Smeriglio: avanti insieme ma partecipazione non significa solo tessere

Politica e Primo piano
Intervista al manfesto
di Daniela Preziosi
Vicepresidente Smeriglio (della Regione Lazio, ndr) Pisapia ha fatto pace con Mdp?
Non abbiamo mai litigato. Anzi per evitarlo si è saggiamente deciso di rinviare un incontro, le condizioni ambientali non erano favorevoli al buon esito.
Al fondo del litigio che c’è? L’amalgama malriuscito?
C’è un lavoro da fare, costruire una casa in cui nessuno è padrone e nessuno ospite. Tutti i soggetti del Primo luglio devono essere protagonisti. Per mettere insieme storie di sinistre molto diverse serve pazienza, non piglio autoritario.
Chi ha il piglio autoritario? Mdp accetta senza battere ciglio la leadership di Pisapia.
Direi meglio che su Pisapia c’è stato un ragionamento maturo. È il leader naturale di questo percorso: grazie a lui anche quelli che lo criticano stanno tutti i giorni sui giornali . È un leader particolare: la sua storia, il suo profilo civico e garantista è una delle carte più preziose che abbiamo. Dovremmo tutti averne cura. Non siamo noi ad aver benedetto lui, è lui che valorizza il percorso a ostacoli che abbiamo iniziato.
Perché non pubblicate il manifesto programmatico?
Il contenuto però è pubblico. Sono le conclusioni di Pisapia dal palco del Primo luglio arricchite di altri spunti di quella giornata, in particolare dal discorso di Bersani. Poi i singoli punti, le modalità organizzative e il nome dovranno avere una verifica popolare utilizzando al meglio anche una piattaforma digitale che ci porti più lontano possibile. L’abbiamo visto a SS.Apostoli: al di là delle 3mila persone e di qualche bandiera, in 140mila ci hanno seguito in streaming. Non li sottovaluterei.
AI cuore dei litigi c’è il rapporto con il Pd? Voi possibilisti, loro antagonisti?
Il Pd non è il nostro nemico, né l’avversario principale. Tra Giolitti e Mussolini non avrei dubbi. Il Pd è un competitore il cui bacino elettorale può essere anche quello di Insieme. I nemici sono le destre razziste e i populisti. Ma il Pd è un soggetto distante da noi, a volte anche sui valori: come in quel «aiutiamoli a casa loro», che unifica da Renzi a Casapound. Ma c’è un punto decisivo: la legge elettorale. È sbagliata, ma impone una competizione. E noi competeremo.
E se cambiasse, se tornasse un premio alle coalizioni?
Berlusconi deve decidere se vincere le elezioni con la sua coalizione o praticare l’inciucio con Renzi. Se cambia la legge, cambierà un pezzo del nostro ragionamento. Ma per noi la coalizione ha a che fare con la discontinuità radicale con le politiche del governo. Oggi questo discorso è in alto mare. Persino il blando ius soli è stato rimandato. Al di là dello scontro ideologico, il jobs act non ha funzionato, anzi ha prodotto forme di sfruttamento lontane dalla dignità.
A proposito: Cp è contrario a uscire dalla maggioranza?
Ogni giorno i problemi aumentano e Gentiloni non sembra interessato a costruire convergenze con noi. Se accadessero incidenti, la responsabilità sarebbe tutta dell’esecutivo.
Non volete un’assemblea costituente? Siete contro una ‘legittimazione popolare’?
Ma no, basta parlarsi. Mettiamo ordine: Pisapia è legittimato da sé, è quello che ci permette di costruire il perimetro largo a cui aspiriamo. Per il resto siamo un soggetto in costruzione, non una federazione di micropartiti. Il partito, quello vero, lo costruiremo dopo che abbiamo preso almeno 2 milioni di voti, e verificato una domanda sociale vera. Per ora non possiamo essere il partito dei 20mila iscritti, saremmo il partito di quadri contro cui già Togliatti ha detto tutto.
Ma cos’è che non vi va bene di quell’assemblea, pensate di soccombere a Mdp?
No. Va bene tutto, ma dev’essere un momento di grande partecipazione. Chi vuole partecipare aderisce a una carta d’intenti anche sul momento. Non possiamo escludere i non tesserati a qualcosa.
E così sulle liste?
È presto per parlarne. Ma oltre al meccanismo di partecipazione serve l’intelligenza di accogliere tutte le culture che si sono avvicinate a noi, dall’ecologismo ai cattolici democratici, ai movimenti delle vertenze, alla sinistra libertaria, alle donne. Il nostro profilo va svecchiato e non tutto si può risolvere a colpi di maggioranza.
Perché mettete i paletti contro Sinistra italiana?
Non è così. Il Primo luglio abbiamo definito un perimetro, quello delle culture della sinistra di governo. Fare il verso alla vocazione maggioritaria con quella minoritaria che alberga in alcune esperienze della sinistra radicale non è il nostro obiettivo. Né la federazione della debolezze insieme per disperazione. Alcuni di noi di Cp sono stati costretti a non partecipare al congresso di Si perché la cifra era un’altra. Se ora è cambiata sono felice.
Che cos’è la doppia tessera?
Non so dove nascono queste alchimie. Chi crede a Insieme, che non è un soggetto federato, a un certo punto dovrà decidere dove spendere le energie.
Mdp dice: ripartiamo subito.
Giusto. Dobbiamo utilizzare questi giorni per dare un messaggio chiaro di reciproco riconoscimento fra tutti, non solo fra Mdp e Cp. Non possiamo fallire, la frammentazione aumenterebbe. E la debolezza di tutti.
Accusano Pisapia di essere ambiguo. E’ così?
Non lo è affatto. Utilizza una buona dose di pratica del dubbio, che in situazioni complesse non è un male. Diffiderei dei portatori di certezze granitiche: erano sbagliate quando si trattava di flirtare con il blairismo, e anche oggi possono essere sbagliate in una lettura troppo meccanica dello scenario politico.