Visco: premi e lotterie, come rendere complicate anche le cose semplici

Vincenzo Visco, Domani

Alcuni anni fa, quando idee che oggi fanno parte del senso comune apparivano avveniristiche, un rapporto del Centro studi Nens suggeriva di introdurre, oltre alla fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi (scontrini e documenti analoghi) direttamente all’Agenzia delle Entrate in modo da rendere impossibile la pratica, molto diffusa, di emettere gli scontrini e poi non dichiarare i ricavi relativi. Si suggeriva inoltre di abbinare a questa misura una apposita lotteria in modo da incentivare la richiesta di emissione di scontrini e ricevute, secondo l’esempio di altri paesi. Oggi la lotteria viene introdotta, parte a gennaio, ma la trasmissione telematica dei corrispettivi non è ancora diventata obbligatoria per tutti. Inoltre la lotteria è stata concepita in modo da rendere più difficile il raggiungimento degli obiettivi desiderati. Il governo Conte fa scelte in apparenza, e in teoria, giuste, ma le realizza in modo discutibile se non errato, limitandone così in modo considerevole la portata innovativa. 

LEGGI L'ARTICOLO

Panzeri: finora bene, ma lavoriamo per le prossime elezioni

Pier Antonio Panzeri, Huffington Post

La nascita del governo giallorosso nel settembre 2019 è stata per Articolo Uno una vittoria indubitabile. È giusto ricordare che è l’unico soggetto politico che ha convintamente scommesso sulla formazione della nuova maggioranza, senza dover fare capriole o piroette. Dopo più di un anno di questa esperienza di governo, stante la condizione di partenza, possiamo andare orgogliosi dei risultati ottenuti, in particolare nella gestione dell’emergenza sanitaria e sociale che si è determinata. Ma ciò non può bastare. Abbiamo sfidato prima di tutto il Pd a condividere con noi questo obiettivo, ma la risposta purtroppo è stata finora ampiamente deludente. Al punto in cui siamo, pur nella consapevolezza della straordinarietà della situazione, riteniamo indispensabile coinvolgere tutta la nostra comunità in un ampio e partecipato confronto politico per decidere in che direzione procedere, essendo in gioco il nostro destino. Le opzioni possono essere diverse, tutte legittime e valutabili, ma ciò che non possiamo permetterci è la paralisi politica.

LEGGI L'ARTICOLO

Speranza: il mio piano per il post Covid, servono tutti i fondi possibili

Marzio Bartoloni e Barbara Gobbi, Il Sole 24 Ore

Per me ogni euro che arriva al Servizio sanitario nazionale è un euro ben investito e da dovunque vengano sono benvenuti, perché la salute è un bene pubblico essenziale che va difeso. L’Italia deve usare questo passaggio drammatico della pandemia per trasformare la crisi del Covid in una grande opportunità. La possibilità di una grande riforma sistemica che segni la ripartenza del nostro Servizio sanitario nazionale che è la cosa più preziosa che abbiamo. Dobbiamo evitare che le prossime settimane, in modo particolare i giorni del Natale che rappresentano un momento in cui si riprendono tante relazioni, inneschino una risalita dei contagi. Bisogna evitarlo perché sappiamo che da gennaio dobbiamo cominciare una campagna vaccinale contro il Covid imponente e senza precedenti. È lì che dobbiamo concentrare le nostre energie. Non si tratta dunque di linea morbida o dura ma di una linea necessaria.

LEGGI L'ARTICOLO

Bersani: quando sono stato male ho avuto paura di fare la fine del pirla

Tommaso Labate, Sette

Il destino ha voluto che ogni momento importante della mia vita nelle istituzioni fosse accompagnato da un concerto rock. Il rock, in fondo, è quella dissonanza che corregge il mainstream, quel tono di vivacità che interviene sulle cose convenzionali rendendole più comprensibili, e anche più belle. Le riforme si fanno come gli assoli di Keith Richards, giocando d’anticipo. Parlare chiaro non è una questione di linguaggio ma una vera e propria scelta morale. Sull’ambulanza ho testato in prima persona la bontà di un modello di organizzazione. E ha funzionato.

LEGGI L'ARTICOLO

Visco: i grandi debiti non si rimborsano, è la storia che lo dice

Vincenzo Visco, Il Sole 24 Ore

Sulle parole di Sassoli abbiamo assistito a una ennesima manifestazione di perbenismo europeista che prescinde dai dibattiti in corso e dall’intera storia dell’umanità nel corso dei millenni, che ha visto la sistematica contrapposizione tra creditori e debitori, e la sistematica richiesta, e le proposte, di “remissione” dei debiti da parte di uomini politici e autorità religiose. La realtà è che nell’intera storia dell’economia i grandi debiti, in un modo o nell’altro, non sono mai stati rimborsati. Quando i governi si sono trovati nella necessità di rientrare da situazioni di grande indebitamento (per esempio dopo la conclusione di una guerra) hanno fatto ricorso a numerosi strumenti e tecniche diverse. Sassoli, con la sua metafora, non ha fatto altro che manifestare la consapevolezza di un lungo dibattito e di una esigenza ormai condivisa a livello globale, come dimostrano anche le conclusioni del recente G20 e va quindi pienamente “assolto”. Per attuare questo tipo di interventi in Europa bisognerà superare inevitabili resistenze (ideologiche), ma anche il Recovery fund solo un anno fa sarebbe apparso come una proposta estemporanea, stravagante e inaccettabile. 

