Errani: sanità, il governo non capisce l’urgenza, curarsi ormai un privilegio

Maria Berlinguer, La Stampa

L’appello su Change.org per salvare la sanità pubblica in due settimane ha già superato abbondantemente quota 100 mila firme. Significa che si sta diffondendo la consapevolezza dei problemi della sanità. Vogliamo coinvolgere tutti coloro che sono interessati alla tutela e al rafforzamento del sistema sanitario nazionale, forze politiche, soggetti sociali, sindacati. Non ci sono primogeniture. C’è una battaglia da fare.

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Scotto: l’unica strada è bandire le armi atomiche, non c’è soluzione militare

Umberto De Giovannangeli, Il Riformista

La guerra finisce se Mosca e Kiev sapranno quale è il loro posto nel nuovo assetto globale. E qui c’è lo spazio dell’Europa. Il nuovo ordine mondiale o è multipolare o semplicemente non è. E dunque auspicherei un ruolo più assertivo dell’Unione, anche perché non sempre gli interessi del nostro continente coincidono con quelli di Washington e Pechino. Qualcosa finalmente si muove. Penso all’iniziativa del leader dell’Internazionale socialista nonché primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, che va in Cina e, pur non condividendo molte ambiguità del piano di Xi Jingping, prova ad abbattere la barriera dell’incomunicabilità tra cinesi e americani. Servono personalità che oggi lavorino attivamente per sdoganare di nuovo la parola pace e fermino la folle e sconsiderata corsa al riarmo.

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Guerra: si premiano i ricchi, chi è povero rischia una sanità misera

Valentina Conte, la Repubblica

La bacchetta magica per avere allo stesso tempo meno tasse e più welfare non esiste. La flat tax porterà a una riduzione della spesa per il welfare. Il rischio concreto è di avere una sanità povera per i poveri. Mentre i ricchi useranno i servizi privati. Nella nuova legge c’è un enorme regalo ai redditi finanziari. E poi c’è una legalizzazione dell’evasione. Nel momento in cui lo Stato dice: “Pagami questo per due anni, tutto quello che fatturi in più lo dichiari, ma non sei tassato” significa che quello che evadevi prima ora è legalizzato.

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Guerra: riforma del fisco ed evasione: cosa c’è dietro gli slogan

Maria Cecilia Guerra, Domani

L’indirizzo che il governo della legalità intende assumere nei confronti dell’illegalità in campo fiscale con la legge delega appena approvata è quanto meno ambiguo, così come lo sono gli slogan che lo accompagnano nella comunicazione. Un paese che tollera un’evasione rilevante, addirittura stratosferica per alcune categorie di soggetti, può davvero essere considerato un paese in cui il fisco è in guerra con il contribuente, è vessatorio nei suoi confronti, lo perseguita? Un fisco nei confronti dei quali è necessario ergere nuovi strumenti di difesa, invocare tregue e paci fiscali? L’evasione non viene prevenuta, viene legalizzata.

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Scotto: il Pd archivia il renzismo, Articolo Uno ha compiuto la sua missione

Antonio Picariello, Orticalab.it

Negli anni del renzismo il Partito democratico si è allontanato dalle ragioni fondanti della sua nascita, persino dalle radici costituzionali, e ha privilegiato una visione carismatica della politica, un’ idea della democrazia di mandato che è sfociata nell’illusione presidenzialista. Il Pd ha immaginato che il mercato da solo allineasse i bisogni e ha dimenticato il rapporto con i corpi intermedi anzitutto con i sindacati. Schlein ha fatto un percorso molto simile al nostro: si allontana dal Pd quando c’è il Jobs Act, quando si raggiunge l’apice della rottura tra Pd e mondo del lavoro. Oggi si apre finalmente una strada nuova che vogliamo percorrere con determinazione portando il nostro contributo di radicamento e di cultura politica.

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Guerra: penalizzati i dipendenti, non ci sono soldi per tagliare le tasse

Paolo Baroni, La Stampa

La cosa più grave di questa riforma è che non affronta il fatto che chi ha reddito dal lavoro paga tutto e paga progressivamente, mentre tutti gli altri pagano spesso in parte e con aliquote molto basse. Una differenziazione troppo forte, senza contare che quando ad un contribuente si applica un prelievo sostitutivo dell’Irpef, questo sostituisce anche le addizionali. Con il risultato che chi beneficia di questi regimi non dà un euro al suo comune e alla loro regione. Le aliquote sono distribuite in maniera del tutto casuale, per cui c’è chi paga il 15, chi paga il 26 e chi paga il 43%, per sorte e non perché uno è più ricco o più povero. È una ingiustizia troppo profonda: non si può reggere il nostro patto sociale su un sistema del genere.

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Errani: Schlein porta la passione, la vera sfida è un nuovo Pd

Eleonora Capelli, la Repubblica ed. Bologna

Le primarie aprono una fase nuova nel Pd e nella politica italiana. Sono emerse una spinta al cambiamento, una domanda di rappresentanza, un’esigenza di ritrovarsi in un nuovo Pd che sia in grado di proporre l’alternativa alla destra. Elly Schlein ha rappresentato fino in fondo tutto questo. Il problema non è tanto ciò che ci sta alle spalle, ma tutto quello che abbiamo di fronte: c’è ancora molto spazio, ognuno può dare un contributo. Io sto ragionando insieme a un gruppo di persone, vogliamo partecipare a questo processo di costruzione, perché è la direzione giusta.

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Scotto: il Pd non abbia paura di osare, il lavoro primo tema

Matteo Macor, la Repubblica ed. Genova

Questa sarà la fase dell’avventura, per fare il nuovo Pd dobbiamo sperimentare senza paura del nuovo e della nettezza delle posizioni. Noi in questa fase abbiamo provato a portare avanti il tema del lavoro, la centralità di una questione sociale. Non si può liquidare il dibattito sull’Ucraina a un confronto tra acchiappanuvole e realisti. È un’aggressione, ma penso che si illuda chi pensa che il conflitto si chiude con una soluzione militare, e l’escalation di armi rischia di sancire questa illusione. Serve riabilitare la parola pace, che significa iniziativa politica.

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Visco: tutto quello che la delega fiscale non dice

Vincenzo Visco, Il Sole 24 Ore

Non sembra proprio che la delega che il governo si accinge ad approvare affronti, se non limitatatamente, i problemi del fisco italiano, e quindi risulta di limitato interesse, e di scarsa utilità. Al contrario, accetta e anzi rafforza la balcanizzazione del fisco e la sua (ri)cedolarizzazione, regredendo a una visione del sistema tributario pre-riforma del 1973. La proposta non tiene conto dei principi di equità orizzontale e progressività, ignorando le conseguenze negative sul piano economico (corretta allocazione delle risorse) e sociale.

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