Guerra: ci fanno parlare di grembiulini e intanto fanno una scuola più ingiusta

Maria Cecilia Guerra, Huffington post

Mentre ci fanno parlare di grembiulini, nel chiuso delle stanze governative parlano di autonomia differenziata: e il bottino in gioco è proprio la spesa per l’istruzione pubblica. Trasferire risorse a favore di chi ha già di più senza affrontare le profonde difficoltà del nostro sistema educativo nelle zone più povere del paese, questa è la proposta di questo governo. Nella bozza di intesa pubblicata sul sito del ministero degli Affari regionali, si legge che alle regioni che godranno di autonomia differenziata dovrà essere riconosciuta non la spesa storica, ma la spesa media pro capite. Ciò comporterebbe un trasferimento di risorse per finanziare l’istruzione, a loro favore, e a danno delle altre aree del paese, piuttosto rilevante. Ma la spesa pro capite non è assolutamente un parametro idoneo a definire uno standard in questo settore.

LEGGI L'ARTICOLO

Speranza: Zingaretti, guarda la Spagna. Basta rincorse al centro

Tommaso Rodano, Il Fatto quotidiano

Il messaggio dalla Spagna è chiaro: bisogna puntare sulla propria identità e sulla propria visione del mondo. La parola “socialismo” appartiene al futuro e non al passato. La vittoria del Psoe significa che dobbiamo occuparci di diseguaglianze, di scuola e sanità pubblica, diritti ed economia circolare. Questo messaggio vorrei girarlo anche alla sinistra italiana e a Zingaretti: è finita la grande corsa ai moderati e al centro. Quella è una stagione politica vecchia, che ormai non esiste più. L’agenda dei socialisti europei è questa, Calenda o no. Sfidiamo i Cinque Stelle a partire dal lavoro e riscopriamo l’orgoglio della nostra identità.

LEGGI L'ARTICOLO

Scotto: l’inchiesta umbra ci mette dove non ci dovremmo mai trovare

Arturo Scotto, Huffington Post

Il ritratto del potere politico in Umbria è disarmante. Un pugno allo stomaco. Un colpo al mito del buongoverno. Non si tratta di fare i moralisti, bensì di guardare in faccia il problema. Se è vero che il voto del 4 marzo ha squadernato i segni di una rivolta popolare contro un sistema nel quale la sinistra era identificata – nepotista, clientelare, inefficiente – le conseguenze di questa inchiesta ci rimettono non dovremmo mai farci trovare: dalla parte dei raccomandati. Bisogna essere garantisti sempre quando si apre un’inchiesta: con la Lega, con i Cinque stelle, con il Pd. Ma qui il garantismo non “c’azzecca nulla”.

LEGGI L'ARTICOLO

D’Attorre: sinistra e popolo, è ancora lunga la strada dell’alternativa

Alfredo D’Attorre, Strisciarossa.it

L’illusione più consolatoria che continua ad attraversare larghi settori dell’opposizione di centro-sinistra, a più di un anno dall’esito delle elezioni politiche, è che in fondo il 4 marzo sia stato una parentesi. Basterebbe perciò aspettare, limitandosi a stigmatizzare i guasti dei cosiddetti ‘sovranisti’ e ‘populisti’, per riconquistare buona parte dei voti perduti. Lo stesso ricorso ossessivo a questi termini (con cui peraltro i vincitori delle elezioni sono ben contenti di essere qualificati!) è in realtà un clamoroso autogol, perché aiuta Lega e M5S a mantenere agli occhi dell’elettorato, perfino adesso che sono al governo, la caratterizzazione anti-sistema e anti-establishment, che è stata la ragione principale del loro successo.

LEGGI L'ARTICOLO

Guerra: le nostre imprese non possono ridurre l’orario di lavoro

Valentina Conte, la Repubblica

Giusto attrezzarsi, in prospettiva. Ma la scarsità di lavoro in Italia è legata piuttosto alla carenza di investimenti. Se siamo in presenza di una crescita senza lavoro è doveroso redistribuire i vantaggi di quella enorme ricchezza, tra l’altro spesso sfuggente al fisco. Ma non è il problema dell’Italia in questa fase. Lavorare meno ore significa far pagare un salario più alto alle imprese che se lo possono permettere perché hanno alti margini. Certo non a quelle che galleggiano.

LEGGI L'ARTICOLO

Stumpo: ok alle liste con il Pd, il problema ora è quale sinistra

David Allegranti, Il Foglio

E’ passata la proposta di Zingaretti delle liste aperte e partecipate, un allargamento che non è solo politico ma culturale. Certo, noi avremmo voluto un campo ancora più largo e profondo, con tutte le forze socialiste insieme per avere una capacità di critica maggiore. Può la sinistra rappresentare solo quelli che ce l’hanno fatta? L’errore del passato è stato leggere la società solo dal punto dei vista dei primi. Non mi riferisco solo agli ultimi mesi ma agli ultimi anni; il centrosinistra ha perso rappresentanza in interi strati sociali e fette di territorio: ora deve ritrovare la sua identità.

LEGGI L'ARTICOLO

Scotto: perché la nuova destra è un paradosso della storia

Arturo Scotto, Infiniti Mondi

La destra liberale ha creato le condizioni per il patatrac, la destra della protezione si candida a difenderne le vittime. D’altra parte è stata la destra a chiudere il trentennio glorioso con la rivoluzione liberista di Thatcher e Reagan, ed è oggi nuovamente la destra a inaugurare la rivoluzione protezionista, con l’ingresso di Trump alla Casa Bianca. Un classico esempio di manomissione delle parole, dove “Rivoluzione” diventa appannaggio delle classi dominanti. La nuova destra appare più pronta davanti alla rivoluzione tecnologica, più contemporanea. Capisce e agisce meglio la modernità, usa sapientemente il potenziale dell’algoritmo, sa orientare il flusso delle informazioni.

LEGGI L'ARTICOLO

Visco: accettare il rigore è stato autolesionismo, con Zingaretti nessun cambiamento

Luca Telese, La Verità

Siccome noi abbiamo scelto di non fare una ennesima lista a sinistra, e siccome il Pd non vuole fare un accordo politico a sinistra, temo che saremo costretti a una sorta di dolorosa desistenza. Temo che Zingaretti non trovi il coraggio di fare un’alleanza con noi. Ha regalato mezzo simbolo a Calenda. Il popolo della sinistra fa credito, ma non gratis: molti immaginavano più coraggio di andare nella direzione in cui a sinistra accadono cose nuove. La situazione economica è pessima. L’Europa ha tenuto una linea politica assurda perseguita dalla Germania per mantenere la propria egemonia. Questo cerchio deve essere infranto.

LEGGI L'ARTICOLO