Speranza: possibili altre zone rosse, sulle province decidano i presidenti

Alessandro Mantovani, Il Fatto quotidiano

I criteri sono quelli, approvati da tutti. Nelle prossime 48 ore vedremo i nuovi dati e se necessario ci saranno altre ordinanze. Il Dpcm prevede che il ministro possa intervenire su una Regione, non su una Provincia. Ma sull’area metropolitana di Napoli può intervenire ii presidente De Luca, come ha fatto Zingaretti a Latina. Dev’essere chiaro che noi stiamo svolgendo una funzione di supplenza nei confronti delle Regioni, che non si possono lamentare anche perché i dati vengono da loro. Nessuna trattativa, ma i tecnici del ministero si confronteranno con quelli delle Regioni. C’è un modello standardizzato, i criteri sono lì da 24 settimane e se per tre settimane una Regione non dà i dati diventa zona rossa. Non ci preoccupano tanto le terapie intensive quanto i reparti dell’area medica.

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D’Alema: Biden ha riunito i Dem, ma Trump non è una parentesi

Federica Fantozzi, Huffington Post

Forse Biden non è stato un candidato brillante, ma sono convinto che sarà un buon presidente. È un politico. Finalmente il bisturi torna in mano a un chirurgo e non a un macellaio. L’idea demenziale che per salvare la democrazia bisogna mettere al bando i politici viene messa da parte. Trump non è stato una parentesi transitoria. Rappresenta un elemento di crisi rispetto alla tradizione democratica americana: ha detto prima del voto che non avrebbe accettato il verdetto, e questo non è normale. Ma è un fenomeno destinato a rimanere: il populismo nazionalista, etnocentrico, basato sul ruolo della razza bianca, attraversa tutto il mondo occidentale. Dall’altra parte, riunita in un solo partito c’è la “coalizione democratica” che deve rendersi consapevole della necessità di cambiamenti profondi perché il neoliberismo non funziona più. Con i Democratici al governo si aprirà una stagione nuova. Ma l’agenda è impegnativa: considerare che si è chiusa una parentesi di follia e si può tornare al solito tran tran sarebbe un grave errore. I Democratici hanno scelto una personalità capace di unire il campo progressista. Ma non è stata una campagna elettorale all’insegna del buonsenso contro la sregolatezza. C’è stato uno scontro drammatico e radicale di sistema. La pandemia ha radicalizzato lo scontro: il primato della vita contro il primato dell’economia, la solidarietà nei confronti dei più fragili contro il superomismo di chi sopravvive. Il rimettere al centro del dibattito i valori della scienza, della vita e della salute, ha mobilitato in forze il popolo Democratico.

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Speranza: terrificante la curva dei contagi, 48 ore per una stretta

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà. Negli ospedali c’è troppo affollamento, non sono le terapie intensive il problema fondamentale di questi giorni, ma se non si piega questo trend gli ospedali andranno in difficoltà. L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia: non a caso non abbiamo impugnato le ordinanze delle regioni. Da lunedì i medici di medicina generale e i pediatri potranno fare i tamponi antigenici. Contiamo di arrivare a centomila al giorno in più.

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D’Alema: il Pd è nato male, la sinistra senza ideologia non ha futuro

Umberto De Giovannangeli, Il Riformista

L’idea di un partito post ideologico era sbagliata, non è adeguata allo spessore della crisi che viviamo. L’americanizzazione della politica non funziona. Il partito delle primarie rinuncia a formare la propria classe dirigente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Con la pendemia l’Occidente è diventato l’epicentro della crisi anche perché l’individualismo ha reso più fragili le nostre società. Oggi tornano d’attualità welfare, stato sociale, valori della sinistra. La sfida è quella di ricostruire un tessuto di relazioni umane. È il tema affrontato nell’ultima enciclica di papa Francesco, che è stata accolta con freddezza ma rappresenta un punto di vista illuminante. Bisogna ricostruire un partito iniziando da una discussione sull’identità di una forza della sinistra democratica oggi. Nell’intuizione del Pd c’è una cosa che va mantenuta: l’unità della tradizione socialista e di quella cattolica.

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Guerra: donne e lavoro. Cosa è cambiato con il Covid, cosa succederà

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Tutti gli indicatori ci parlano di una situazione delle donne fortemente discriminata. Il Recovery plan è una occasione da non perdere per cominciare ad aggredire le profonde diseguaglianze di genere che attraversano il nostro Paese, a partire dal mercato del lavoro. Il governo è assolutamente intenzionato a utilizzare parte dei soldi del Recovery per potenziare i servizi pubblici di cura, a partire dagli asili nido. Con una maggiore offerta di asili nido possiamo in un colpo solo raggiungere tre obiettivi. Ridurre i forti divari di opportunità di cura ed educazione fra bimbi, che favoriscono la riproduzione e l’ampliamento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali. Alleggerire i carichi di cura che gravano sulle donne, favorendone una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. E attivare una maggiore domanda di lavoro in un settore dove è più alta la presenza femminile. È importante agire in fretta, anche nell’ottica delle politiche rivolte appunto alla Next Generation.

