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LEGGI L'ARTICOLOGuerra: il governo attacca i lavoratori, vuole una svolta autoritaria
Luca Pons, Fanpage
Tu non puoi dire che i lavoratori non possono fare uno sciopero. Non mi interessa neanche entrare nel merito dello sciopero o della protesta: è un loro diritto farla. Chi sceglie di aderire a uno sciopero fa una scelta delicata, perché comporta una rinuncia al proprio stipendio, che non è proprio una cosa facile da affrontare. Non possono essere dileggiati in questo modo, usando termini come “capricci”.
LEGGI L'ARTICOLOD’Attorre: non abbiate fretta, il Pd era allo sfascio ma sta tornando
Umberto De Giovannangeli, L’Unità
All’inizio di quest’anno tutti i giornali parlavano di un Pd a un passo da una definitiva dissoluzione. E non avevano tutti i torti. Oggi c’è un Pd nel pieno di un processo di trasformazione, che torna a essere identificato con temi e diritti sociali da cui negli anni scorsi è apparso molto lontano. E sinceramente non capisco quale sarebbe l’«anima» che la segreteria Schlein ha tolto al Pd. Quella che ha portato ai rovesci elettorali del 2018 e del 2022?
LEGGI L'ARTICOLOBersani: vincono le lobby, vergogna parlare di liberalizzazione
Carlo Di Foggia, Il Fatto quotidiano
Obbligano milioni di persone a un passaggio forzoso al privato in nome di un’idea distorta di mercato, che indebolisce il consumatore invece di rafforzarlo, con un lavoro di lobby e pressioni durato anni in cui hanno prima azzoppato l’Acquirente unico. Quando la gente scoprirà cosa è successo si infurierà. La mia idea di liberalizzazione era difendere cittadini e imprese dalle prepotenze del mercato, questo è il suo contrario.
LEGGI L'ARTICOLOScotto: oggi Craxi e Andreotti passerebbero per sovversivi
Umberto De Giovannangeli, L’Unità
Chiamiamola come vogliamo: pausa o tregua umanitaria, ma bisogna fermare questa carneficina. Incredibile il tentativo di delegittimare l’Onu, non porterà nulla di buono. C’è stato un tempo in cui le classi dirigenti avevano una lettura più problematica sulle conseguenze dei conflitti. L’Italia pesa se, nel rispetto delle sue alleanze tradizionali, riesce a muoversi negli interstizi della diplomazia per spingere obiettivi di pace. È il ruolo che la storia e la geografia ci assegnano. Usiamolo.
LEGGI L'ARTICOLOVisco: il governo è in confusione perché ha bisogno di soldi
Antonello Caporale, Il Fatto quotidiano
Meloni fa troppi pasticci e ripudia le sue promesse. La destra non ha capito la dimensione politica di certe misure. Il taglio del cuneo? Nessuno se ne accorgerà, ma non potevano fare diversamente. Se non lo avessero confermato milioni di lavoratori si sarebbero visti ridurre la loro busta paga. Un guaio grosso quanto una casa. L’anno prossimo il Pil si riduce rispetto alle previsioni e ci sarà ancora meno denaro da distribuire. Non la vedo facile.
LEGGI L'ARTICOLOScotto: sì alla piazza di oggi, con M5S e AVS obiettivi comuni
Andrea Carugati, Il manifesto
La solidarietà verso Israele dopo la barbarie del 7 ottobre è totale. I responsabili di quei fatti devono essere colpiti. Ma non si può fare bombardando in maniera indiscriminata, uccidendo civili e bambini. Sarà una piazza che condanna il terrorismo, per la fine dell’occupazione e per i due stati. Sono parole d’ordine che condivido, dove si parla di pace noi ci siamo, come è successo qualche giorno fa a Firenze a una manifestazione con l’imam e il rabbino capo.
LEGGI L'ARTICOLOGuerra: sul fisco nessuna riforma, solo un vestito pieno di toppe
Maria Cecilia Guerra, Domani
Una riforma fiscale dovrebbe portare a un disegno organico della tassazione, che ponga rimedio alle stratificazioni e agli interventi estemporanei del passato. Invece il vestito di Arlecchino che è diventata la nostra Irpef diventa sempre più pieno di toppe. Modifiche illogiche e provvisorie, varranno solo per il 2024. Fingono che sia il primo gradino di una riforma, ancora da disegnare, ma sicuramente insostenibile nella sua promessa più forte, quella di una flat tax per tutti.
LEGGI L'ARTICOLOScotto: salario minimo, vigliacco rinviare. Interessati tre milioni
Adriana Logroscino, Il Corriere della Sera
Sul salario minimo un rinvio sine die: abbiamo visto la cronaca di una fuga annunciata della destra, che si nasconde dietro il Cnel. La destra ha rivelato la natura truffaldina e vigliacca della sua operazione: la melina è una truffa, vigliacco è rinviare un tema così decisivo per tre milioni e mezzo di lavoratori poveri. Ma i soli 21 voti di scarto sono segno che il dissenso sul no gli è entrato in casa.
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