Oggionni: l’Holodomor fu una tragedia, non un genocidio anti-ucraino

Simone Oggionni, Huffington Post

Spingere il Parlamento italiano a riconoscere come genocidio il cosiddetto Holodomor, e cioè la morte per carestia tra il 1932 e il 1933 di un numero strabiliante (gli storici affermano superiore ai 3 milioni) di ucraini: malgrado alle spalle della mozione parlamentare presentata dal Pd ci siano studi e approfondimenti di assoluto valore, mi pare che questa operazione non sia esente né dal rischio della banalizzazione né da quello della strumentalizzazione. A cosa serve tagliare un tema così delicato e complesso, di carattere storico, con l’accetta di un dispositivo parlamentare?

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D’Attorre: se la svolta è stata una parentesi, gli antieuropeisti hanno vinto

Alfredo D’Attorre, Huffington Post

Draghi è anzitutto la garanzia che l’Italia non farà scelte di bilancio avventate sul piano interno e che misure indifendibili sia dal punto visto della sostenibilità finanziaria che dell’equità sociale non saranno più riproposte. Ma deve diventare anche il punto di forza per una posizione incisiva e determinata in Europa, che marchi bene la differenza fra l’«europeismo pragmatico» di cui ha parlato spesso il Presidente del Consiglio e il vecchio europeismo benpensante che lodava a prescindere il vincolo esterno e l’austerità. Un centrosinistra che si limitasse a riesumare il linguaggio del vincolo esterno e delle vecchie regole europee rischia seriamente di essere travolto.

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Bersani: giusto armare la resistenza ucraina, difficile rinunciare al gas russo

Francesco Cancellato, Fanpage.it

Io credo sia giusto dare una mano alla resistenza ucraina. La cosa importante è chiederci perché. Io la aiuto per darle la possibilità di negoziare un compromesso, anche prima che la Russia si ritiri. Mentre se l’idea è che noi aiutiamo l’Ucraina per far durare la guerra a tempo indeterminato, con l’idea di sconfiggere strategicamente Putin, questo sì sarebbe in conflitto con la nostra Costituzione. Non fidatevi di chi dice che tra un anno ci stacchiamo dal gas russo. Non ne siamo in condizione. Fisco? La riforma di Draghi non cambia nulla. Lo stimo, ma non possiamo chiedergli di fare Mandrake.

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Scotto: gli aggrediti vanno difesi, in Ucraina come in Palestina

Arturo Scotto, Globalist.it

Nessuno parla più di Stato di Palestina: una parola proibita per una pace proibita. Nessuno si azzarda a ricordare che se è giusto aiutare un popolo che si difende da un’aggressione – oggi la guerra in Ucraina dice questo – è impossibile voltarsi dall’altra parte davanti ad altri popoli umiliati e offesi nel loro diritto all’autodeterminazione da più di mezzo secolo. Ora va riconosciuto lo Stato di Palestina come leva fondamentale per riaprire un negoziato efficace e risolutivo. Non si è mai fatta la pace tra chi è troppo debole e chi è troppo forte. Quando i rapporti di forza sono troppo sbilanciati non resta che la strada della resa o dell’annessione.

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D’Alema: Enrico Berlinguer aveva previsto tutto

Luca Telese, The Post Internazionale

A 100 anni dalla sua nascita, a quasi 40 dalla morte, alcuni elementi rendono ancora più attuali il suo pensiero e la sua figura. C’è, a dispetto di tutte le previsioni, un ritorno in campo delle ideologie del Novecento. Qual è la risposta della sinistra? Quella che noi abbiamo un buon programma e siamo in grado di gestire meglio la “cosa pubblica”? Mi pare una risposta molto debole. O ci mettiamo in grado di rilanciare un messaggio ideale forte, una visione del mondo imperniata sui valori dell’uguaglianza e delle solidarietà oppure rischiamo di soccombere. Una sinistra che si metta su questa strada non può soltanto misurarsi coi problemi di oggi, deve anche sapere rileggere le pagine migliori della sua storia e tra queste quelle scritte da Enrico Berlinguer. 

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Speranza: più medici e un miliardo alle Regioni per tagliare le liste d’attesa

Michele Bocci, la Repubblica

Quando sono diventato ministro, nel settembre 2019, il fondo sanitario nazionale era a 114 miliardi di euro e aumentava meno di un miliardo all’anno. Dopo due anni e mezzo, siamo arrivati a 124 miliardi, 10 in più. Non c’era mai stata nella storia del servizio sanitario nazionale una crescita delle risorse così importante in tempi così brevi. C’è stata una stagione troppo lunga di definanziamento della sanità e le risorse vanno aumentate ancora. Abbiamo l’impegno a portare il fondo a 128 miliardi in due anni, ma voglio lavorare per fare crescere ancora questa cifra. Poi sono per superare i tetti di spesa che hanno le Regioni, a partire da quella per il personale. Arriveranno 20 miliardi grazie al Pnrr. Poi ci sono 625 milioni che per la prima volta la programmazione europea riserva al “Pon” salute, per le aree svantaggiate.

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Per la pace, sempre. Tocca all’Europa impostare il negoziato

Simone Oggionni, Eldar Mamedov, Anna Colombo, Huffington Post

Aiutare i civili ucraini e impedire la terza guerra mondiale sono prospettive coincidenti e si possono realizzare attraverso il negoziato. Quando questa guerra sarà finita, dovranno essere evitati i vecchi errori. L’Ue deve offrire un percorso realistico e credibile per la ricostruzione dell’Ucraina, ma al tempo stesso trovare la via per integrare la Russia in un progetto europeo comune. Questo sforzo deve cominciare oggi.

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Visco: la riforma del catasto, vincitori e vinti

Vincenzo Visco, InPiù.net

Non c’è dubbio che sul piano politico (e anche ideologico-culturale) abbiano vinto le destre, evitando che venga formalmente stabilito che la base imponibile per l’imposizione immobiliare possa essere il patrimonio anziché il reddito. Una sorta di esorcismo e di messaggio autoconsolatorio, ma di forte appeal politico. Dal canto suo, il governo può sostenere che comunque la riforma del catasto si farà, che le rendite verranno aggiornate e che le attuali disparità di trattamento verranno superate, e che quindi nella sostanza ha vinto lui. Dimenticando che in politica spesso la forma è sostanza.

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D’Attorre: la bussola europea è più importante di quella atlantica

Alfredo D’Attorre, l’Huffington Post

Il Governo deve scegliere. Stiamo con chi – Usa e Regno Unito – ritiene che la guerra debba essere condotta e “vinta” fino al rovesciamento del regime di Putin, oppure con chi – Francia e Germania – ritiene primario il cessate il fuoco e il negoziato? Se il Governo Draghi è nato con l’obiettivo fondamentale di rafforzare il nostro legame con l’Europa e la nostra capacità di incidere al suo interno, non dovrebbero esserci dubbi su quali dovrebbero essere la collocazione e l’iniziativa dell’Italia. Siamo lealmente alleati degli Stati Uniti, ma in questa fase i nostri interlocutori fondamentali non possono che essere Scholz e Macron.

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