Scotto: messaggio alla sinistra, chi sta alla finestra morirà salviniano

Arturo Scotto, Il Fatto Quotidiano

Dire “mai con i M5S” può conquistare applausi ma non basta a costruire un’alternativa. È soltanto la certificazione di una preoccupante vocazione minoritaria. Una scelta che lascia entrambi i forni nelle mani di Salvini e congela la sinistra all’opposizione. Fare politica obbliga a distinguere tra avversari, a evitare che si saldino e concentrino troppo potere. Il M5S è una forza immatura, che fatica a riconoscere il valore della democrazia dei contrappesi, che ignora la centralità dei corpi intermedi, che nasconde i propri limiti fabbricando nemici spesso immaginari. Riportare una quota di populismo dentro un quadro di compatibilità democratiche rappresenta oggi una delle funzioni della sinistra. Lungi da me pensare che si possa civilizzare il populismo, ma non lo si argina senza interrogarsi sul nucleo di verità che l’ha aiutato a crescere.

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D’Alema: la sinistra può rinascere in Europa, ma no alle ammucchiate antisovraniste

Francesco Bei, La Stampa

Se rappresentiamo quello che sta avvenendo come un conflitto tra europeisti e sovranisti cadiamo in una trappola: in questi termini la partita è già persa. Sarebbe un suicidio per la sinistra convergere in un’ammucchiata con tutti quelli che difendono l’Europa così com’è contro la “barbarie sovranista”. I parlamentari di Leu e del Pd fanno parte dello stesso gruppo. Non vorrei che l’appello unitario di Calenda, visti i primi distinguo, avesse come unico effetto quello di dividere in Europa ciò che ora è unito. Credo, da osservatore e semplice tesserato di Articolo Uno, che se c’è una svolta nel Pd si possa riaprire anche una prospettiva di dialogo a sinistra.

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Fornaro: Pernigotti, una legge per legare il marchio al territorio e ai lavoratori

Federico Fornaro, Il Fatto quotidiano

Nei giorni scorsi insieme a Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani abbiamo presentato una proposta di legge per la salvaguardia dei marchi storici italiani in cui si prevede, con estrema semplicità, che qualora un imprenditore decida di chiudere l’attività produttiva nel comune in cui era stato registrato il marchio almeno cinquant’anni prima, egli perde il diritto a usare il marchio stesso. Nei giorni scorsi insieme a Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani, abbiamo presentato una proposta di legge per la salvaguardia dei marchi storici italiani in cui si prevede, con estrema semplicità, che qualora un imprenditore decida di chiudere l’attività produttiva nel comune in cui era stato registrato il marchio almeno cinquant’anni prima, egli perde il diritto a usare il marchio stesso.

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Epifani: Landini rafforzi la Cgil, vicina a giovani e precari, rigorosa con il governo

Giuseppe Colombo, Huffington post

Il Paese ha bisogno di una Cgil forte e per questo di una Cgil unita. La prima battaglia che deve lanciare Landini è quella del lavoro e degli investimenti. Sugli investimenti, ad esempio, il governo sta facendo errori su errori. Ma quello che va rilanciato subito è il grande tema fiscale. Il governo ha introdotto una flat tax per le partite Iva che penalizza il prelievo fiscale dei dipendenti. Chi non ha avuto un euro in meno in termini di tasse sono i dipendenti e i pensionati. Va lanciata una grande battaglia redistributiva. E poi c’è il tema della difesa della sanità pubblica e della condizione del Mezzogiorno.

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Gotor: la destra che azzanna le élite da tartina e l’eterno inciucio italico

Miguel Gotor, Il Fatto quotidiano

Se ritorniamo sulla cena «garantista» organizzata l’altra sera da Annalisa Chirico è perché essa ha costituito un «episodio-matrice», in grado di rivelare i bruschi riposizionamenti delle classi dirigenti nazionali attraverso le porte girevoli del potere italiano. Quel convivio non ha rappresentato soltanto l’eterno riproporsi del vecchio, una cena da «ancien régime» come l’ha definita in modo efficace ma superficiale Alessandro Di Battista, bensì il calcio d’inizio di una nuova partita che sarebbe utile leggere in anticipo e non sottovalutare. Non sorprende la presenza di Boschi e generone romano, piuttosto quella di certi magistrati e di pezzi di sistema “post tutto”. Forse dimentichi che quella parte non fa prigionieri.

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Guerra: che cosa nasconde l’ipocrisia del “decoro cittadino”

Maria Cecilia Guerra, Huffington post

Il “decoro cittadino” in nome del quale si cerca di nascondere la vergogna di una collettività che lascia uomini e donne, ormai di ogni età, a dormire in strada, sotto i ponti, nelle stazioni, non si risolverà con gli sgomberi, con le ruspe, con la rimozione dei poveri stracci, con la demonizzazione dei volontari che cercano di dare un poco di conforto. Non vogliamo vederli perché vogliamo negarne l’esistenza. Sono un problema che non vogliamo risolvere

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Visco: la sinistra non deve ripartire dai Fronti, ma da un programma per l’Europa

Vincenzo Visco, Huffington Post

In vista delle elezioni europee di maggio, un’aggregazione basata sulla continuità politica e programmatica sarebbe controproducente: è il modo più efficace di rafforzare i partiti populisti, nazionalisti e antieuropei. Sarebbe quindi utile, soprattutto a sinistra, non partire dagli schieramenti, come purtroppo sembra che stia avvenendo, ma aprire un dibattito sul futuro dell’Europa e sulle riforme necessarie per un rilancio, e prospettare all’elettorato la nuova strategia. Questo è l’obiettivo del mio articolo.

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Errani: l’autonomia differenziata non può diventare un secessionismo mascherato

Vasco Errani, Repubblica ed. Napoli

L’autonomia differenziata non può diventare una rincorsa a un neo-secessionismo mascherato che pregiudicherebbe l’unità nazionale e l’eguale trattamento di tutti cittadini. Per questo è indispensabile definire un quadro nazionale nel quale le risorse, le competenze e l’autonomia si possano esercitare assicurando i livelli dei servizi e dei diritti civili e sociali. Sulle risorse va chiarito un punto essenziale: spesa storica, residuo fiscale, costi standard sono concetti che debbono fare sempre i conti in primo luogo con la storica disparità tra Nord e Sud dal punto di vista sia delle risorse disponibili sia della reale dotazione dei servizi a disposizione dei cittadini. Le scorciatoie possono produrre danni molto gravi.

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