Abaterusso: la voce della sinistra è quasi assente, serve asse coi 5 Stelle

Alessandra Lupo, Nuovo quotidiano di Puglia

In un documento abbiamo chiesto un cantiere aperto che ci permetta di reimpossessarci dei principi e dei valori della Sinistra che abbiamo lasciato ad altri, l’agenda sociale oggi è in mano alle destre. Pensiamo a un soggetto nuovo non alternativo al Pd, ma con il Pd; nuovo nel nome, nel simbolo, nel modo di costruirlo. Perché ho l’impressione che ormai la gente quando sente Pd si giri dall’altra parte e i risultati parlano chiaro. Il centrosinistra ha una unica possibilità di fronte a un probabile fallimento del governo di destra: creare un’alleanza forte con il M5s sia sui temi sia dal punto di vista delle forze parlamentari.

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Fornaro: un Pd da ricostruire. La lezione dei socialisti francesi

Federico Fornaro, Domani

La lezione di Épinay, utile per la riflessione sul come uscire dalla fase di difficoltà in cui versa il Pd, è perciò quella che un fecondo processo di rigenerazione politica e culturale passa da una messa in discussione generale dell’impianto ideologico e del modello organizzativo. Il percorso costituente, a cui deve essere dedicato un tempo necessariamente non breve, deve poi concludersi con un profondo rinnovamento anche della classe dirigente. In altri termini, il congresso di Épinay non è ricordato in Francia come uno dei tanti congressi degli eredi della Sfio, ma come l’atto fondativo di una nuova stagione vincente del socialismo e della sinistra, che, iniziata nel 1971, pur tra naturali alti e bassi, sarebbe durata fino al 2016.

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Bersani: serve un partito nuovo. La storia della sinistra non si affida ai 5S

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Questa destra non è maggioranza nel Paese. Il problema nostro è costruire un progetto alternativo, che non si è presentato a queste elezioni. Bisognava dal giorno dopo del governo Conte II lavorare in altro modo, stringere i bulloni di un campo progressista. Deciderà il Pd un percorso. Se c’è da dare un contributo di discussione noi ci saremo, non siamo mai andati via dall’idea di una sinistra di governo. Ma è chiaro che la prima domanda nostra sarà “alla fine del percorso c’è un partito nuovo o si montano i gazebo per scegliere il capitano?”. Questo è decisivo. Basta primarie. Il dilemma non è sciogliere o non sciogliere, è allargare, è l’esigenza di un profilo, di un collegamento con il tema del lavoro, di una forma partito adeguata. Io lo chiamo un partito nuovo.

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D’Alema: ma dove vive il Pd? I 5 Stelle sono indispensabili

Fabrizio D’Esposito, Il Fatto quotidiano

I dirigenti del Pd hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un’ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito. Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l’opposto. Ora bisogna ricomporre il campo largo e fare un lavoro profondo per riguadagnare la passione di chi non vota più. Sapendo che c’è una coalizione democratica e di centrosinistra potenzialmente maggioranza. Serve un ampio dibattito culturale. L’identità non la fa il totonomi. Un partito deve avere una visione del mondo e un progetto di società.

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Mognato: perché alla sinistra adesso occorre una fase costituente

Michele Mognato, enordest.it

Se guardiamo al numero assoluto di voti, la destra italiana non rappresenta la maggioranza degli italiani. Essa ha vinto e avrà la maggioranza dei seggi solo grazie ad una legge elettorale sciagurata. È quella sociale la questione che la sinistra deve prendere a piene mani, perché la forbice delle disuguaglianze tra chi ha più e chi ha meno o nulla si va sempre più ampliando, e noi scegliamo di stare dalla parte di questi ultimi. Serve una “fase costituente”, una discussione profonda sulla funzione e la prospettiva della sinistra in Italia, una nuova forza politica che avvii un processo per la nascita di una nuova egemonia culturale che intercetti la rabbia, la delusione di tanti per canalizzarla in una visione più larga che guardi a una società nuova.

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D’Alema: dopo la sconfitta, la rinascita di una comunità politica

Massimo D’Alema, Italianieuropei

Senza fare chiarezza su ciò che è stato giusto e ciò che è stato sbagliato nel passato, è difficile riguadagnare credibilità. L’Italia voleva un ritorno della politica (o del populismo come dice qualcuno), non certo la continuità della tecnocrazia. L’elettorato ha premiato le forze politiche e i leader che ha considerato i più lontani dall’establishment economico e finanziario, nazionale e internazionale. Difficile sconfiggere il populismo sulla base della difesa della buona amministrazione e dello status quo. Se non si mette in campo un progetto politico, una risposta forte al bisogno di protezione, di giustizia sociale, di diritti; se non si è in grado di suscitare una speranza di riscatto, in particolare nella parte più debole della società, si è destinati a perdere.

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Speranza: al congresso dem ci saremo se si costruirà una cosa nuova

Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Se sarà un percorso costituente serio noi ci saremo, ma il modo peggiore di affrontare una rifondazione è partire dal gioco delle figurine. Nella lettera di Letta ci sono parole che vanno nella direzione giusta. Congresso costituente? Io dico sì, se è un percorso profondo, che rimetta in discussione l’identità, fino al nome e al simbolo. L’alternativa alla destra va costruita anche con i 5 Stelle. Il prossimo governo spinga la quarta dose, gli over 60 prenotino subito il richiamo.

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Rutigliano: a sinistra è ora di costruire un’alternativa politica

Carlo Rutigliano, Huffington Post

Non perdiamo solo per una coalizione striminzita, per la divisione di un campo che a fatica avevamo provato a costruire, ma per un vuoto di identità e di senso che dura da troppi anni. Di fronte a tutto ciò, pensare di cavarsi dai guai ripartendo dai nomi e dalle leadership non basterà. Saremo chiamati a ripensare la teoria che anticipa e accompagna la pratica. Visione e programmi, alleanze politiche e sociali, riferimenti culturali, presenza, pensiero e linguaggio. Soprattutto toccherà immaginare e costruire un nuovo senso di comunità. Consapevoli che come dalle grandi crisi, dalle grandi sconfitte non si esce mai con il mondo di prima.

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Speranza: la nostra è l’agenda sociale, la destra ci porta indietro

Andrea Carugati, Il manifesto

La lista democratica e progressista è un seme per la costruzione di una sinistra larga. Il M5S sta cercando di recuperare una verginità ma per 4 anni e mezzo è stato il principale partito di governo. Per noi l’obiettivo è vincere, e questo è possibile convincendo chi non vuole andare a votare, pancia a terra, casa per casa. Il nostro vero avversario è l’astensione: soprattutto nei ceti più deboli che vogliamo rappresentare ci sono persone sfiduciate, rassegnate, che pensano che il voto sia ininfluente sul loro destino personale, che nulla possa cambiare. Il nostro compito è rispondere con forza a questa domanda di protezione. Il modello della destra italiana è Trump, che ha nominato i giudici della suprema corte che hanno abolito il diritto all’aborto negli Usa. Il messaggio subliminale di Meloni è che anche in Italia si andrà in quella direzione: è una destra che ha paura dei diritti.

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