Grasso agli elettori M5S: tornate a sinistra. Il 5 marzo nascerà un nuovo partito, è casa vostra

Politica e Primo piano

Intervista al Quotidiano nazionale

di Francesco Ghidetti

«Se la memoria non mi inganna, Matteo Renzi disse che, dopo il 4 dicembre, a referendum perso, se ne sarebbe andato. Non è stato così. Ora sostiene che resterà comunque. Mi chiedo: una promessa? O una minaccia?». Scherza, ma fino a un certo punto, Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali con eloquio calmo tratto tipico dei siciliani doc. «Guardi – attacca – mica c’è niente di personale».

Beh, tanto simpatico il leader del Pd non vi sta, diciamo.

«Macché. Lo volete capire o no che qui si parla di politica? Il Pd ha smesso da tempo, da troppo tempo, di parlare a parte della sua gente. Ha fatto cadere la bandiere della sinistra. Noi le abbiamo raccolte e le sventoliamo».

Mica basta una lista elettorale…

«Leu una lista elettorale? Per piacere…».

Allora diciamo un raggruppamento.

«Facciamo così. Do appuntamento a chi è e si sente davvero di sinistra».

Per un aperitivo?

«Non reagisco alle provocazioni. Il 5 marzo daremo vita al partito della sinistra».

E vi metterete d’accordo coi grillini.

«Vorrei ragionare. Allora: il voto e il consenso ai Cinquestelle nascono da sentimenti di rabbia, protesta e frustrazione. Parecchi dei loro elettori vengono dalla sinistra. Ecco, Liberi e Uguali nasce dalla necessità di riportare a casa tanti che si sono stufati di certa politica. Che hanno ideali e bisogni. Chiaro?».

Insistiamo: quindi i grillini non sbagliano?

«No, da loro siamo lontani su mille temi. Di più: siamo distanti. Basti pensare ai diritti civili o dei migranti o sull’euro. Comunque, sia chiaro: io non mi rivolgo ai dirigenti. Ma alle persone che hanno votato M5S a Livorno, Genova, Torino, Milano, Genzano e via dicendo».

A quei tempi Leu non esisteva. Però, il Pd batte molto sul tasto del ‘voto utile’. Consensi a Leu uguale consensi a Salvini.

«Buonanotte. Il fatto è che hanno paura. Noi siamo la vera novità dopo 25 anni di Berlusconi, 3 di Renzi, le pericolose valanghe populiste e via dicendo. Noi siamo di sinistra. Punto. Gli altri facciano quel che vogliono».

Intanto Silvio Berlusconi potrebbe tornare al governo.

«Un Paese senza memoria, verrebbe da dire. Ma noi siamo qui pei fargliela tornare».

In due mesi…

«La fermo subito. Lo so: due mesi sono pochi. Vero: è stata una campagna estenuante e entusiasmante insieme. Ma io dovevo e devo farlo. Tradirei in primis me stesso se mi fossi tirato indietro. Potrei fare i nomi dei miei amici che non ci sono più. Ma sarei strumentalizzato…».

Fantasmi che tornano dal passato.

«No, amici che piango tutti i giorni. Compagni di battaglie contro il mostro mafioso. Persone che ora io non vedo più e posso solo ricordare».

Chissà quante emozioni quando gira per Palermo.

«Sì, tanta angoscia, tanta rabbia, tanta nostalgia di sorrisi, di parole scambiate, di strette di mano, di discussioni. Terribile. Però poi il calore delle persone mi rinfranca, e io vado avanti».

Se l’aspettava il fuoco concentrico contro di lei. Dica la verità.

(ride di gusto) «E che, mi ha preso per un bugiardo? A parte le battute: no, non me l’aspettavo. Confronto aspro, ma sulle cose. Non invettive. Evidentemente non hanno digerito le mie scelte».

Scelte: le prime tre. Irrinunciabili.

«Formazione e lavoro per i giovani. Tanta formazione. Basta precari. E basta gente che si ammala e non si cura. Via il superticket. Assumiamo medici. Legalità. Un po’ me ne intendo, credo. Rivoglio gente appassionata di politica. Non schifata».