Epifani: il problema non è rientrare nel Pd ma accorciare le distanze a sinistra

Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero

Con la partecipazione è alta e il buon risultato di Zingaretti, allora si può dire che è cominciato sul serio il dopo Renzi. La gente è molto preoccupata per quel che sta accadendo, e le primarie sono diventate un modo di opporsi all’attuale situazione. Noi con il Pd un rapporto abbiamo continuato a mantenerlo, alle regionali ci siamo presentati ovunque insieme, nel Lazio poi siamo stati determinanti per la vittoria di Zingaretti alla regione. Detto questo, è presto e controproducente parlare già ora di rientri e cose simili. Il problema è provare a fare tutti insieme una cosa nuova, non inseguire schemi vecchi.

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Speranza: basta frammentazioni, ora una forza ecosocialista. Il Pd volti pagina

Daniela Preziosi, Il manifesto

Le europee sono un’opportunità. Ma sono stanco di commentare le proposte degli altri. Propongo una lista socialista, progressista, del lavoro, ecologista. Ci confronteremo con tutti, con il Pd e con gli altri. Ma non sono d’accordo con chi parte dal presupposto che destra e sinistra non esistano più. Il mio obiettivo sarà sempre combattere la destra, oggi rappresentata da Salvini. Ma serve dire un no netto allo status quo dell’Europa, fermare l’austerità e favorire la democratizzazione delle istituzioni europee. Nella manifestazione unitaria dei sindacati e nei voti regionali in Abruzzo e Sardegna vedo i segnali della ripartenza: serve interpretare la domanda di cambiamento e ricercare un campo largo e unitario. Unità e cambiamento si tengono insieme o cadranno entrambi.

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Fornaro: tutti i numeri di un trend consolidato dall’Abruzzo alla Sardegna

Federico Fornaro, Huffington Post

Dopo la debacle delle politiche 2018, per il centro-sinistra, i segnali che arrivano dalle elezioni questa primavera sono positivi, nonostante la doppia sconfitta con relativa perdita del governo delle due regioni, con una ripresa di capacità attrattiva, generata più dal civismo e dalla sinistra che dai risultati del Partito Democratico. Sebbene valga sempre la regola che ogni elezione fa storia a sé, non appare scorretto individuare alcuni tratti caratterizzanti dell’attuale fase politica: una competizione interna all’attuale compagine di governo a tutto vantaggio della Lega, una difficoltà di tenuta di consensi di Forza Italia e una timida ripresa di un centro-sinistra aperto e inclusivo con candidati in discontinuità con la stagione renziana. Il Movimento 5 Stelle farebbe bene ad analizzare con attenzione i dati elettorali, perché altrimenti potrebbe risvegliarsi all’indomani delle elezioni europee nel bel mezzo di un autentico incubo.

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Arturo Scotto

Scotto: Napoli città autonoma? Da De Magistris solo velleitarismo e folklore

Adolfo Pappalardo, Il Mattino

Sono stato un sostenitore di una legge speciale per Napoli ma invocare l’autonomia in questo modo mi sembra velleitario e folkloristico. De Magistris fa bene a respingere l’autonomia differenziata, ma sarebbe folle frantumare il fronte contrario. Non sono contro una discussione sul decentramento ma invocare in questo momento un referendum sull’autonomia di Napoli è un errore politico. Occorre invece che Napoli assieme ad altre città del Sud guidi l’opposizione. Credo che in questo momento sbagli anche il governatore De Luca ad aprire ad un tavolo sulle autonomie con i carnefici del Sud: è come mettersi in trappola da solo. Eviterei quindi la corsa a chi è più populista dell’altro e mi concentrerei per costruire un’alleanza vera per respingere questo disegno.

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Rossi: con questa autonomia si sfascia il paese per fondare staterelli egoisti

Ernesto Ferrara, la Repubblica

Mi pare che si voglia spezzare il Paese in maniera egoista: qualcuno vuole creare piccoli staterelli sfasciando l’architettura istituzionale. Leggo di 23 materie di discussione. Addirittura la scuola, i contratti del personale sanitario, le infrastrutture, le concessioni idroelettriche. Ma stiamo scherzando? Così si rompe l’unità nazionale. Qui si calpesta l’articolo 116 della Costituzione che parla di forme di autonomia, non teorizza vie per creare nuovi staterelli. È pericolosissimo procedere così su una materia del genere. Dopo il referendum del 2016 sarebbe stato giusto fermarsi e ripensare i rapporti tra Stato e Regioni.

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