Visco: il congresso del Pd e quella paura di aprirsi veramente all’esterno

Vincenzo Visco, Domani

Rispetto all’idea di un congresso costituente, di una effettiva apertura verso tutte le forze progressiste e di sinistra presenti nel paese, di una analisi approfondita delle ragioni della sconfitta elettorale, abbiamo assistito e assistiamo a una progressiva e accelerata chiusura della gran parte del gruppo dirigente su sé stesso, con l’obiettivo sempre più evidente di esorcizzare ogni cambiamento reale che possa mettere in discussione gli equilibri e i rapporti di forza attuali. Le cose non vanno affatto bene. E se in poche settimane non si determina una svolta significativa, l’intera operazione risulterà inutile.

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Scotto: votiamo al congresso Pd, ma serve un nuovo manifesto

Daniela Preziosi, Domani

Il senso del percorso che facciamo non è un’adesione al vecchio Pd. Ci impegniamo ad aderire alla fine del congresso costituente. Se nell’assemblea di fine gennaio non viene approvata la carta dei valori, tutta l’operazione è monca. Noi abbiamo preso sul serio il percorso costituente. Abbiamo condiviso con Letta e con larga parte del Pd all’indomani della sconfitta del 25 settembre l’esigenza di aprire una fase nuova. Non mi preoccupa in questo momento la collocazione congressuale. Mi preoccupa di riuscire a far portare nella fase costituente un impianto laburista e socialista che in questa fase manca nella riflessione della sinistra italiana, in tutte le aree, non solo nel Pd.

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Bersani: su condono, flat tax e Msi Meloni distorce la realtà

Carlo Bertini, La Stampa

Non è una sorpresa che la destra mostri quello che è. Si tratta della destra italiana, né liberale, né sociale, ma gerarchica e corporativa. Legge e ordine, ma non per tutti; i poveri sono che quelli che stanno sul divano; il lavoro deve mettersi a disposizione di chi fa ricchezza, cioè l’imprenditore, meglio se piccolo; il fisco è per categorie e quindi altrettanto sarà per il welfare. E così via. La sinistra deve solo comprendere che tutto questo non lo si ferma alzando la voce. Lo si ferma soltanto costruendo un’alternativa credibile.

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Bugani: il Pd come una squadra in fondo alla classifica, serve una scintilla

Eleonora Capelli, la Repubblica

Tutta la comunità di Articolo Uno è impegnata in questa costituente, a partire dal nostro segretario Roberto Speranza che è addirittura garante del percorso. Credo che non si possa stare a guardare, le sinistre sono in crisi anche in Europa e se non si fa uno sforzo ora si finirà per essere tutti complici delle destre retrograde e anacronistiche. L’isolamento del M5S in questo momento mi sembra davvero surreale. Come diceva Berlinguer “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”.

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Visco: i condoni della manovra sono a perdere, ci rimettiamo 1,6 miliardi

Carlo Di Foggia, Il Fatto quotidiano

I condoni sono misure contro lo Stato, disincentivano la fedeltà fiscale, ma è la prima volta che si fanno rimettendoci i soldi. Quelli in manovra causeranno un buco già nel 2023. Tremonti i condoni li faceva per incassare, qui invece siamo noi che paghiamo. Ingiustificabile la flat tax per gli autonomi, una disparità di trattamento con i dipendenti che vale 8-10mila euro, anche di più per i pensionati. La legge di bilancio colpisce i poveri e aiuta gli evasori con misure inique. Il prossimo bersaglio della destra saranno welfare e servizi pubblici.

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Speranza: nessuno è impermeabile alla corruzione, non ci diano lezioni

Giovanna Casadio, la Repubblica

Sono arrabbiato. Nei sacchi del Qatargate tanti soldi quanti Articolo Uno ne riceve in un anno dal 2 per mille. Non posso accettare che quanto avvenuto getti un’ombra sulla nostra comunità di persone perbene che fanno politica in modo del tutto disinteressato. Sono per il massimo rigore ma senza fare di tutta l’erba un fascio. C’è una questione morale su cui tutti dobbiamo riflettere. Per noi la lezione di Berlinguer resta un patrimonio. Renzi e D’Alema? C’è una differenza oggettiva se sei un parlamentare in carica o se da dieci anni non siedi più in Parlamento.

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D’Alema: io un consulente, non un affarista. Indecenza quelle banconote

Tommaso Labate, Il Corriere della Sera

Non avrei mai potuto sospettare una cosa del genere e infatti la trovo un’indecenza, che merita una riposta ferma. Non trovo però accettabile che si prenda questa vicenda e la si usi come una clava per demolire una storia e una classe dirigente, facendo confusione tra cose che sono totalmente non assimilabili tra loro. Non ci sono nel mio caso porte girevoli; ma diverse stagioni nella vita che devono essere scandite da un rigido principio di incompatibilità.

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