Speranza: adesso alleanza con il M5S anche alle elezioni regionali

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Questa non è un’alleanza di un giorno o di una stagione eccezionale, ma il tentativo strategico di costruire un nuovo orizzonte per il Paese. Gli italiani lo capiranno. Non è un ribaltone, ma una vittoria politica che rafforza la democrazia italiana. Io ci ho creduto dal 2013, quando Bersani da segretario del Pd sfidò i 5 Stelle al governo del cambiamento. Mi sono battuto per far crollare il muro di incomunicabilità tra M5S e centrosinistra e ora, finalmente, si realizza il nostro disegno originario. Il mio programma è la Costituzione. Articolo 32, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La qualità della sanità indica il livello di civiltà di una nazione. Dobbiamo garantire il diritto alla salute, indipendentemente dalla Regione in cui si vive e dalle condizioni economiche. Difenderò con tutte le energie l’universalità del sistema sanitario.

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Speranza: più fondi per la Sanità, a versarli saranno le banche

Paolo Russo, La Stampa

Portare da 114,5 a 118 miliardi il finanziamento della sanità pubblica, cancellando il superticket da 10 euro su visite e accertamenti, dando al contempo il via a un grande piano di assunzioni. Il tutto facendo pagare il conto a banche, assicurazioni e fondi di investimento. Il neo-ministro della Salute Roberto Speranza dice di dover “ancora mettere la testa sulla sanità perché la mia nomina è arrivata inaspettata”. Ma poi precisa che “la priorità qui come altrove è ridurre le disuguaglianze rafforzando il sistema pubblico”. “E su come farlo – aggiunge – qualche idea è già nel disegno di legge che ho presentato un anno fa alla camera”. Vita breve dovrebbe avere il superticket su visite specialistiche e accertamenti, che in aggiunta alle singole quote dovute per ciascuna prescrizione oggi produce costi a carico degli assistiti a volte più alti di quelli praticati nel privato. Le sorti della nostra sanità pubblica non si risollevano però senza medici e infermieri, sempre meno numerosi e arruolati “a gettone”, con quel che ne consegue in termini di qualità e sicurezza delle cure. Lo sa bene Speranza, che dopo la parziale abrogazione dei vincoli di assunzione realizzata dall’ex ministro Giulia Grillo, propone un’ulteriore accelerazione assumendo sempre più professionisti in pianta stabile.

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Visco: Gualtieri è la scelta migliore, lo dicono i mercati e l’Europa

Gianluca Zapponini, Formiche.net

Penso che quello sia un posto dove deve andare un politico, per 100 mila ragioni. Tanto per cominciare i tecnici non sono in grado di capire la gerarchia delle necessità del Paese. E questo perché mettono al primo posto le soluzioni tecniche, trascurandone l’impatto sulla gente e sull’economia. In più Gualtieri, a differenza degli altri, è uno storico e questo vuol dire che ha una visione più ampia degli altri, che erano economisti. Inoltre c’è da dire che spesso i tecnici sono vittime della burocrazia e dell’ortodossia di Bruxelles. Il nuovo ministro ha avuto un’esperienza al parlamento Ue, conosce le procedure, va benissimo. Credo ci sia spazio per bloccare l’Iva, anche se non ho capito da dove si prendono i soldi. Ma non ci sarà spazio per altro, salvo un po’ di spesa per gli investimenti. Tutto il resto non troverò spazio, saranno cose per il futuro.

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D’Alema: Pd-M5S alleanza naturale. Occasione per ritrovare la strada

Tommaso Labate, Il Corriere della Sera

Si è imboccata una strada che era naturale fin dall’inizio. Il primo segnale importante è stato dato votando insieme la presidente della Commissione europea. Oltre il 50% degli operai e degli impiegati iscritti al sindacato votano per il M5S. Parliamo di un pezzo significativo del nostro mondo che, non trovandole nella sinistra, ha cercato nel M5S le risposte alle esigenze di giustizia sociale, di lotta alle diseguaglianze e ai privilegi. Mi spiega che cosa c’è di innaturale nel tentare di riannodare quel filo che, per colpa del centrosinistra, si era spezzato? Su una cosa i Cinquestelle avevano sbagliato, anche se ovviamente fanno fatica ad ammetterlo. Non è vero, come dicevano, che non esistono né sarebbero più esistite destra e sinistra. Sulla loro pelle, nel corso dell’ultimo anno, hanno sperimentato che la destra esiste, eccome se esiste.

