Arturo Scotto, Il Fatto Quotidiano
Dire “mai con i M5S” può conquistare applausi ma non basta a costruire un’alternativa. È soltanto la certificazione di una preoccupante vocazione minoritaria. Una scelta che lascia entrambi i forni nelle mani di Salvini e congela la sinistra all’opposizione. Fare politica obbliga a distinguere tra avversari, a evitare che si saldino e concentrino troppo potere. Il M5S è una forza immatura, che fatica a riconoscere il valore della democrazia dei contrappesi, che ignora la centralità dei corpi intermedi, che nasconde i propri limiti fabbricando nemici spesso immaginari. Riportare una quota di populismo dentro un quadro di compatibilità democratiche rappresenta oggi una delle funzioni della sinistra. Lungi da me pensare che si possa civilizzare il populismo, ma non lo si argina senza interrogarsi sul nucleo di verità che l’ha aiutato a crescere.
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