“Il punto non è sciogliere, ma costruire”: progetti e nuovi arrivi per i primi 100 giorni di Articolo 1

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Gianluca Busilacchi fino a stamattina era il capogruppo del Pd nella regione Marche. Adesso, dopo aver comunicato ai vertici del suo ex partito la sua decisione, è seduto tra Roberto Speranza e Arturo Scotto nella sala stampa della camera ad annunciare la sua adesione ad Articolo 1. “La mia è un’analisi meditata e convinta sul percorso del Partito democratico e su quello di Articolo 1 – dice Busilacchi – Il Pd che abbiamo fondato nel 2007 non esiste più, quel progetto si è smarrito, con un distacco crescente dalla popolazione e dall’elettorato tradizionale. Oggi la proposta del Pd si basa su ricette già fallite che non sono di sinistra e che non vanno al cuore dei problemi. E ogni giorni si dimostra di non credere nel valore della discussione, con una sorta di settarismo di maggioranza che ormai è diventato un metodo. Articolo 1 è l’unico soggetto in grado di portare avanti il progetto del centrosinistra, mentre nel Pd c’è solo il governismo”.

Per Speranza e Scotto l’arrivo di Busilacchi è l’occasione di fare il punto sullo stato di Articolo 1 a cento giorni circa dalla presentazione del simbolo a piazza di Pietra. Mentre scorrono le foto degli eventi più importanti per la comunità di Articolo 1, Speranza cita l’assemblea di Napoli, la straordinaria giornata del 25 aprile con le bandiere di Artticolo 1 per la prima volta nelle piazze, la conferenza programmatica Fondamenta a Milano, la manifestazione del primo luglio e dice: “Se mi avessero detto queste cose 100 giorni fa non ci avrei creduto. Sono state e sono settimane senza pace, piene di appuntamenti, solo ieri ero alla festa di Articolo 1 a Settimo Torinese”. Ricorda di avere inaugurato un numero incredibile di circoli, e cita con particolare affetto quelli di Scampia e di Corviale, e l’ultimo in ordine di tempo – il circolo Alfredo Reichlin di Manduria. Ricorda le moltissime adesioni di giovani, il manifesto del 700 Under 30 pubblicato anche da nostro sito e l’avventura di Dario, Francesco e Michele, presenti in sala, che sono pronti a partire per il loro giro d’Italia su una vecchia Y10 per raccontare la realtà di Articolo 1.

Non manca naturalmente la domanda sulle voci giornalistiche secondo le quali Articolo 1 dovrebbe sciogliersi, per convergere sul nuovo progetto più vasto partito dalla piazza del primo luglio. “Al netto di qualche uscita non bene ispirata – è la risposta di Speranza – nessuno ha chiesto a nessuno di sciogliersi. Il punto infatti non è sciogliere, è costruire qualcosa di più grande. Il nostro movimento si sta radicando, e siamo nati per costruire un soggetto più grande e forte possibile. Non un cartello elettorale ma una forza politica. Articolo 1 investe tutta la sua forza in questo percorso, più sarà forte Articolo 1 e più sarà forte ciò che costruiremo”.

Infine le domande sulle polemiche delle ultime ore, nate dalle anticipazioni del libro di Matteo Renzi. “Ha chiuso l’Unità e ha riaperto l’Avanti!, ma non so cosa ne penserebbe Nenni – dice Scotto – Il libro mi sembra contenere più nche altro messaggi in bottiglia al governo attuale, sul meraviglioso mondo di Amélie che si aprirebbe se Renzi tornasse a palazzo Chigi”. Ma che servono gli investimenti e non i bonus oggi lo dice perfino il ministro Calenda, non certo un nostro amico, aggiunge. E sui migranti, il primo errore è stato chiudere Mare Nostrum: “Chiediamo che vengano in Parlamento a spiegare la vicenda Triton. Abbiamo letto che ci sarebbe stato un accordo. Vogliamo comprenderne i contorni, perché se fai un accordo sui migranti in cambio di flessibilità e poi la spendi in bonus e mancette, noi pensiamo che ci troviamo di fronte a un errore clamoroso, che rischia di aprire il varco alle esperienze più pericolose sul piano del populismo e della destra”. Gli fa eco Speranza: “Le cose dette da Emma Bonino meritano un chiarimento, diciamo al governo di dire parole chiare su come si è arrivati a Triton. Se si insegue la destra alla fine si tira la volata alla destra. Se fai a gara con Salvini a chi ha la ruspa più grande vince Salvini, non il centrosinistra”.