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Geloni: e se adesso barbarizzassimo un po’ i romani?

Chiara Geloni, Il Foglio

“E adesso? Romanizzare i barbari?”, mi invita al Girotondo il direttore Cerasa. Ma invece il pensiero che mi fa sognare è come sarebbe bello barbarizzare un po’ i romani. Ah se il Pd si facesse crescere un po’ la barba, alzasse le vele, accettasse la sfida. Se guardasse negli occhi chi voleva abbattere il sistema (quando il sistema era lui, il Pd), gli desse un buffetto sulla grisaglia e memore dei suoi anni migliori gli dicesse: guarda che io sono la sinistra. Guarda che se voglio a questo gioco io sono più bravo di te. Io sto in politica per cambiare il mondo, come te, ma da prima. Vediamo un po’ come fare, e chi è più bravo. Un imprevisto è la sola speranza, diceva don Giussani citando Montale. Un governo pazzo magari è l’ultima occasione. Riprendere la strada non è trasformismo, semmai è saggezza. O magari è un colpo di fortuna. Una cosa è necessaria però: nessun ministro torni al posto dove stava prima. Se proprio non ce la fate a fare una squadra tutta nuova, almeno niente rivincite. Andateci liberi al governo, liberi di testa e di bagagli.

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Fornaro: serve discontinuità, noi siamo pronti a governare

Roberto Giovannini, La Stampa

Se ci sarà un governo di vero cambiamento e un programma in discontinuità, crediamo di avere donne e uomini in grado di dare un contributo importante al nuovo governo. Questo significa discontinuità nelle politiche economiche e sociali, con una lotta alla precarietà e alle disuguaglianze sociali e una lotta all’evasione fiscale. Poi, una revisione delle politiche sull’immigrazione: i decreti sicurezza presentano evidenti problemi di discontinuità. Dal 2018 auspichiamo un confronto tra sinistra e M5S; se ci avessero ascoltato non avremmo avuto il governo gialloverde.

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Speranza: non pensiamo ai nomi, la sfida è troppo seria

Giovanna Casadio, la Repubblica

Non può essere un nome a far saltare una sfida così importante. Apprezzo il lavoro di Zingaretti, mantenga salda la rotta. Sono ottimista, ma con una certa cautela e altrettanta determinazione nell’intraprendere la strada di un’intesa che credo sia utile al Paese. La nostra non è una posizione improvvisata: è dal 2013, dal tentativo di Bersani, che diciamo che bisogna fare cadere il muro di incomunicabilità tra 5S e centrosinistra. Nel 2013 abbiamo pagato la loro immaturità. Nel 2018 fu Renzi a bloccare un’intesa che avrebbe evitato la saldatura tra Lega e grillini. Questa volta spero si abbia il coraggio di andare fino in fondo. Il nostro avversario è e sarà sempre la destra. E chi chiede pieni poteri ed è alleato in Europa con la Le Pen e Orbàn. Oggi più che mai serve allargare il campo delle forze democratiche per contrastare le derive nazionaliste.

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Speranza: un governo di svolta, anche sui diritti delle donne

Roberto Speranza, HuffingtonPost

Io credo che il governo di svolta possa rappresentare una nuova frontiera contro la restaurazione di rapporti patriarcali dentro la famiglia, contro chi vuol negare i diritti dei minori, contro chi pensa di impedire alle donne di liberarsi da situazioni di sofferenza e violenza. Nella nuova stagione sarà fondamentale guardare ai temi della famiglia in un’ottica diversa da quella di chi vuole rinchiudere nuovamente le donne in casa. Il 28 settembre una miriade di associazioni femministe grandi e piccole si mobiliteranno ancora, come già avvenuto negli ultimi mesi, contro questa involuzione e per un altro modello di società. Ecco, il governo di svolta dovrebbe stare al loro fianco e fare la differenza anche su questo. Non è poco. Anzi, forse vale più del nome di chi farà il presidente del consiglio.

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