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Scotto: Nizza e il ruolo di Erdogan, testa d’ariete di un Islam radicalizzato

Arturo Scotto, Globalist.it

La Francia laica e repubblicana è oggettivamente sotto attacco. E con lei alcuni capisaldi della civiltà democratica: la libertà di stampa innanzitutto. Erdogan prova a soffiare sul fuoco, a investire sullo scontro di civiltà: vuole ergersi a paladino del mondo sunnita, imporsi come leadership militare, economica e morale di un’intera area del globo. Con una lettura dell’Islam sempre più fondamentalista, arcaica, autoritaria. Sta giocando con i decapitatori e i lupi solitari, sta puntando a raccogliere i frutti politici di quella follia omicida, sta giustificando l’ingiustificabile, sta lavorando sulla destabilizzazione delle nostre democrazie. Per combatterlo serve la politica, la capacità di spegnere gli incendi, di ricostruire una visione per il Medio Oriente, di non concedere alibi a chi strumentalizza l’umiliazione di popoli come quello palestinese.

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Scotto: no a guerrette sull’emergenza, o arriveranno gli avventurieri

Arturo Scotto, Globalist.it

Lasciamo perdere i diplomatismi. Qui la situazione è seria. Il Dpcm varato dal Governo non è il bancone di un supermercato: prendi quello che ti piace e rifiuti quello che non ti convince. Per questo bisogna chiedere rigore e serietà a chi governa un processo così drammatico. Non si può firmare un DPCM a mezzogiorno e silurarlo all’ora di cena. Il pluralismo non può trasformarsi nella corporativizzazione della maggioranza. Vale per Renzi e non solo per Renzi. Se qualcosa ha funzionato nei mesi complicati della primavera scorsa, pur lasciando strascichi profondi nella psicologia collettiva, è stato – perdonatemi il “jeux de mots”- lo Stato che ha fatto lo Stato. Pur nelle contraddizioni, nella dialettica tra centro e periferia, nella babele di ordinanze, nelle tante inefficienze: è comparso un Governo che ha trasmesso ai cittadini un’idea di condivisione del dolore, della paura, del disappunto. Non una cosetta da poco, ma la forma più alta di solidarietà nazionale.

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Guerra: il Recovery plan è la grande occasione per il tempo delle donne

Maria Cecilia Guerra, Il Fatto quotidiano

Il Recovery Plan potrà essere davvero una grande occasione, non solo per la partecipazione al mercato del lavoro delle donne, ma anche per la modernizzazione del nostro welfare: due obiettivi strettamente legati. L’EU Gender Equality Index, calcolato dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), ci dice che, se si considerano insieme gli aspetti relativi alla partecipazione al mercato del lavoro e alle condizioni occupazionali, l’Italia è all’ultimo posto in Europa. Come si esce da questa situazione? Bisogna innanzitutto capire che, per quanto necessari, gli aiuti economici, come l’assegno unico cui pure meritoriamente il governo sta lavorando, non sono assolutamente sufficienti. Alle donne manca il tempo. La via di uscita è l’ampliamento dell’offerta dei servizi – asili nido, scuola a tempo pieno, servizi di pre e post scuola – rispetto ai quali il nostro paese è caratterizzato da una carenza strutturale e da una distribuzione fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Più in generale, occorre passare dalla logica del finanziamento di singoli progetti, disponibili a macchia di leopardo sul territorio nazionale, all’impostazione di veri programmi di riforma.

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Visco: una strana idea di privacy ci lascia in balia della pandemia

Vincenzo Visco, Domani

È necessaria una riflessione relativa al rapporto tra libertà individuale e interesse collettivo e al loro equilibrio nelle nostre società. Il rischio che l’individualismo prevalente, la sfiducia preconcetta nelle istituzioni pubbliche, la retorica antistatalista determinino danni sociali (ed economici) molto seri è infatti del tutto evidente. La tutela della privacy è un elemento fondamentale di ogni sistema politico basato sulle regole liberal democratiche, ma anche in questi sistemi occorre chiarire quali sono i limiti che l’interesse collettivo può porre a quelli individuali (o presunti tali). La funzione tradizionale delle Autorità garanti della privacy andrebbe attentamente riconsiderata nel momento in cui i nostri dati personali vengono liberamente utilizzati senza controllo dalle grandi società del web sulla base di consensi per lo più forniti in modo inconsapevole, se non estorti. In questa situazione i Garanti della privacy tendono a concentrarsi soprattutto sulla tutela dei cittadini nei confronti dello Stato e delle autorità pubbliche in generale.

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