Speranza: la destra vuole i pieni poteri, saremo noi a fermarla

Francesca Schianchi, La Stampa

Le loro ricette economiche, vedi la Flat tax, sono un pericolo per la tenuta del Paese. E dal punto di vista delle relazioni internazionali, i loro amici sono Orban e Le Pen. Rischiano di portarci fuori dalla traiettoria di Paese fondatore della Ue e Paese di punta del G7 e del G20. Noi siamo quelli che difendono la sanità e la scuola pubblica. Che lottano contro la precarietà e le morti sul lavoro. Che vogliono salari più alti, un cuneo fiscale più basso, una legge sulla rappresentanza. La lista dei Democratici e progressisti deve diventare la lista del Paese.

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Scotto: fuori il profitto dalla sanità, dialogo con i 5 Stelle dopo il voto

Adriana Pollice, Il manifesto

Le chiacchiere sull’agenda Draghi non esistono, si tratta di un metodo senza formula politica. La centralità va al lavoro e ai beni comuni. Non esistono moderati nel centrodestra, è un’ingenuità imperdonabile pensarlo. Con i 5 Stelle frattura dolorosa soprattutto per noi di Articolo Uno che abbiamo lavorato fino all’ultimo minuto utile, anche fino a ieri, per trovare una soluzione almeno tecnica per andare insieme alle elezioni. Ma rivendichiamo la nostra esperienza nel Conte 2, che giudichiamo positiva, con il lavoro sui beni comuni a partire dalla Sanità pubblica. Dopo il voto si vedrà, il nemico comune è la destra.

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D’Attorre: senza Calenda i Democratici devono solo chiedere “un voto per”

Alfredo D’Attorre, Huffington Post

Un’identità nitida è la sola via per non farsi definire dagli apparentamenti fatti o mancati. Da questo punto di vista, l’abbandono di Calenda può rivelarsi perfino un’opportunità. A condizione che si cominci da subito a fare quel che lui ha imputato al Pd di non voler fare, ma che in realtà la sua presenza incontinente avrebbe più complicato: una campagna non “contro” ma “per”, basata su una chiara idea di Italia, di Europa, di società, senza messaggi contraddittori e senza che sia in discussione chi ha in mano il timone dell’alternativa alla destra.

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Scotto: per mero narcisismo Calenda spiana la strada a Meloni

Simona Maggiorelli, Left

Calenda ha trafugato un’agenda Draghi (che non esiste) e l’ha sostituta con il manuale del perfetto narcisista. Ma così si regala a Giorgia Meloni un’autostrada. I 5 Stelle? Andare separati oggi non deve chiudere un dialogo per il giorno dopo. Dopo il 25, c’è il 26 settembre e bisognerà tornare a dialogare e confrontarsi sul merito. Da parte nostra non ci sarà nessun attacco al M5S perché l’avversario si chiama destra. Mi auguro ci sia reciprocità. In ogni caso, non delego a nessuno la rappresentanza degli interessi e dei bisogni dei lavoratori, dei precari dei poveri. La sinistra siamo noi.

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Visco: che sciocchezza escludere i 5Stelle, ci aspetta un autunno terribile

Tommaso Rodano, Il Fatto quotidiano

Contro la destra serviva un patto con tutti dentro. Non un’alleanza politica, ma un accordo tecnico, “difensivo”, per sterilizzare l’effetto maggioritario della legge elettorale. Non serviva un programma comune: ognuno avrebbe potuto fare la campagna elettorale che voleva, lasciando però convergere i voti sugli stessi candidati nei collegi. Si è voluto dare il messaggio, invece, che esiste una linea Draghi, di cui sono depositari il Pd e Calenda. Ma gli elettori popolari non sanno neanche cosa sia l’agenda Draghi.

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Bersani: a 70 anni do una mano ma non mi ricandido. E lo consiglio a tutti

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Riprendere con forza il tema sociale, a cominciare dal lavoro. Il baluardo di alternativa alla destra è la lista Democratici e Progressisti. Se andiamo per incompatibilità e veti non abbiamo compreso né la legge elettorale, né quale destra abbiamo davanti. Nel 2016 dissi al Corriere che al Nazareno erano così ciechi da non vedere una mucca nel corridoio. Come si fa a non vederla adesso? Presidenzialismo, autonomia differenziata, flat tax, condoni, passi indietro sui diritti civili. Non fermare Meloni, Salvini e Berlusconi significa tirare fuori l’Italia dal concerto dei grandi Paesi Ue, metterla con Ungheria e Polonia. Mi vogliono spiegare i veti reciproci?

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Visco: sterilizzare il Rosatellum e usarlo per fermare le destre

Vincenzo Visco, Domani

L’unica soluzione è realizzare un accordo tecnico tra tutti i gruppi politici che non desiderano una vittoria straripante della destra. Si può cambiare lo stato delle cose uscendo dalla logica del maggioritario per cui qualsiasi accordo che viene stipulato ha inevitabilmente una valenza politica e programmatica in vista di un futuro governo. Senza questa soluzione tecnica, i Cinque stelle non solo non prenderebbero seggi nell’uninominale, ma sottrarrebbero voti ai candidati del centrosinistra indebolendoli ulteriormente nel maggioritario.

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Speranza: la destra è l’avversario, dividendo il campo la stiamo favorendo

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Con la comunità di Articolo Uno abbiamo deciso di costruire la lista Democratici e Progressisti, di cui siamo cofondatori e che è il vero fatto nuovo di questa campagna elettorale: stare insieme è solo il primo passo, bisogna costruire una forte agenda sociale. Ma dinanzi a una destra simile io continuo a pensare che sia un errore dividere il campo dell’alternativa. Invito tutti alla riflessione. So che è molto dura, i toni forti di Conte e la posizione ferma del Pd danno il quadro di una rottura oggi insanabile, ma continuerò a dire fino all’ultimo momento utile che l’avversario è la destra e che dividendo il campo della potenziale alternativa la stiamo favorendo. A tutti chiedo di non sottovalutare le conseguenze di questa spaccatura nei collegi uninominali.

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