LEGGI L'ARTICOLO

Visco: il prelievo fiscale grava troppo sui lavoratori, serve una riforma

Mauro Del Corno, ilfattoquotidiano.it

La mia proposta si inserisce in un più ampio ripensamento del sistema fiscale italiano che oggi e diventato una giungla di trattamenti particolari ed esenzioni, ottenute su pressioni delle varie lobby. Il primo punto è una trasformazione dell’Irpef in un’imposta progressiva sui soli redditi da lavoro. Accanto all’Irpef così riformata, andrebbe introdotta un’imposta personale progressiva sul patrimonio complessivo, mobiliare e immobiliare. Contemporaneamente dovrebbero essere soppresse tutte le altre imposte erariali che gravano su redditi di capitale e patrimonio, Imu compresa. Avremmo così un sistema basato su tre tipi di prelievo, di cui i primi due progressivi: Irpef, imposta patrimoniale e Iva sui consumi. La riforma andrebbe realizzata a parità di gettito ma quello che ne risulterebbe sarebbe un sistema fiscale più equo e armonico.

LEGGI L'ARTICOLO

Speranza: da questa crisi l’occasione per non essere subalterni alla destra

Roberto Speranza, la Repubblica

C’è una lezione di fondo che viene da questi mesi di lotta alla pandemia: la nuova centralità dei beni pubblici fondamentali. Dentro la crisi è emerso come ci siano valori non negoziabili che hanno a che fare con l’essenza della vita delle persone. Credo che da qui dovrebbe provare a costruirsi un nuovo pensiero democratico. In questo quadro confesso che faccio fatica ad appassionarmi ad una discussione sul futuro della sinistra italiana ed europea che dovesse stancamente rilanciare una riflessione tutta politicista sulle formule (riconquistare il centro) o riproporre orizzonti (la terza via) figli di un’era politica che non c’è più. La sfida che è dinanzi ai democratici e ai socialisti è la qualità dell’alternativa che saremo in grado di mettere in campo. Non è un problema di geometrie, di tattica, di manovra politica, ma di idee, valori e visione. Dagli Stati Uniti all’Europa è emersa una “nuova destra della protezione” capace di interpretare la rottura che si stava consumando, mentre noi, a sinistra, siamo apparsi troppo spesso distratti e incapaci di leggere quanto stava avvenendo. È indispensabile un coraggioso cambio di paradigma. La tutela della salute non è un costo, una merce, una generica spesa corrente, ma un investimento essenziale per il benessere dell’individuo ed il futuro delle nostre comunità.

LEGGI L'ARTICOLO

Bersani: una Bicamerale per cambiare le Regioni e salvarle

Andrea Carugati, Il manifesto

L’elezione diretta ha creato la figura del “governatore” che si sente rappresentante di un popolo. Ma le regioni non sono nate per questo. Dopo 50 anni dalla nascita della regioni e 20 dalla riforma del Titolo V serve un tagliando su tutto il sistema delle autonomie, e ci metto dentro anche le province che hanno subito una riforma disastrosa e invece vanno rilanciate perché sono indispensabili. Dovremmo tornare agli anni Novanta, quando il presidente della regione era indicato sulla scheda elettorale, ma eletto dal consiglio. Vorrebbe dire che se uno si dimette il consiglio non si scioglie ma elegge un altro presidente. Un conto sono i Comuni, dove si amministra, e va bene l’elezione diretta dei sindaci. Un altro i luoghi dove si esercita il potere legislativo, e qui non ci deve essere elezione diretta dei vertici e le assemblee devono contare di più. E invece ormai i consigli regionali non contano più nulla.

LEGGI L'ARTICOLO

Speranza: le zone rosse funzionano, le Regioni ci ringrazieranno

Massimo Giannini, La Stampa

È presto per dirlo, ma ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure che abbiamo adottato comincino a dare qualche risultato. Se questo è vero, si conferma la validità della strategia che abbiamo adottato, che alla fine è molto chiara: vogliamo governare la curva, senza arrivare al lockdown totale. E si conferma la necessità di non mollare adesso: i prossimi sette-dieci giorni saranno decisivi. Tutti si lamentano, il giorno dopo. Ma vedrà che tra dieci giorni, se tutto va come speriamo, ci ringrazieranno, e diranno “avremmo dovuto farlo prima”. Perché il nostro modello funziona. E i passaggi da una zona all’altra, concepiti con un meccanismo quasi automatico basato su dati e parametri predefiniti, sono una forma di tutela della salute dei cittadini, e non una pagella politica per i presidenti di regione. Quando faremo la prima giornata di vaccinazioni, che io prevedo si possa organizzare tra la terza e la quarta settimana di gennaio, vivremo un grande evento, anche simbolico. Ma dobbiamo dire la verità: sarà solo una prima fase. Natale? Mancano quaranta giorni, che sul piano epidemiologico sono un tempo molto lungo. È una discussione lunare.

LEGGI L'ARTICOLO