Geloni: qualche grosso dubbio su Berlusconi “moderato”

Chiara Geloni, Il Foglio

Berlusconi non è stato mai moderato in niente. Nel male, e a volte perfino nel bene. Limiti non ne ha mai conosciuti o riconosciuti. È stato un avversario formidabile, e però la sinistra lo ha battuto due volte, gli ha vietato l’accesso al Quirinale direttamente o per interposta persona, lo ha respinto nei referendum. Facendo alleanze, percorsi: politica. Ma intanto qualcuno aveva cominciato a pensare che la sinistra fosse piena di perdenti da rottamare, e che per vincere bisognasse invece essere bravi, bravi come lui. E invece bisognava essere bravi, bravi ma diversi: l’opposto di lui.

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Bersani: io gemello diverso di Silvio provo un enorme dispiacere

Pasquale Napolitano, Il Giornale

Siamo nati nello stesso giorno, pensavo che fosse immortale. Il momento più intimo la visita in ospedale a Milano. Volevo dire che la politica non è odio. È scontro. Ma anche dignità e rapporti umani. Berlusconi è stato un liberale immaginario. Lascia in eredità una destra reazionaria e conservatrice che non si è evoluta. Quel partito liberale di massa di cui si parlava allora non c’era e non si è realizzato.

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Bersani: empatia e generosità, così Berlusconi affascinava il popolo

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Andai a trovare Berlusconi quando gli tirarono la statuetta. Fu lui a tenere la mano a me, aveva un vitalismo inesausto. Ma sua lunga leadership non lascia un centrodestra liberale. Credo si possa dire che lui, dopo la senilità paludosa della prima Repubblica e di Tangentopoli, ha dato per una ventina di anni l’imprinting di un elemento che in parte c’è ancora. Quale? La personalizzazione della politica, che per vincere diventa critica della politica e poi antipolitica e questo è un made in Italy che deriva da Berlusconi. Voleva essere la soluzione di un problema, è diventato un guaio.

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Speranza: cattolici, restate nel Pd. Solo uniti si può battere la destra

Carlo Bertini, La Stampa

È nato un nuovo Pd, prima grazie alla fase costituente e all’approvazione del Manifesto e poi con l’elezione di una giovane donna alla guida del partito, che ha suscitato fiducia e speranza. La sinistra a livello europeo e mondiale ha assunto una chiave di lettura troppo ottimista della globalizzazione e dei suoi effetti soprattutto sui più deboli. E così abbiamo smesso di interpretare le paure e la richiesta di protezione di chi è ai margini e magari ha perso il lavoro: quando si sono voltati dalla nostra parte troppo spesso non ci hanno trovato. Su questo, c’è bisogno di una rottura con il passato.

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Scotto: salario minimo per legge, le ragioni del sì

Arturo Scotto, Il Riformista

Ci sono quattro milioni di lavoratori con tutele contrattuali sotto i nove euro: non è lavoro, è sfruttamento. La destra vuole le mani libere per far competere il nostro paese sul livello più basso della competizione globale: quello sul costo del lavoro e dei diritti sociali. Noi crediamo che occorra un lavoro comune delle opposizioni per arrivare a un testo unico visto che tutti condividono l’idea di un salario minimo legale per legge. Sarebbe un segnale importante di compattezza e di lungimiranza che il cammino faticoso della costruzione dell’alternativa parta da una grande questione sociale che riguarda innanzitutto le giovani generazioni.

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Visco: l’Italia ha un esercito di poveri, il turismo non ci salva

Antonello Caporale, Il Fatto quotidiano

Meloni fa salvi i vizi degli italiani, per questo parla di “pizzo di Stato” in Sicilia, la terra del pizzo mafioso, riferendosi alle tasse. La sinistra ha perso colpi quando ha scelto di rifiutare la demagogia come elemento caratteristico del proprio discorso pubblico. Ha affrontato la realtà senza disconoscerla o manipolarla. Resta con i problemi di sempre: nessuna grande industria (tranne le tre o quattro utility pubbliche), pochissimi investimenti privati e pubblici. Nessuna capacità di spesa del Pnrr, infrastrutture ai minimi termini, evasione fiscale di massa, fuga di massa verso l’estero. Il meglio possibile per la destra.

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Stumpo: commissione? No. Contro il Covid si è fatto il possibile

Nico Stumpo, Il Riformista

Più che una commissione si vuole istituire un plotone di esecuzione con finalità politiche contro l’allora governo, che si è trovato a gestire la fase più difficile dal Dopoguerra a oggi, e che coincide più o meno con l’attuale opposizione. Mai in un programma di governo si è prefigurata l’istituzione di una commissione d’inchiesta contro un governo precedente. Mai, e dico mai, né la maggioranza né Italia viva hanno chiesto alle opposizioni di confrontarsi sul testo e sulle sue finalità.

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Scotto: perché è giusto eliminare la parola razza dalla PA

Arturo Scotto, Huffington Post

Sergio Mattarella ha usato parole nette e inequivocabili. A proposito della Costituzione ha ricordato che conta la persona in sé, non l’etnia. Sbarrando la strada a qualsiasi concezione di supremazia della razza. Abbiamo presentato un emendamento che sostituisce per tutti gli atti e documenti della P.A. la parola “razza” con il termine “nazionalità”. Ma da soli non ce la facciamo. Serve un voto bipartisan. Auspichiamo che nella destra si apra un dibattito e si scelga una strada diversa. Sarebbe una bella pagina per il Parlamento italiano.

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Bersani: i “ragazzi del paciugo”, la Romagna che resiste

Raffaele Marmo, Quotidiano nazionale

Cerchiamo di non fare i No vax sul clima. Ci vuole un grande piano di piccole opere. Servono tanti soldi, il governo li trovi, non mi interessa dove. E ascolti i sindaci: la via da seguire è il modello della ricostruzione del terremoto. Sulla governance, sulle procedure, su come dare i contributi. Con il terremoto si sono state efficienza, trasparenza e legalità. Da Roma devono fare da sponda. Bisogna mobilitare le enormi risorse che quel territorio può esprimere.

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