro dell’energia e degli alimentari hanno un impatto più forte su chi guadagna meno. Perciò il tema è come redistribuire in modo equo questo grosso onere. Il taglio del cuneo fiscale va finanziato. Chi paga? C’è l’esigenza di redistribuire il costo dell’inflazione e non si dovrebbe aver paura di dare a chi ha meno togliendo a chi ha di più. L’analisi fatta dell’Ufficio di bilancio sull’impatto delle misure adottate è rincuorante: il governo è riuscito ad annullare gli effetti negativi dei rincari energetici e alimentari per il 10% delle famiglie più povere e ad attutirne molto gli effetti per il 40%. Gran parte delle famiglie sono state aiutate e questo è provato dai dati.

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Bersani: noi più saggi che divisi. Tarasconi sia sindaca sociale

Pietro Visconti, Libertà

Piacenza dice ai progressisti che il potenziale c’è e va fatto esprimere predisponendo in autunno una novità politica e un programma nuovo rivolto al sociale. La destra c’è e non si vincerà dicendo solo no alla destra. Una recente rilevazione ci dice che solo il 28 per cento di chi ha redditi bassi ha votato, il 63 per cento di chi ha redditi medi, il 79 per cento di chi ha redditi alti. Si conferma che la disuguaglianza è una zavorra sia per l’economia sia per la democrazia.

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