Speranza: il vaccino ci salverà, oggi il primo passo. Ma la battaglia è lunga

Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica

È un giorno di svolta, ma serviranno ancora mesi. Oggi le prime 9750 fiale, da domani ne arriveranno 470mila a settimana. È come se dopo una lunga notte cominciassimo a rivedere l’alba, ma il mattino è ancora lontano. Dal 7 gennaio si torna al sistema delle aree colorate, che ha dimostrato di funzionare abbassando l’Rt da 1,7 a 0,82 senza bloccare tutto il Paese. Ho fiducia negli italiani, sul vaccino niente scontri ideologici. La scuola riparte il 7 gennaio in presenza al 50%, priorità al tracciamento.

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Conte: il Recovery fund va usato per colmare il gap Nord-Sud

Mi. In., Il Quotidiano del Sud

C’è un regionalismo malato, c’è un’esigenza di un sistema sanitario che recuperi il rapporto con le persone. Per il Sud s presenta un’occasione storica. L’infrastrutturazione del Sud deve essere la missione strategica di un piano complessivo. La pandemia ha messo in crisi il sistema sanitario regionale, diseguale nelle varie aree del paese. Il ministero della Salute, anche grazie all’interpretazione che ne ha dato Speranza, si è riproposto come un dicastero della società e del vivere in comune.

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D’Alema: a sinistra serve un partito nuovo. E con un po’ del Pci

Antonio Polito, Il Corriere della Sera

Serve una forza nuova, una vera e propria associazione politica. Che abbia degli iscritti, non dico i milioni di un tempo, ma cento, duecentomila persone che possano volersi iscrivere a un partito, abbiano il potere di decidere e non deleghino ai meccanismi casuali delle primarie la selezione della classe dirigente. In più dovrebbe avere una ideologia. Una visione del mondo, un insieme di valori e un’idea del futuro. La destra mondiale è rinata su basi ideologiche: la terra, i confini, la nazione, la religione, l’identità. Come può vivere la sinistra senza idee-guida?

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Fornaro: il rischio crisi c’è davvero, se si rompe i cocci non si aggiustano

Paola Alagia, Affaritaliani.it

Crediamo che l’ultima cosa di cui il Paese abbia bisogno in questo momento sia una crisi di governo. E per di più al buio. Ma il tema è uno solo: se ci si siede a un tavolo con la volontà di trovare una soluzione di compromesso, il più alto possibile, oppure se ci si siede con l’intento di alzare la tensione perché l’obiettivo è quello di farlo saltare. La mia impressione è che da parte del presidente del Consiglio ci sia disponibilità. Sin dall’inizio della legislatura diciamo che l’unica maggioranza possibile è quella che poi di fatto è nata con il Conte due. E rimaniamo convinti di ciò. Per noi questo è il perimetro.

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Speranza: per le feste chiudere, non aprire. La Merkel ha fatto bene

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

La mia posizione non cambia, è sempre stata cristallina. Allentare proprio adesso le misure di contenimento sarebbe un grave errore. Non andate tutti nello stesso posto. Quando vedete che ci sono luoghi con tante persone, evitateli, se non vogliamo poi essere costretti a restrizioni molto dure. Ascolteremo con grande attenzione i nostri scienziati e l’auspicio è che nel giro di poco tempo si possano assumere ulteriori misure, in grado di scongiurare una ipotetica terza ondata. Se ci fermiamo e molliamo, la curva del virus può tornare a salire. Senza salute non c’è economia, lo ripeto da mesi.

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Scotto: commissione di vigilanza sul Recovery, presidenza all’opposizione

Lorenzo Calò, Il Mattino

Renzi sta mobilitando tutto il reparto guastatori per far saltare un equilibrio faticosamente costruito all’interno del governo. Lui pensava di dare le carte e invece sta regredendo a una iniziativa politica a dir poco sulfurea. Sugli obiettivi nodali il governo è coeso. È stato l’unico esecutivo in Europa a bloccare i licenziamenti, a portare a compimento grazie a Invitalia un asset industriale strategico come l’Ilva. Sul Recovery fund lo stesso ministro Amendola ha ribadito che sono state svolte approfondite riunioni preparatorie. Come mai Renzi non se n’è accorto?

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Fornaro: attenzione, la seconda ondata può spingere il centrodestra

Stefano Rizzi, Lo Spiffero

Nelle prime elezioni dopo l’esplosione della pandemia, quelle regionali di settembre, tranne che nelle Marche, sono stati premiati tutti quelli che hanno gestito la prima ondata, da Vincenzo De Luca a Luca Zaia, passando per Giovanni Toti e Michele Emiliano. Questo è stato, in gran parte, frutto della reazione dell’opinione pubblica che è andata alla ricerca di protezione. A promavera potrebbe invece prevalere un elemento di instabilità generato dalla crisi economica, ribaltandosi innanzitutto sul governo, con un aumento della sfiducia nei confronti delle istituzioni. Anche la destra salviniana e meloniana fa fatica ad interpretare una posizione antisistema. Credo che valvole di sfogo potrebbero scaturire positivamente, anche e soprattutto perché parliamo di elezioni comunali, da proposte civiche. Se c’è un modello interiorizzato dai cittadini è quello del sindaco e quindi soprattutto al secondo turno si gioca davvero un’altra partita. Anche questo è un elemento che vedo non considerato a sufficienza.

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